Brexit: addio senza alcun accordo?

Felice Di Maro

13 Ottobre 2017 - 15:23

Quinto round di negoziati senza nessun accordo, ma l’intesa sui residenti Ue nel Regno Unito sembra essere più vicina. Le dichiarazioni di Barnier e Davis.

Brexit: addio senza alcun accordo?

Non c’è ancora una bozza di accordo sulla Brexit sia per gli obblighi finanziari del Regno Unito.

Come lo stesso Davis, capodelegazione britannico, ha ammesso, c’è una lunga lista di punti di scontro con Bruxelles sui diritti dei cittadini, riunificazione familiare, riconoscimento delle qualifiche professionali, diritto di voto alle elezioni locali e libertà di circolazione nei 27 paesi della Ue.

Il quinto round dei negoziati sulla Brexit esprime ancora incertezza per un accordo. Sembra invece più vicina l’intesa sui diritti dei 3 milioni di cittadini europei residenti in Gran Bretagna, fra cui 600mila italiani, e degli oltre un milione di inglesi residenti nei 27 paesi dell’Unione.

Il capo negoziatore europeo, Michael Barnier in conferenza stampa ha dichiarato:

Non ci sono ancora sufficienti progressi sulle questioni create dalla uscita della Gran Bretagna dalla Unione europea; per cui non potrò proporre al summit dei capi di governo della settimana prossima di iniziare a discutere della futura relazione con Londra; c’è un’impasse estremamente preoccupante per gli Stati membri e le regioni che si sono impegnate in investimenti e progetti.

La Gran Bretagna non è ancora pronta a precisare la sua posizione sugli impegni finanziari, quindi non ci sono stati negoziati; Possiamo compiere passi decisivi nei prossimi due mesi.

Durante la conferenza stampa il valore della sterlina ha toccato il minimo storico degli ultimi mesi, 90 centesimi di euro; si tratta di un segnale importante per il Regno Unito che non è da prendere alla leggera perché può alleggerire il peso della sterlina nei mercati finanziari con conseguenze imprevedibili nell’economia.

Naturalmente l’insieme dei 27 paesi della UE hanno problemi diversi e anche di economia tanto che proprio sulla eventualità che Bruxelles e Londra non trovino un accordo Barnier ha detto:

Un non accordo sarebbe un pessimo accordo, ma in ogni caso l’Unione europea è preparata a tutte le eventualità.

Per il mancato accordo il capo-negoziatore britannico David Davis non ha spiegato le motivazioni per le quali non si è fatto ed ha dichiarato:

Per fornire certezze dobbiamo parlare del futuro, spero che gli Stati membri la prossima settimana al vertice Ue riconoscano i progressi fatti nello spirito del discorso di Firenze di Theresa May e facciano passi avanti.

Quali sono questi progressi?

In pratica non c’è nessun progresso!

Come era già noto da tempo le divisioni all’interno del governo britannico tra hard e soft Brexit hanno continuato a rallentare la trattativa; la stessa premier Theresa May, come diffuso da alcuni media, non ha fatto mistero di aver votato per il remain nel referendum di giugno 2016 e di non esser certa se ad oggi voterebbe per il leave.

Potrebbero iniziare tra due mesi le trattative tra Londra e Bruxelles sul loro futuro partenariato perché il negoziato sta andando a rilento.

Il discorso di Theresa May a Firenze in settembre nel quale la premier inglese aveva offerto alcune assicurazioni e aveva dato un nuovo slancio non è stato sufficiente, visto che nella quinta tornata di negoziati non sono stati fatti passi in avanti.

I tre punti chiave

I Ventisette paesi della Ue hanno spiegato più volte che per passare alla fase successiva del negoziato le parti avrebbero dovuto trovare una pre-intesa su tre aspetti: i diritti dei cittadini, gli impegni finanziari di Londra nei confronti di Bruxelles, e la situazione giuridica della frontiera tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord.

Questa pre-intesa non esiste neanche in bozza.

Penso che oggi il punto più difficile è quello che il Regno Unito debba onorare tutti gli impegni presi, anche quelli che vanno al di là del bilancio comunitario che termina nel 2019.

Al riguardo il Regno Unito è volutamente ambiguo proprio su questo aspetto.

Se Barnier al Consiglio europeo del 20 ottobre presenterà lo stato dei negoziati ma non proporrà di aprire la seconda fase di negoziati sulle relazione future con la Ue è concreto è il rischio che non si farà nessun accordo e naturalmente peserà sui cittadini Ue che già si trovano per lavoro nel Regno Unito e chiaramente anche per gli inglesi che lavorano nei paesi Ue.

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