BCE: il quantitative easing e il piano salva-banche proposto dall’Italia

Vittoria Patanè

12/01/2015

Bankitalia propone alla BCE un piano salva banche legato al quantitative easing: ecco di cosa si tratta

BCE: il quantitative easing e il piano salva-banche proposto dall’Italia

Le sofferenze delle banche italiane, cioè i crediti erogati ad aziende in crisi che non riusciranno a ripagarli, sono cresciuti a novembre del 18,4 per cento annuo. Un dato migliore rispetto al 19,1% di ottobre, ma che palesa il bisogno impellente di trovare una soluzione alla questione relativa alla qualità del credito presso le banche italiane. Lo sa Bankitalia, lo sa la Banca Centrale Europea e lo sa anche il Governo.

Proprio per questo motivo Visco & Co. starebbero preparando un piano che prevede lo Stato come garante per la cartolarizzazione di parte di questi crediti in sofferenza, condizione che ne consentirebbe la vendita alla Bce.

Bankitalia: il piano salva banche
Secondo le ultime indiscrezioni un report preparato dalla BCE, circolante negli uffici di Bruxelles, affronterebbe il temaa della stretta del credito nei paesi della periferia europea, Italia in primis. Secondo il documento problema fondamentale non sarebbe la poca liquidità, ma la montagna di crediti in sofferenza delle banche. Questi prestiti a rischio insolvenza stanno letteralmente zavorrando i bilanci dei vari istituti bancari, andando ad acuire una crisi già di per sé molto grave.

Il ministero del Tesoro, in comunione con Palazzo Chigi, starebbe dunque lavorando a un progetto volto proprio a rimuovere parte delle sofferenze che rendono più difficile la circolazione di credito nel sistema.

La soluzione trovata sarebbe legata al quantitative easing, cioè all’acquisto di titoli di Stato da parte dell’Eurotower.

Il programma prevede l’acquisto da parte della Bce dei pacchetti di Abs contenenti crediti deteriorati degli istituti italiani: prestiti o mutui a rischio insolvenza, titoli cioè di bassissima qualità che la Bce comprerebbe grazie alla garanzia fornita dallo Stato Italiano.

In altre parole: lo Stato diventerebbe garante dei crediti in sofferenza, consentendo alle banche di trarre un po’ di respiro.

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