Mercoledì 15 e giovedì 16 ottobre abbiamo assistito a violente discese dei listini azionari e a un grande aumento della volatilità. E’ l’inizio di una discesa consistente o è solo una pausa di riflessione?
Come sapete la volatilità sui mercati è risalita fortemente negli ultimi giorni: l’ indice VIX di Chicago ieri sera ha chiuso al 25,20% dai livelli del 15% dell’8 ottobre scorso.
I mercati azionari hanno realizzato delle forti correzioni. L’Indice S&P 500 ha effettuato uno storno del l 7% dal record storico di un mese fa, certamente la più ampia correzione da inizio anno, e il rendimento del Treasury decennale si è riportato sotto il 2%, il livello più basso dall’annuncio del tapering l’anno scorso. Ma gli altri mercati non sono stati da meno: lo Stoxx Europe 600 è sceso dal picco di metà settembre di circa l’11%.
Certamente i mercati hanno percepito che i dati macro-economici sono deteriorati e il fatto che la Germania ha annunciato una raffica di dati molto deludenti (produzione industriale, PIL II° trimestre, ordini industriali, indice ZEW, export) e la Grecia è tornata al centro dell’attenzione entrando in conflitto sulla tempistica di uscita dalla procedura di salvataggio con il FMI e con la BCE. Tuttavia la recente fase di volatilità sembra soprattutto determinata dalla paura più che dai
fondamentali.
Rendimento del BTP decennale (linea blu) e volatilità VIX (linea verde) da 1 anno a questa parte.
Guardando la velocità della correzione e la forte correlazione fra i mercati (forex, tassi di interesse, listini azionari, commodities) certamente siamo stati di fronte a panico irrazionale.
Ma noi dobbiamo limitare la nostra emotività e guardare in avanti, verso le prospettive del ciclo economico. È possibile che la elevata volatilità continuerà a dominare i mercati nell’ultima parte dell’anno ma io confido nei risultati societari sia negli Stati Uniti che in Europa: le trimestrali delle multinazionali americane e di quelle europee dovrebbero essere, in generale, migliori delle aspettative, soprattutto in quelle aziende il cui fatturato è votato all’export nell’area del sud-est asiatico.
La fase di volatilità quindi potrà proseguire, i mercati resteranno molto nervosi perché molte delle motivazioni che hanno innescato la reazione potranno perdurare, ma il tono di fondo per i mercati resta positivo. I dati macro provenienti dalla debole Europa continueranno ad esserci. Il virus Ebola, ahime, darà ancora filo da torcere ai sistemi sanitari nazionali di molti paesi.
La Grecia e i problemi connessi al salvataggio del paese continueranno ad assillare gli investitori "europeisti". Eppure dovete avere fiducia nei mercati azionari, se non altro perché il livello zero dei tassi di interesse imposto dalle banche centrali fornirà sempre un buon supporto per i prezzi delle azioni e renderà comunque limitata nel tempo qualsiasi correzione. Inoltre sappiamo che i mercati ogni tanto hanno bisogno di "prendersi delle pause". Questo ritracciamento che abbiamo vissuto negli ultimi due giorni (mercoledì e giovedì scorso) interrompe un lungo periodo di crescita dei mercati e di bassa volatilità.
Una correzione era già attesa, si è verificata a inizio agosto, ma è stata modesta e seguita da una forte reazione positiva. Tuttavia correzioni e volatilità, lo ripeto, quando arrivano possono rappresentare anche opportunità di rientro sui mercati a condizioni più vantaggiose. Anche perché ci sono ancora elementi oggettivi e non “passionali “ che supportano una propensione positiva a favore delle azioni.Il differenziale positivo tra dividendi e rendimenti dei bond, per esempio.
Inoltre, seppure la Germania e l’Europa sono in recessione, in generale la crescita globale é più moderata ma non si è interrotta e la campagna dei risultati societari non dovrebbe dare risultati negativi.
I tassi, lo ripeto, restano estremamente bassi e le valutazioni relative azioni vs. obbligazioni, restano a favore delle prime. Senza contare che, certamente, la BCE passato l’esame degli stress test delle banche del 26 ottobre e la prossima asta del TLTRO di metà dicembre (che io prevedo ugualmente deludente con richieste tra i 75MLd e gli 80 MLD di euro) procederà tra marzo e maggio ad annunciare una nuova manovra di acquisti di titoli governativi (QE) da almeno 1 trilione di euro spalmati in 12 mesi, fino alla primavera del 2016. Che cosa volete di più?
© RIPRODUZIONE RISERVATA