Book Calling #45: «Vite aumentate» e le nuove tecnologie del futuro con Massimo Canducci

Antonella Coppotelli

29/03/2022

30/03/2022 - 09:14

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In un futuro non così lontano le nuove tecnologie avvolgeranno sempre più le nostre vite. Elettrodomestici smart, realtà aumentata e intelligenza artificiale. Ne abbiamo parlato con Massimo Canducci.

Il futuro non è mai stato così vicino e a portata di mano; no, non è uno slogan ma la realtà che stiamo vivendo, destinata a impregnarsi sempre più di evoluzione tecnologica fino a esserne completamente immersi e circondati. Se oggi ancora ce ne stupiamo, domani sarà la normalità per tutti: nelle nostre case avremo elettrodomestici smart in grado di semplificarci ogni piccola azione, come per esempio la lista della spesa; potremo vivere in anteprima le sensazioni di un luogo da visitare comodamente sdraiati sul nostro divano grazie alla realtà aumentata financo al metaverso e, complice un’intelligenza artificiale sempre più acuta, le nostre vetture automatizzeranno a tal punto l’esperienza di guida che forse i nostri nipoti non avranno neanche bisogno di imparare a portare la macchina. Per non parlare, poi, di quanto tutta questa evoluzione può fare in ambito medico e healthcare grazie ai wearable e verso alcune disabilità, migliorando non poco la qualità della vita delle persone.

In quasi 80 anni dalla prima diffusione di un programma televisivo in lingua italiana a oggi, sono stati fatti passi da gigante in ambito tecnologico: il gap temporale tra un’evoluzione e un’altra sarà sempre più contratto fino ad avere la percezione che un biennio costituirà una vera e propria era geologica. “Siamo nani sulle spalle di giganti” recita un vecchio adagio e quello che stiamo facendo oggi altro non è che la base per un ulteriore salto in avanti i cui esiti saranno presto disponibili per tutti. Di tutto questo e molto di più parla “Vite aumentate”, ultimo libro di Massimo Canducci edito da Franco Angeli. Oltre a raccontarci, infatti, il futuro che ci aspetta l’autore induce anche a tutta una serie di riflessioni tra cui quella di mantenere sempre consapevolezza verso gli strumenti innovativi che utilizziamo. E’ l’esponenzialità della tecnologia, bellezza!

Dati e consapevolezza: un binomio sempre più indissolubile

Da qualche anno, nello specifico da quando è esplosa l’economia intorno ai social network, gira un detto che recita “se un prodotto è gratis, quel prodotto sei tu”. Una sorta di sentenza che sintetizza perfettamente il valore che c’è dietro a un utilizzo apparentemente gratuito di una piattaforma a cui più o meno consapevolmente lasciamo i nostri dati e sui quali costruisce il proprio fatturato. Nel libro di Canducci si legge che dai bilanci Facebook (ora Meta) del 2020 ciascun iscritto ha contribuito agli utili dell’azienda per circa 46 dollari.

Se facciamo il conto viene fuori una cifra spropositata ma anche più di una riflessione: in primis il valore dei nostri dati in questo momento storico dove tutte le proiezioni avveniristiche della tecnologia si basano proprio su quel piccolo ma fondamentale tassello. Siamo noi stessi ad alimentare tale evoluzione attraverso l’utilizzo dei vari device e a permettere che l’esperienza con i dispositivi smart e non solo diventi sempre più customizzata. Viene da sé, quindi, che se da un lato ne possiamo trarre beneficio dall’altro diviene fondamentale, lato nostro, capirne il valore e adottare maggiore consapevolezza nel momento in cui li “cediamo” istantaneamente a terzi; anche se la posta in gioco è poter accedere subito e in maniera edonistica a una piattaforma social che possa coccolare il nostro ego; anche se si tratta di un wereable che ci misura tutte le nostre funzioni vitali e ci “guida” verso uno stile di vita più sano o ci ricorda di bere o camminare.

Il passaggio preliminare a tutto ciò è essere consapevoli che quei dati serviranno ad alimentare anche e soprattutto altro e che se ne viene fatto un uso malevolo ci si può ritorcere contro. L’idea che la tecnologia e la sua evoluzione possa aiutare e facilitare l’umanità nella sua quotidianità è fantastica, è essa stessa frutto di un grandissimo salto di specie ma la scelta e il limite lo poniamo sempre noi perché al mondo non esiste software più bello e potente del cervello umano.

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