BCE, Draghi: ecco i punti del discorso. Economia debole, ma ci sarà la ripresa?

Federica Agostini

10 Gennaio 2013 - 17:07

BCE, Draghi: ecco i punti del discorso. Economia debole, ma ci sarà la ripresa?

La Banca Centrale Europea decide di lasciare invariati i tassi di interesse e, durante il suo discorso alla conferenza stampa, Mario Draghi sottolinea come nel 2013 continueremo a vivere in un contesto fatto di economia debole, anche se ci sono le premesse perché le condizioni migliorino entro la fine dell’anno.

Di seguito, tutti i punti toccati dal governatore della BCE durante la lettura del discorso di apertura della conferenza stampa (L’originale in lingua inglese è disponibile sul sito della BCE - ecb.int).

I punti del discorso di Draghi

  • Sulla base delle analisi economiche, la BCE decide di lasciare invariati i tassi di interesse allo 0.75%
  • La debolezza economica che ha caratterizzato il 2012 continuerà anche nel corso del 2013, sebbene l’indice HICP sia sceso negli ultimi mesi ed è atteso che rimanga al di sotto del 2% nel corso di quest’anno.
  • L’analisi economica indica che gli sviluppi dei prezzi rimarranno in linea con il principio di stabilità e tale indicazione trova piena conferma dall’analisi monetaria condotta dalla BCE.

BCE: l’analisi economica

  • A seguito di una contrazione trimestrale dello 0.2% nel secondo trimestre del 2012, il prodotto interno lordo reale dell’area euro ha subito un calo dello 0.1% nel terzo trimestre. Le statistiche dimostrano che la debolezza economica continuerà a perdurare anche quest’anno, sebbene le analisi congiunturali dimostrino la stabilizzazione della fiducia da parte dei mercati finanziari.
  • Nel corso del 2013 potremmo assistere ad una graduale ripresa principalmente dovuta alla politica accomodante della BCE, alla ritrovata fiducia dei mercati finanziari e alla riduzione della frammentazione nella zona Euro che, insieme, contribuiranno al rinvigorimento della domanda estera favorendo la crescita del settore delle esportazioni.
  • Nel corso del 2013 l’inflazione dovrebbe scendere al di sotto del 2% e sul fronte rilevante per la politica monetaria il contesto dell’Eurozona rimane ben ancorato al target, nonostante le difficoltà economiche della regione. I rischi, infatti, di un deterioramento delle condizioni dei prezzi sembrano essere ben bilanciati nel lungo termine.

Rischi per la zona Euro

I rischi, che nonostante tutto rimangono a minacciare il futuro economico della zona Euro sono da attribuirsi principalmente a:

  • scarsa implementazione delle politiche di riforme strutturali nei paesi della zona Euro;
  • le questioni geopolitiche;
  • gli squilibri esistenti tra le economie dei paesi industrializzati.

Tali fattori hanno come potenziale quello di danneggiare, sul lungo termine, la fiducia degli investitori e ritardare il recupero (invece essenziale) degli aspetti relativi agli investimenti, all’occupazione e ai consumi.

BCE: l’analisi monetaria

  • La crescita annuale M3 rimane invariata al 3.8% a novembre, dopo il 3.8% di ottobre suggerendo la preferenza per gli asset liquidi.
  • Le Istituzioni Monetarie Finanziarie (MFI) rivelano che grazie alle misure di politica monetaria non convenzionale, insieme all’intervento della politica nazionale, le basi depositarie migliorano anche nei paesi maggiormente colpiti dalla crisi. In questo modo, si allenta l’affidamento di tali istituzioni (MFI) nei confronti dei finanziamenti da parte dell’Eurosistema contribuendo alla riduzione della frammentazione dei mercati finanziari.
  • Pochi cambiamenti nelle condizioni di credito che vedono un declino annuo dello 0.5%.

Sull’unione bancaria

Al fine di assicurare una corretta trasmissione della politica monetaria a tutti i paesi della zona Euro è necessario che si rinforzi la capacità contributiva delle banche, ove necessario. La "robustezza" dei bilanci delle banche sarà un fattore determinante per la diffusione del credito all’economia e per la normalizzazione dei canali di finanziamento. In questo contesto, l’istituzione di un meccanismo di supervisione singolo (SSM o più comunemente supervisore bancario) è uno dei fattore fondamentali affinché si stabilisca un contesto finanziario integrato ed in grado di raggiungere gli scopi prefissati.

La creazione di un meccanismo di supervisione è un passo cruciale verso la re-integrazione del sistema bancario europeo e verso l’unione bancaria.

Invito alle economie in difficoltà

Alcune aree economiche dovranno lavorare ancora affinché non si perdano i benefici associati alla stabilizzazione dei mercati finanziari e le condizioni economiche tornino alla crescita. Le riforme strutturali saranno necessarie a rendere l’Eurozona un’area economica più flessibile, dinamica e competitiva. In particolare, tali riforme dovranno essere accompagnate da misure che contribuiscano a migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, promuovendo così la crescita dei paesi della zona Euro.

Per quanto riguarda le politiche fiscali, invece, è significativo il recente declino dei tassi di interesse sui titoli di Stato, ma questo andrà supportato con nuovi ed ulteriori progressi nel consolidamento fiscale ed in linea con gli impegni sottoscritti dal Patto di Stabilità e Crescita.

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