Bonus bebè 2015, gli 80 euro per le neomamme a chi spettano davvero? Dubbi su incapienti, limiti di reddito e coperture economiche

Valentina Brazioli

22 Ottobre 2014 - 10:23

Bonus bebè 2015, gli annunciati 80 euro alle neomamme suscitano ancora forti dubbi su chi, alla fine dei conti, potrà davvero usufruirne. A chi spettano? Non è chiaro cosa sia rimasto del testo originario, che prevedeva la somma estesa anche alle incapienti, categoria particolarmente debole ma finora rimasta esclusa dal classico beneficio Irpef. Inoltre: ci saranno davvero soldi per tutti e tre gli anni promessi?

Bonus bebè 2015, gli 80 euro per le neomamme a chi spettano davvero? Dubbi su incapienti, limiti di reddito e coperture economiche

Bonus bebè 2015, gli 80 euro previsti per le neomamme a chi spettano davvero? Una domanda tutt’altro che oziosa, soprattutto in presenza di una legge di Stabilità che per molti versi è ancora un mistero. Tra gli annunci televisivi del premier Matteo Renzi, e le modifiche del testo intercorse nelle ultime ore, c’è ancora più di un dubbio: in particolare sulle incapienti e sull’effettiva copertura economica.

Bonus bebè 2015: cambiano i limiti di reddito e la durata

Innanzitutto, la proposta originaria prevedeva un bonus da 80 euro al mese (poco meno di 1000 euro l’anno) alle neomamme con un reddito Isee fino a 30 mila euro; il tutto in via sperimentale e per il solo 2015. Eppure, le cose sono cambiate praticamente da subito, con un ampliamento del tetto del reddito (fino a 90 mila euro l’anno per chi ha fino a due figli; oltre i 90 mila dal terzo figlio in poi) ed estendendo la portata del beneficio fino a tre anni.

Una norma iniqua?

Una modifica confermata anche dalle parole del ministro Beatrice Lorenzin di qualche giorno fa, e che ha lasciato perplesso più di un osservatore. La norma originaria era pensata per contrastare il preoccupante calo della natalità nel nostro Paese, e doveva essere piuttosto circoscritta proprio a causa della copertura economica tutto sommato limitata (500 milioni di euro per il solo 2015). In quel testo, inoltre, era prevista l’erogazione delle somme anche per le mamme incapienti (ovvero con reddito annuo inferiore a 8 mila euro) e per le extracomunitarie con regolare permesso di soggiorno da almeno 5 anni. Categorie particolarmente deboli, che non si sa ancora se saranno ricomprese all’interno della nuova disposizione, ma che forse meriterebbero un’attenzione maggiore rispetto a chi può vantare redditi da 90 mila euro.

Insomma, la coperta è troppo corta per le smisurare ambizioni di chi parla di giustizia sociale ma vuole strizzare l’occhio al ceto medio dei moderati? I dubbi, in questo senso, sono parecchi, e i soliti beninformati dicono che il Colle abbia preteso la riscrittura di parecchi passaggi dell’intera Legge di Stabilità.

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