Rispetto alle prime fasi della crisi finanziaria del 2008-2009, oggi le banche USA sono molto più forti ha detto Ben Bernanke, Governatore della Federal Reserve che ieri ha tenuto un discorso al meeting organizzato dalla Fed di Atlanta sulla situazione dei mercati finanziari.
L’economia statunitense, ha aggiunto il numero uno della Fed, è sulla via della ripresa anche se c’è ancora molta strada da fare. Proprio per questo, su eventuali modifiche alla politica monetaria il Chairman preferisce non alimentare le discussioni.
Banche e stress test
Grazie agli stress test, possiamo dire che il sistema bancario americano è molto più forte di quanto non fosse all’inizio della crisi finanziaria. Così Bernanke ha commentato la robustezza del sistema bancario statunitense al meeting della Fed di Atlanta:
"La solidità del sistema bancario statunitense è notevolmente migliorata rispetto alla difficile situazione del 2009. Un uso più intenso e un affinamento degli stress test hanno contribuito a questo miglioramento."
Le grandi banche USA sottoposte alle prove, mostrano una certa robustezza e sarebbero in grado di attutire il colpo in caso di shock o recessioni prolungate, "ma c’è una cosa che mi preme sottolineare -ha poi aggiunto il numero uno della Fed rivolgendosi ai giornalisti- non ci sono altri grandi problemi dei quali non siate a conoscenza".
Economia in ripresa, ma i target sono lontani
Tra le preoccupazioni della Fed c’è certamente la ripresa economica ed il ritorno ad uno stato accettabile del livello di occupazione, ma al momento la questione più importante per gli Stati Uniti è fronteggiare la questione del deficit senza compromettere il recupero economico.
"Oggi l’economia è molto più forte rispetto a quattro anni fa, anche se le condizioni sono ancora evidentemente lontane da quello che vorremmo che fossero."
E la politica monetaria? Non si tocca
D’altra parte in Europa, ha sottolineato Bernanke, la situazione rimane complessa perché i paesi sono ancora alle prese con la dura situazione della crisi del debito.
Nessun accenno, invece, all’intenzione di modificare la politica della Fed a "tasso zero" che rimane come il mezzo più forte della banca centrale per promuovere la crescita e far diminuire il tasso di disoccupazione.
"La maggior parte delle principali economie industrializzate del mondo sono attualmente impegnate in una politica monetaria espansiva e penso che ciò sia reciprocamente costruttivo."
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