Bollo auto: si profila l’abolizione, almeno per quanto riguarda le nuove immatricolazioni? La proposta c’è, ed è concreta: ecco di che cosa si tratta.
Bollo auto, è possibile parlare di abolizione di quello dovuto per le nuove immatricolazioni dei veicoli? Non è fantascienza, e nemmeno il sogno proibito dei tanti italiani che sono costretti a versare l’odiato obolo in questione: stiamo parlando di una proposta concreta, che potrebbe arrivare presto sul tavolo della Commissione Finanze della Camera dei Deputati.
La proposta di Capezzone: addio al bollo auto ma non solo
L’idea, articolata su più fronti, è stata lanciata l’altro ieri da Daniele Capezzone, deputato di Forza Italia e attuale presidente della Commissione Finanze, nel corso dell’evento “Missione mobilità” organizzato a Milano dall’associazione Amoer (Associazione per una Mobilità Equa e Responsabile). Un incontro ovviamente pensato per tentare di rispondere alle tante problematiche legate all’asfittico mercato automobilistico italiano, durante il quale Capezzone ha voluto illustrare le sue idee. Ma che cosa ha proposto, in pratica?
Esenzione del bollo per i primi tre anni di immatricolazione: il cuore della proposta, ovviamente, riguarda proprio lo stop del bollo, operazione che non può dirsi esattamente a costo zero (questa imposta genera ogni anno ricavi per lo Stato pari a 6,4 miliardi di euro). Secondo Capezzone, però, non ci sarebbero comunque problemi relativi alle coperture economiche, in quanto il gettito mancante verrebbe inevitabilmente compensato dal maggior gettito Iva correlato all’aumento delle immatricolazioni. A partire dal 4 anno in poi, il bollo non scatterebbe comunque a mo’ di tenaglia ma andrebbe corrisposto in maniera progressiva, in base alle emissioni inquinanti del veicolo.
Abolizione della tassa sul passaggio di proprietà: anche qui, addio all’imposta provinciale di trascrizione che porta nelle casse dell’Erario italiano circa 1,5 miliardi, seppur limitata – almeno per ora – alle nuove immatricolazioni.
Stop agli aumenti delle accise: per il prossimo quinquennio lo Stato dovrà rinunciare alla tentazione di recuperare gettito ricorrendo all’ingiustificato aumento delle accise, soprattutto se questo tipo di incremento viene portato avanti per destinare risorse alla classica spesa pubblica improduttiva.
Aiutare il regime fiscale delle auto aziendali: adeguando la fiscalità italiana in materia a quella europea, si giungerebbe a un incremento delle immatricolazioni pari circa 100 mila nuove vetture, con conseguente aumento del gettito a favore delle casse pubbliche. Senza, poi, considerare i benefici che ne avrebbe l’intera collettività grazie all’immissione sulle strade di veicoli nuovi e meno inquinanti, e alle ricadute positive su tutto il comparto economico che si occupa di manutenzione e rifornimento di carburante.
C’è futuro per queste proposte?
Una panoramica di iniziative che, comprensibilmente, hanno suscitato il plauso del settore automobilistico italiano. Ma si può davvero sperare che diventino realtà? Il ruolo da presidente della Commissione Finanze non gioca un ruolo irrilevante nella questione: da parte di Capezzone, infatti, c’è già l’impegno a portare sul tavolo della commissione il quadro completo di queste iniziative, allo scopo di elaborare entro 4 mesi l’approvazione di un’apposita legge, o di ottenere dal Governo un decreto in materia all’interno della Delega Fiscale.
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