Bonus fiscale per l’incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo e ampliamento dei fondi destinati al finanziamento della Sabatini-bis: queste le agevolazioni fiscali più importanti per le imprese, contenute nella Leggedi Stabilità 2015.
Una parte consistente delle misure messe in campo dall’approvazione della Legge di Stabilità 2015 è finalizzata al reperimento di fondi che permettano di coprire differenti agevolazioni fiscali per famiglie e imprese. Se nel primo caso sono il bonus 80 euro e l’ecobonus i casi di maggiore interesse, per quanto riguarda il comparto delle imprese le maggiori novità riguardano le agevolazioni fiscali per gli incrementi della spesa destinata alla ricerca e l’allargamento dei fondi destinati al finanziamento della Legge Sabatini-bis sull’acquisto di beni strumentali.
Ricerca e Sviluppo
Per i periodi d’imposta che vanno dal 2015 al 2019 è previsto un consolidamento degli incentivi dedicati agli investimenti che le imprese effettuano in attività di ricerca e sviluppo. Il bonus, fruibile sotto forma di credito d’imposta, ammonta al 25% delle spese incrementali, ovvero delle spese che eccedono la media di quelle sostenute, sempre per finalità di ricerca, negli ultimi tre anni (ovvero nei tre periodi d’imposta precedenti). Possono percepire il bonus tutti i titolari di reddito d’impresa, a prescindere dalla specifica tipologia societaria.
Per quanto riguarda il calcolo del bonus occorre procedere calcolando, innanzitutto, la media degli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, effettuata negli ultimi tre anni antecedenti al periodo d’imposta in cui si intende percepire il bonus. Si considera, invece, l’intero periodo trascorso dalla costituzione dell’azienda, nel solo caso in cui le imprese abbiano meno di tre anni di vita.
La spesa incrementale, ovvero la base su cui è possibile calcolare il bonus viene ottenuta calcolando la differenza tra le spese sostenute in ricerca e sviluppo nel periodo d’imposta in cui si intende fruire del bonus e la media dei tre periodi precedenti. Il 25% della spesa incrementale corrisponde al bonus che è possibile ottenere, sotto forma di credito d’imposta.
Altra condizione per la fruizione del bonus imprese è che il totale degli investimenti in ricerca e sviluppo, sostenuti nel periodo d’imposta per cui si intende percepire il bonus non sia, comunque, inferiore ai 30000 euro. L’importo massimo del bonus, ammonta invece a 5 milioni di euro annui.
Le spese sostenute per la ricerca e lo sviluppo devono essere rendicontate attraverso una specifica documentazione contabile, certificata da un revisore contabile abilitato o dal collegio sindacale, e allegata al bilancio.
Possono essere considerati come investimenti in ricerca e sviluppo i lavori sperimentali o teorici, la ricerca pianificata, l’acquisizione di conoscenze e di tecnologie; le quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, di costo non inferiore ai 2000 euro, relativamente al periodo di utilizzo per le attività di ricerca e sviluppo; il personale altamente qualificato impiegato nell’attività di ricerca e i contratti stipulati con università e altri istituti di ricerca; le competenze tecniche e industriali specifiche. Nei casi degli strumenti tecnici, del personale altamente qualificato e dei contratti di ricerca, la spesa agevolabile si calcola sul 50% dell’ammontare totale di spesa che si è sostenuto.
Il credito d’imposta ottenuto non concorre né alla formazione del reddito (IRES) né alla formazione della base imponibile IRAP e deve essere indicato nel modello Unico.
Beni Strumentali e Sabatini-bis
Viene raddoppiato, da 2,5 a 5 miliardi di euro, il fondo massimo a disposizione di Cassa Depositi e Prestiti per il contributo in conto interessi o a titolo di garanzia, per i prestiti che le banche potranno concedere alle piccole e medie imprese per finanziare gli investimenti per l’acquisto di beni strumentali quali macchinari, impianti e attrezzature a uso produttivo.
In altri termini, le piccole e medie imprese interessate agli investimenti in beni strumentali, potranno richiedere, come è già possibile fare dallo scorso 31 Marzo, finanziamenti bancari o leasing per i quali potranno beneficiare, dopo l’approvazione del finanziamento richiesto da parte dell’istituto di credito, di un contributo in conto interessi e della garanzia del Fondo di Cassa Depositi e Prestiti. Il finanziamento, che viene disposto dagli istituti di credito (banche o società di leasing) convenzionati con CdP e che attingono allo specifico fondo, raddoppiato con la Legge di Stabilità, può avere la durata massima di 5 anni. Per ottenere il finanziamento (e il relativo contributo in conto interessi) l’impresa richiedente è tenuta a presentare anche uno specifico modulo disponibile sul sito web del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico).
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