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Legge di Stabilità 2015, imprese e società: tutte le novità su IRAP, crediti PA e reverse charge

lunedì 22 dicembre 2014, di Simone Casavecchia

Dopo la difficile approvazione della Legge di Stabilità 2015 al Senato sono molte le novità che riguardano il mondo delle imprese e delle società: dall’IRAP alle partite IVA, dallo split payment al reverse charge, fino ai nuovi incentivi per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato. Ecco cosa cambia.

IRAP
Confermato il taglio della riduzione IRAP precedentemente introdotta dallo stesso Governo Renzi. L’imposta regionale sulle attività produttive rimane al 3,9% (dopo il fallito tentativo di riduzione al 3,5%). Tale misura viene mitigata da due provvedimenti:

  • la deducibilità totale dalla base imponibile IRAP dei costi da lavoro sostenuti per nuovi assunti a tempo indeterminato, di cui si prevede l’assunzione con il nuovo contratto a tutele crescenti, la cui disciplina è di prossima emanazione con i primi decreti attuativi del Jobs Act;
  • Come abbiamo già spiegato nei giorni scorsi, i titolari di ditta individuale che, pertanto, non devono sostenere costi da lavoro per alcun dipendente, potranno godere di un credito d’imposta del 10% dell’IRAP versata per il periodo d’imposta 2015. L’agevolazione fiscale sarà, quindi, utilizzabile nel 2016, nella sola forma della compensazione per altri tributi dovuti all’erario.

A tal proposito, tuttavia, sono stati già sollevati i primi dubbi circa la sostenibilità di questa misura. I tecnici della Camera hanno, infatti, rilevato la necessità di acquisire la valutazione del Governo circa la compatibilità con la normativa europea. Il credito d’imposta del 10% è, infatti, riservato a una particolare tipologia di contribuenti e potrebbe determinare procedure d’infrazione a livello europeo mentre, dal punto di vista fiscale, potrebbe essere, seppur involontariamente, un modo per favorire il lavoro nero dal momento che, chi decidesse di regolarizzare un dipendente, non godrebbe più di questo sgravio fiscale.

Infine, per i lavori autonomi che detengono la Partita IVA ma che non sono titolari di ditta individuale (professionisti) è stato introdotto un nuovo regime forfettario, in sostituzione del vecchio regime dei minimi.

Crediti con la Pubblica Amministrazione
La legge di stabilità proroga a tutto il 2015 la possibilità di compensare i crediti commerciali che le imprese possono vantare nei confronti della Pubblica Amministrazione con i debiti pregressi di natura fiscale. Le cartelle esattoriali che le imprese sono chiamate a pagare, potranno quindi essere saldate con i crediti certi, non prescritti, liquidi ed esigibili. Per godere di questo sgravio fiscale i crediti con la Pubblica Amministrazione devono essere certificati e il loro importo non deve, in ogni caso, superare quello dei tributi dovuti.

Split Payment
Dal 1° Gennaio 2015 entra in vigore il meccanismo fiscale, che va sotto il nome di split payment, in base al quale l’IVA dovuta dalle imprese fornitrici delle Pubblica Amministrazione viene versata all’Erario direttamente dalle amministrazioni stesse. Anche in questo caso, oltre alle preoccupazione delle imprese fornitrici riguardo agli adempimenti specifici e alle fatturazioni, sono stati sollevati dubbi riguardanti la sostenibilità delle misura dal momento che si tratta di una chiara deroga alle regole fiscali comunitarie che dovrebbe essere autorizzata dalla Commissione europea. Il meccanismo dello split payment non verrà comunque applicato per le prestazioni dei soggetti che sono tenuti al pagamento di ritenute alla fonte (ritenuta d’acconto) e per i soggetti con i rimborsi delle eccedenze Iva.

Fondo di garanzia per le mid cap
Cambia la platea di beneficiari che possono accedere al Fondo di Garanzia per portafogli finanziamenti. Si tratta di quel fondo, volto a garantire i finanziamenti che hanno durata compresa tra 18 e 60 mesi, concessi alle aziende da banche o Confidi a cui potranno accedere non più le sole piccole e medie imprese ma anche quelle aziende che, a livello europeo vengono classificate come "mid cap" ovvero aziende con un numero di dipendenti non superiore a 499 (medie imprese). L’estensione del fondo sarà, comunque attuata entro i limiti delle disponibilità finanziarie del Fondo.

Reverse Charge
Il principio dell’inversione contabile in base al quale il prestatore di un servizio non è tenuto ad assolvere il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto che, invece, viene riservato al al destinatario della cessione di un bene o della prestazione di un servizio sarà applicabile dal 2015 anche al settore edile, a quello energetico, alle imprese di pulizia e alla grande distribuzione (supermarket, ipermercati e discount). Come nel caso della Pubblica Amministrazione si tratta di un provvedimento che deroga alle disposizioni comunitarie che dovrebbe essere autorizzato dalla Commissione Europea. Se ciò non dovesse avvenire e il Governo non riuscisse a recuperare i 700 milioni di euro attesi dall’introduzione di questa misura, sarebbe sempre più probabile l’aumento dell’IVA, paventato per il prossimo Giugno 2015.

Ricerca e Sviluppo
Rimane invariato il credito d’imposta quinquennale (previsto dal ddl originariamente licenziato dal Governo) per gli investimenti in ricerca e sviluppo effettuati dalle imprese.v Si tratta di un bonus, concesso sotto forma di credito d’imposta del 25% sulle spese incrementali (che eccedono) la media di quelle sostenute, sempre per finalità di ricerca, nei tre periodi di imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015. Il bonus sale al 50% nel caso in cui gli investimenti siano stati effettuati con università, centri di ricerca e startup e per il personale altamente qualificato. La decisione del governo di calcolare il bonus sulle spese incrementali e non sul totale delle spese sostenute in investimenti (come era stato richiesto dalle imprese) riduce notevolmente l’efficacia e l’entità di questo beneficio.

Imu macchinari
Anche se per l’abrogazione di questa tassa si dovrà attendere la revisione del catasto dei fabbricati, previsto dalla delega fiscale, la normativa vigente viene lievemente modificata. L’IMU macchinari ovvero, la normativa in base alla quale i macchinari imbullonati al suolo contribuiscano alla determinazione della rendita catastale di un immobile, e quindi alla determinazione della base imponibile dell’IMU, viene rivista tenendo conto di una circolare del 2012 dell’Agenzia del Territorio, in base alla quale viene spiegato che devono essere escluse dalla rendita catastale quelle componenti che, sebbene caratterizzino la destinazione economica dell’immobile produttivo, sono prive dei requisiti di “immobiliarità”. In altri termini dovrebbero essere esclusi dalla determinazione della rendita catastale quei macchinari che possono essere spostati perché, di fatto, non immobili, tuttavia, dal momento che la suddetta circolare è stata applicata anche negli ultimi due anni c’è il pericolo che sostanzialmente tutto rimanga invariato rispetto a questa tassa, tanto deprecata dalla imprese.

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