Banche in crisi: tutti i tagli di posti di lavoro in arrivo

Livio Spadaro

6 Ottobre 2016 - 15:55

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Le banche europee stanno attraversando un periodo di forte crisi a causa di diversi fattori. A pagarne le spese saranno, per il momento, i dipendenti.

Banche in crisi: tutti i tagli di posti di lavoro in arrivo

Le banche europee sono in una profonda fase di ristrutturazione a causa del contesto deflativo e dei tassi negativi. Questi due fattori stanno generando scarsa redditività nel settore bancario che, per forza di cose, sta cercando di adeguarsi ai tempi.

Non solo, per molte banche europee i problemi provengono da investimenti sbagliati operati per cercare rendimenti alternativi oppure da condotte sbagliate adottate negli anni passati che ora si stanno trasformando in salatissime multe da pagare. La crescita che non si vede sta trascinando i bilanci delle banche europee sono sempre più in rosso e a pagare, purtroppo e per il momento, saranno i dipendenti.

Banche europee: Deutsche Bank pronta a tagliare 9.000 posti di lavoro

Deutsche Bank quest’oggi ha annunciato di voler procedere al taglio di 9.000 posti di lavoro, nell’ottica di profonda ristrutturazione della banca. Sempre quest’oggi, l’istituto tedesco ha annunciato di aver raggiunto un accordo con i sindacati per iniziare l’uscita di un migliaio di dipendenti.

Le banche europee sono affette da una profonda crisi, generata dalla deflazione e dai tassi negativi oltre che dall’esposizione su settori in forte perdita.

La mancata crescita economica europea ha nel tempo oberato le banche, soprattutto quelle del Sud Europa, di una grande mole di crediti deteriorati. L’Italia è il Paese europeo maggiormente afflitto dalla questione NPL ed il caso Montepaschi ne è il chiaro esempio.

Tuttavia, numerosi esponenti politici, economisti e organizzazioni internazionali hanno sempre difeso la resilienza e la solidità del comparto bancario europeo.

Banche europee: nono solo Deutsche, molti istituti pronti a tagliare migliaia di posti

Eppure, sono numerosi gli istituti di credito in Europa che stanno adottando profondi piani di riorganizzazione volti ad affrontare la crisi odierna. Oltre a Deutsche Bank, pochi giorni fa è stato il turno di Commerzbank di annunciare il piano di ristrutturazione. Piano che prevede un taglio di 9.600 posti di lavoro.

Lunedì, l’olandese ING Group, sempre nell’ottica di riorganizzazione aziendale, ha annunciato di voler tagliare 7.000 posti di lavoro. La svizzera Credit Suisse qualche mese fa ha reso noto di aver già tagliato 2.800 posti dei 6.000 tagli previsti.

Il piano industriale di Unicredit prevede invece l’uscita di 18.200 dipendenti in Europa, mentre il Montepaschi prevede l’uscita di altri 2.500 dipendenti da qui al 2018 (da sommare ai 5.500 già usciti).

Il 7 aprile di quest’anno, Banco Santander che è uno dei maggiori player del settore europeo, ha annunciato di voler procedere al taglio di 1.200 unità della forza lavoro. I vertici di Banco Popolare e BPM, banche che a breve daranno vita alla terza entità bancaria d’Italia, prevedono che dalla fusione nasceranno 1.800 esuberi.

Banche Italia: per Renzi ci sono troppi dipendenti

Di recente, il premier Matteo Renzi, prima di recarsi in visita ufficiale in visita, dichiarò che il sistema bancario italiano avrebbe dovuto ridimensionarsi con un taglio, nell’arco di 10 anni, di 150.000 dipendenti. Le esternazioni del presidente fecero infuriare i sindacati di categoria che si erano detti pronti ad uno sciopero generale.

A ben vedere, l’avanzamento della tecnologia e le difficoltà nel generare crescita non solo delle banche ma anche delle normali aziende, lascia pensare che ci saranno migliaia di tagli di posti di lavoro nel giro di pochi anni.

I governi e le banche centrali sono quindi chiamati a porre un freno alla decrescita e all’austerity, poiché l’avanzamento del processo di “riorganizzazione” delle aziende potrebbe, nel giro di pochi anni, trasformarsi in un vero e proprio bagno di sangue di posti di lavoro.

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