Borsa italiana: per Milano la Brexit potrebbe rivelarsi un ottimo affare, soprattutto grazie alla mancata fusione tra Deutsche Börse e il London Stock Exchange.
Borsa italiana: se salta la fusione tra Deutsche Börse e il London Stock Exchange, Piazza Affari potrebbe approfittarne e trarre notevoli vantaggi dalla situazione.
La Brexit potrebbe paradossalmente rivelarsi una manna dal cielo per la città di Milano e per la Borsa italiana. Piazza Affari guarda infatti con attenzione alla fusione tra Deutsche Börse e il London Stock Exchange, sempre più a rischio dopo la Brexit.
Il fallimento del matrimonio è destinato dunque a rendere Milano - controllata dal LSE - l’unico avamposto nel Vecchio Continente della Borsa londinese.
Borsa italiana: non solo svantaggi dalla Brexit
Gli effetti dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea - volatilità dei mercati, crollo della sterlina e corsa ai beni rifugio - sono sotto gli occhi di tutti.
Il presidente della BCE Mario Draghi ha esternato i suoi timori circa una corsa alla svalutazione e ha stimato che il divorzio tra Regno Unito e Comunità europea possa comportare un calo fino allo 0,5% per il PIL della UE.
Ma non è escluso che la scelta compiuta dagli elettori britannici circa due settimane possa produrre anche benefici economici e politici per l’Italia. In questo caso ad approfittarne sarebbe soprattutto la città di Milano per una serie di ragioni. Cerchiamo di capire quali.
Borsa italiana: dopo Brexit Milano nuova sede EBA?
Londra ospita la European Banking Authority, che oggi ha i suoi uffici a Canary Wharf. Ma fra due anni, una volta concluse le procedure della Brexit, l’autorità bancaria europea sarà costretta a fare le valigie e traslocare in una nuova città del Vecchio Continente.
E Milano si è già candidata ad ospitare la prestigiosa istituzione già all’indomani del referendum. La proposta è stata lanciata dall’Assosim - l’associazione degli intermediari finanziari - ed è stata subito raccolta dal sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala.
Certo, c’è da vincere la concorrenza di altre importanti città europee come Madrid, Parigi, Francoforte e forse Amsterdam, e una diffidenza generale - la CNN indica, tra le varie città, addirittura Edimburgo e Lussemburgo come futuri centri del business europeo, escludendo Milano - ma non si tratta di una sfida impossibile.
La capitale spagnola, infatti, già ospita lo IOSCO (International Organization of Securities Commissions, l’organizzazione delle autorità di vigilanza dei mercati finanziari); Parigi è sede della Consob europea (l’Esme); a Francoforte si trova il quartier generale della BCE e dell’autorità europea delle assicurazioni (Eiopa).
Borsa italiana: salta fusione tra Deutsche Börse e LSE? Milano spera
Ma la vera partita è un’altra e riguarda più strettamente l’ambito della Borsa italiana. Dopo la Brexit, la fusione tra Deutsche Börse e il London Stock Exchange - per la quale si vota oggi - è destinata probabilmente a saltare. Se gli azionisti della Boesa di Londra sono per lo più favorevoli al sì, dalle parti di Francoforte non si può certo dire lo stesso.
Forti perplessità sono state sollevate dalla Bafin (la Consob tedesca) circa l’idea di piazzare nella capitale inglese (quindi oltre i confini della UE) la nuova sede della più grande Borsa europea.
Il naufragio del matrimonio (al suo terzo tentativo) potrebbe dunque favorire Piazza Affari, che rimarrebbe l’unica porta sull’Europa della Borsa di Londra, dal momento che la Borsa di Milano dal 2007 è sotto il controllo del London Stock Exchange.
© RIPRODUZIONE RISERVATA