Bollettino Bce: crescita robusta, inflazione verso il 2%

Francesca Caiazzo

22 Marzo 2018 - 12:36

La Bce conferma la crescita economica nell’Eurozona ma ritiene che serva uno stimolo monetario sull’inflazione. Per questo vigilerà su tasso di cambio e condizioni finanziarie

Bollettino Bce: crescita robusta, inflazione verso il 2%

La ripresa economica nell’Eurozona prosegue ed è robusta ma serve uno stimolo monetario sul fronte dell’inflazione.

È quanto emerge dall’ultimo Bollettino della Banca Centrale Europea emesso a seguito della riunione di politica monetaria dell’8 marzo scorso.

Il Consiglio direttivo conferma la crescita, dunque, ma resterà vigile sia sugli andamenti del tasso di cambio che sulle condizioni finanziarie.

La crescita economica

Stando ai dati disponibili, la Bce conferma un certo ottimismo sull’andamento della crescita nell’Eurozona dove si assiste a “una dinamica dell’espansione economica dell’area dell’euro forte e generalizzata”.

Una circostanza che, per l’Istituto di Francoforte, permette di stimare ulteriori miglioramenti nel prossimo futuro “a un ritmo in qualche misura più rapido rispetto alle attese”.

Secondo gli esperti della Bce, il Pil dell’area euro quest’anno crescerà in termini reali del 2,4% e dell’1,9% e dell’1,7% rispettivamente nel 2019 e nel 2020.

Bene anche le previsioni sull’economia mondiale che ha registrato una crescita ancora più sostenuta nella seconda metà del 2017, spingendo anche le esportazioni dell’area euro.

Un’espansione, prevede la Bce, che resterà solida anche in futuro anche se a lungo andare registrerà un graduale rallentamento.

L’inflazione

In base alle previsioni, il Consiglio direttivo ritiene che sull’inflazione – per raggiungere l’obiettivo di un tasso inferiore ma prossimo al 2% nel medio termine - si rende “necessario un ampio grado di stimolo monetario”.

“In prospettiva sulla base dei prezzi correnti dei contratti future sul petrolio, i tassi sui dodici mesi dell’inflazione complessiva dovrebbero oscillare intorno all’1,5 per cento per il resto dell’anno. Le misure dell’inflazione di fondo sono rimaste contenute ma dovrebbero gradualmente aumentare nel medio periodo, sostenute dalla politica monetaria della BCE, dal perdurare dell’espansione economica, dalla riduzione della capacità inutilizzata nell’economia e dalla più vigorosa dinamica salariale associate a tale espansione”

si legge nel documento.

Stando alle elaborazioni macroeconomiche degli esperti di Francoforte, si prevede un tasso annuo di inflazione sui dodici mesi all’1,4% nel 2018 e nel 2019 e all’1,7% nel 2020.

L’attuale contesto, dunque, spingerà la Bce a restare vigile sugli andamenti del tasso di cambio e delle condizioni finanziarie.

Il lavoro e le pensioni

Il Bollettino contiene anche interessanti analisi sul mondo del lavoro e su quello pensionistico.

Secondo la Bce, nei Paesi dell’area euro si registrano dinamiche occupazionali vigorose” sebbene la situazione presenti differenze tra un Paese e l’altro, soprattutto se si osservano i dati della cosiddetta sottoccupazione.

Si tratta di una condizione che riguarda i lavoratori a tempo parziale che vorrebbero invece essere impiegati per un maggior numero di ore lavorative: un fenomeno che è ha subito una forte accelerazione – soprattutto in Italia - e che ora sta lentamente scemando sebbene non rientrato ancora nei margini dei livelli pre-crisi.

Un ultimo passaggio, la Bce lo dedica alle pensioni. Nel documento si evidenzia che moti Paesi hanno messo mano al sistema pensionistico dopo la crisi ma non risultano sufficienti, anzi: “sono essenziali e non devono essere ritardate”.

Da Francoforte, ricordano anche che la popolazione sta diventando sempre più anziana e la percentuale degli over 65 nel 2070 potrebbero raggiungere quota 52% (era al 30% nel 2016).

Una condizione da non sottovalutare visto che l’invecchiamento della popolazione avrà conseguenze sulla politica macro-economica e fiscale per tutta l’Eurozona.

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