Beni confiscati, che fine fanno?

Isabella Policarpio

03/01/2020

06/03/2020 - 15:43

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Che fine fanno i beni confiscati alla criminalità organizzata? Cosa ne fa esattamente lo Stato? Qui la risposta alle vostre domande.

Beni confiscati, che fine fanno?

Che fine fanno i beni confiscati? Chi ne appropria e come vengono utilizzati?
Ogni anno vengono confiscati alla mafia e ad altre organizzazioni criminali moltissimi beni, sia immobili che mobili, come automobili lussuose e gioielli. Lecito dunque chiedersi che fine facciano.

La destinazione di questi beni segue delle regole ben precise. In genere prima si procedere con la misura cautelare del sequestro conservativo (che ne impedisce la dispersione e la distruzione) e, dolo dopo la sentenza di condanna viene emesso anche anche il provvedimento di confisca. Significa che il bene non potrà più tornare nella disponibilità del vecchio proprietario.

In questo articolo faremo chiarezza sulla destinazione dei beni confiscati, attenzione però a non confondere il sequestro con la confisca, poiché si tratta di due provvedimenti differenti.

Sequestro e confisca dei beni della criminalità organizzata

L’articolo 1 del D.lgs n. 159 del 6 settembre 2011 stabilisce che i soggetti destinatari dei provvedimenti di sequestro e confisca dei beni sono coloro che possono essere sospettati di appartenere ad associazioni mafiose, coloro che sono dediti abitualmente a traffici delittuosi o che vivono con i proventi di attività delittuose.

Sequestro e confisca di tali beni sono appannaggio dei soggetti seguenti:

  • il Procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo di distretto dove dimora la persona;
  • il questore;
  • il direttore della Direzione investigativa antimafia.

Il sequestro è disposto dal Tribunale quando il valore dei beni risulta sproporzionato al reddito dichiarato o all’attività economica svolta ovvero quando, sulla base di sufficienti indizi, si ritiene che essi siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.

Al termine del procedimento, cui partecipano anche i proprietari o i comproprietari, il sequestro dovrà essere confermato da un provvedimento di confisca se il processo si conclude con una sentenza di condanna.

Con il provvedimento di sequestro viene nominato l’amministratore giudiziario che ha il compito di custodire, conservare ed amministrare i beni. L’amministratore, in questa fase, sarà affiancato dall’Avvocatura generale dello Stato e dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata , alla quale è affidata la gestione del bene dopo il provvedimento di confisca di primo grado.

Beni confiscati, che fine fanno?

La normativa prevede che a seguito della confisca definitiva i beni sono acquisiti nel patrimonio dello Stato. È l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata a deliberare in ordine alla destinazione del bene, versando al Fondo unico per la giustizia le somme di denaro, incluse quelle derivanti dalla vendita dei beni.

Gli immobili invece sono mantenuti nel patrimonio dello Stato per essere poi trasferiti agli enti locali che potranno gestirli direttamente ovvero assegnarli in concessione, a titolo gratuito, ad associazioni del terzo settore, seguendo le regole della massima trasparenza amministrativa.

Anche le aziende sono mantenute nel patrimonio dello Stato. L’Agenzia poi può decidere di affittarle (a titolo oneroso o gratuito, ad esempio a cooperative di lavoratori dipendenti dell’impresa confiscata), di venderle oppure di liquidarle, quando le altre due possibilità risultano impraticabili. I relativi proventi confluiscono poi anch’essi nel Fondo unico giustizia.

Se hai letto questo articolo potrebbe interessarti anche Che fine fanno i soldi confiscati alla criminalità, in questo caso, infatti, la legge prevede una procedura e un utilizzo differenti rispetto ai beni mobili e immobili.

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