Brasile: le Olimpiadi sono state un diversivo. Dopo l’entusiasmo di Rio 2016, torna a galla la crisi politica, mentre l’economia è in ripresa.
Olimpiadi terminate: per il Brasile è il momento dei bilanci.
A pochi giorni dalla conclusione dei giochi olimpici, il Brasile torna a fronteggiare la crisi economica e politica che aveva dimenticato durante Rio 2016.
Per i brasiliani, le Olimpiadi sono state un piacevole diversivo lontano dalla realtà più cupa di una recessione economica prolungata e di un sistema politico nel caos e, nonostante i problemi iniziali, le Olimpiadi di Rio 2016 si sono svolte e concluse nel migliore dei modi.
Le Olimpiadi di Rio sono state un diversivo ma, una volta finite, il Brasile è costretto a tornare ad affrontare condizioni politiche ed economiche che aveva trascurato nelle ultime settimane.
L’altra faccia del Brasile, quella senza lo sfarzo e i colori dei giochi olimpici, mostra che non ci sono abbastanza soldi per mantenere l’adeguato numero di volanti di polizia sulle strade, che mezzo milione di dipendenti statali ha ricevuto lo stipendio in ritardo, che le università pubbliche non hanno fondi, la disoccupazione è in aumento, e i lavori per le opere pubbliche sono fermi.
Brasile: riprende la crisi politica dopo Rio 2016
Dopo la grande chiusura delle Olimpiadi e con le Paralimpiadi che inizieranno il 7 settembre, in Brasile rimangono i problemi di sempre.
Giovedì avrà inizio il processo per l’impeachment contro la presidente Dilma Rousseff, il cui incarico è stato sospeso per 180 giorni il 12 maggio 2016, e il suo esito potrebbe impostare la direzione economica e politica del Brasile per gli anni a venire.
La presidente ancora in carica dovrà affrontare le accuse di falso in bilancio con il deficit nazionale e le sue possibilità di evitare il voto negativo sono praticamente nulle poiché la maggioranza dei senatori del parlamento brasiliano si è già pubblicamente dichiarata a favore della sua destituzione.
Nel mezzo di questa “sbornia olimpica”, le cose potrebbero prendere una buona piega. Dopo la sospensione della Rousseff nel maggio di quest’anno, e la successiva sostituzione con Michel Temer, l’ottimismo degli investitori è tornato.
Brasile dopo le Olimpiadi: crisi economica?
Se politicamente il Brasile è a rischio, economicamente ci sono segnali di ripresa.
L’indice del settore manifatturiero mostra una risalita al 46, mentre la produzione industriale è cresciuta in giugno per il quarto mese consecutivo.
Il rally delle obbligazioni brasiliane degli ultimi anni non è passato inosservato agli investitori: il Credit Default Swap in USD a 5 anni, una proxy per il rischio di default, è sceso i da 500 punti base a 254 punti base. I titoli di stato brasiliani a 10 anni denominati in USD hanno ora un rendimento del 4% contro i massimi del 7,4%.
Miglioramenti simili anche per le aziende.
C’è ancora un alto margine di ripresa se le condizioni dovessero continuare a migliorare.
Finora l’operato di Temer è risultato migliore del suo diretto predecessore, soprattutto perché è riuscito a portare avanti i rapporti con gli investitori che chiedono una vera e propria pulizia della corruzione che affligge il Paese da decenni.
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