Blocco stipendi statali incostituzionale? La parola alla Consulta

Valentina Brazioli

30 Novembre 2013 - 17:30

Il blocco degli stipendi statali è incostituzionale? Non è ancora una certezza, ma quantomeno un sospetto più che fondato. Il dubbio è infatti venuto al Tribunale del lavoro di Roma, e adesso l’ultima parola spetterà alla Consulta. Ecco cosa potrebbe succedere.

Blocco stipendi statali incostituzionale? La parola alla Consulta

Che il blocco degli stipendi statali apparisse ingiusto a chi lo sta subendo ormai per il quinto anno di fila era noto ai più, ma la novità di questi giorni è che rischierebbe addirittura di essere incostituzionale. Non parliamo, infatti, di mere illazioni, ma di un formale ricorso presentato presso il Tribunale del lavoro di Roma da parte di due associazioni sindacali a tutela del pubblico impiego, la Federazione lavoratori pubblici (Flp) e la Federazione italiana lavoratori pubblici (Fialp). E la decisione dei magistrati di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale rischia di avere effetti dirompenti: è stata infatti riconosciuta la possibilità che l’aver bloccato le dinamiche contrattuali e retributive del pubblico impiego dal 2011 al 2014, prima, e fino al 2018 dopo (con la nuova Legge di stabilità), potrebbe essere contrario ai principi contenuti nella nostra Carta.

Dipendenti pubblici e crisi economica

Il dubbio, quindi, è che aver fatto pesare gli effetti negativi della crisi economica praticamente solo sui dipendenti pubblici sia in aperto contrasto con i dettami presenti nella nostra Costituzione. E’ infatti indubbio che si stia parlando di una categoria di lavoratori che ha pagato più di altre, e alla quale si sono chiesti e si continuano a chiedere grandi sacrifici, sempre in nome della salvaguardia delle esangui casse dell’Erario italiano.

Conti pubblici a rischio

Siamo davanti, tuttavia, all’ennesima spada di Damocle sulla testa del traballante Governo targato Letta-Alfano, che, al di là dei continui proclami, ben pochi risultati è riuscito a portare a casa fino ad ora. La mannaia sugli stipendi statali, infatti, ha comportato negli ultimi anni un risparmio complessivo di ben 11,5 miliardi di euro, i quali, in tempi di spending review costantemente annunciata a parole, ma mai realizzata nei fatti, non sono certo briciole. Proprio quest’anno, un ulteriore giro di vite, per ciò che riguarda i lavoratori pubblici, era arrivato con la tanto contestata legge di Stabilità, la quale, tra i pochi punti non messi in discussione da una maggioranza famosa per la sua litigiosità, prevedeva non solo la proroga del congelamento delle retribuzioni, ma anche il blocco del turn over fino al 2018, con un ulteriore risparmio di ben 5 miliardi di euro. Risparmio, quest’ultimo, al quale sarebbe davvero difficile rinunciare.

Cosa deciderà la Consulta?

Nebbia fitta, comunque, su cosa deciderà, e in quali tempi, la Corte Costituzionale. Certo i precedenti in materia non possono lasciar dormire sonni tranquilli al nostro Governo, i cui predecessori si sono già visti bocciare sonoramente dalla Consulta alcune improvvide decisioni in tema proprio di stipendi e pensioni. Ma mai come in questo caso sono stati messi in gioco svariati miliardi, cifre sulle quali si fonda una parte importante delle coperture economiche a sostegno della nostra legge di Stabilità.

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