BCE e Banca Popolare Cinese. Un currency swap da 45 miliardi di euro

Michele Ciccone

10/10/2013

BCE e Banca Popolare Cinese hanno stipulato un accordo di currency swap per un valore di 45 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di una progressiva internazionalizzazione dello yuan.

 BCE e Banca Popolare Cinese. Un currency swap da 45 miliardi di euro

Pechino si affaccia ancora di più sui mercati internazionali. E’ delle ultime ore, infatti, la notizia che la BCE e la Banca Popolare Cinese hanno concluso un accordo di currency swap per un valore complessivo di 350 miliardi di renmimbi, ossia 45 miliardi di euro (60.8 miliardi di dollari).

Non solo l’Europa nei piani cinesi

L’accordo è solo l’ultimo di una serie di contratti derivati stipulati dalla Banca Popolare Cinese con altri paesi come Singapore, Indonesia, Malaysia ma anche Brasile e Sud America e in Europa Regno Unito e Islanda. Lo scopo sarebbe quello di promuovere l’utilizzo della valuta cinese nelle transazioni commerciali e finanziarie internazionali.
Come ha dichiarato Louis Kuijs, economista RBS a Hong Kong

L’obiettivo è quello di una internazionalizzazione dello yuan

L’accordo di currency swap è in grado di fornire alle banche centrali liquidità addizionale in periodi di emergenza finanziaria anche se, secondo Kuijs, tale proposito è secondario all’interno dei contratti swap stipulati dalla Cina.

L’importanza dei partners europei

L’Europa è il secondo più grande partner commerciale cinese. Naturale, quindi, la decisione di Pechino di alzare il profilo dello yuan, inserendo negli accordi la controparte europea. L’interesse è reciproco, dato il desiderio di Gran Bretagna e Germania di diventare il centro di raccolta di valuta cinese, lucrando i profitti derivanti dai servizi finanziari.

Lo yuan è attualmente l’ottava valuta più scambiata al mondo, con una quota di mercato pari all’1.5%, superiore alla corona Svedese, al won Sud Coreano e ai rubli Russi.

In Francia tutto ebbe inizio

L’accordo tra Pechino e Francoforte arriva in seguito alle dichiarazione del Presidente francese Francois Hollande circa le intenzioni della Francia di stipulare un currency swap con la seconda più grande economia al mondo.

Il governatore della Banca Centrale Francese Christian Noyer, dopo aver applaudito l’accordo raggiunto giovedì, così si è espresso:

Le banche francesi e dell’Eurozona avranno d’ora in poi la certezza di poter investire in attività denominate in yuan nel lungo periodo.

Non solo. Per fare un’esempio, un’azienda importatrice di prodotti cinesi che non riesce a trovare valuta locale per pagarle avrà ora una maggiore disponibilità di yuan. Il mercato di sbocco delle merci cinesi aumenterà, quindi, anche in termini di volume.

Verso una progressiva liberalizzazione dello yuan

Stiamo assistendo, dunque, ad una vera e propria diversificazione del paniere valutario cinese e ad un deciso rafforzamento della valuta cinese sul piano internazionale. L’obiettivo, infatti, è duplice. Da una parte rafforzare ancora di più il ruolo dello yuan come valuta di riserva. Dall’altro ampliare i mercati di sbocco, con la possibilità di rafforzare il cambio e di attrarre investimenti dall’estero. La liberalizzazione dello yuan è solo all’inizio.

Libera traduzione da: Koh Gui Qing per il Wall Street Journal

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