Aumento del prezzo e tecniche di produzione sostenibili: tutte le novità contenute nell’accordo di filiera che Barilla ha siglato con ai produttori di grano in Emilia Romagna
Restano l’attenzione alla qualità del prodotto e l’impegno a ridurre l’impatto ambientale, e aumenta il prezzo riconosciuto ai produttori. Sembra soddisfare un po’ tutti, l’accordo di filiera siglato tra il Gruppo Barilla e le principali organizzazioni di produttori cerealicoli dell’Emilia-Romagna.
L’intesa è stata sugellata nella sede della Regione e prevede, tra l’altro, una remuneratività maggiore per le imprese agricole coinvolte nel processo produttivo dell’azienda leader mondiale della pasta.
Aumenta il prezzo riconosciuto agli agricoltori
L’accordo di filiera prevede il coinvolgimento di circa mille aziende agricole produttrici di grano duro di alta qualità in oltre 20mila ettari complessivi di campi.
Il contratto prevede che al gruppo Barilla vengano fornite circa 120mila tonnellate di materia prima per il 2018 e per il 2019.
Tra le novità inserite nel rinnovo dell’accordo di filiera, anche l’aumento del prezzo che il gruppo di Parma corrisponderà alle imprese fornitrici.
L’incremento per il biennio 2018-2019 sarà di 5 euro a tonnellata del prezzo garantito sul 30% dei volumi – in relazione al contenuto proteico del grano - mentre sulla restante quota del 70% del prodotto si farà riferimento al listino della Borsa merci di Bologna.
Dunque, il corrispettivo che Barilla si impegna a pagare agli agricoltori emiliani andrà dai 240 euro ai 260 auro a tonnellata in proporzione al contenuto proteico del grano: al 13% per la prima cifra, pari o superiore al 14% per la seconda. Previsti 250 euro a tonnellata, infine, per un prodotto con contenuto di proteine al 13,5%.
Si tratta, è stato sottolineato, di prezzi che sono maggiori della media del 15-20%.
Produzioni più sostenibili
Il rinnovo dell’accordo di filiera rafforza la presenza del Gruppo Barilla in Emila Romagna dove la partnership tra l’azienda produttrice di pasta e le imprese agricole va avanti ormai da oltre 12 anni.
Grazie a questa costante collaborazione con il territorio, si è riusciti a creare una filiera produttiva di alta qualità con una particolare attenzione all’ambiente.
Le nuove tecniche agronomiche adottata hanno, infatti, un minore impatto sull’ambiente e riducono del 20% l’emissione di Co2 nell’atmosfera.
“Siamo riusciti ad aumentare i volumi di grano duro sostenibile: 90mila tonnellate su 120mila, ovvero il 75% del prodotto che acquisteremo quest’anno in regione, sarà coltivato secondo il metodo sostenibile avviato nel 2009 con Horta (spin-off dell’ateneo di Piacenza) e Cnr, che permette di ridurre del 20% consumi di acqua ed emissioni di CO2”
ha spiegato con evidente soddisfazione Luigi Ganazzoli, responsabile Acquisti Barilla.
L’impegno di Barilla per acquistare il grano italiano
Dall’Emilia Romagna, il gruppo Barilla acquista circa un terzo del grano duro di alta qualità proveniente dall’Italia.
Un rapporto, quello tra le aziende agricole emiliane e la multinazionale della pasta, che si sta consolidando nel tempo e grazie al quale le aree coltivate a grano nella regione sono quadruplicate negli ultimi 10 anni.
Complessivamente, il piano nazionale di Barilla prevede il rifornimento della preziosa materia prima da 12 regioni italiane nel trienno 2017-2019.
Un quantitativo di grano duro di alta qualità pari a circa 900mila tonnellate per un valore economico di circa 240 milioni di euro.
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