Avvocati, nuovo codice deontologico 2014: le novità in 5 punti

Valentina Pennacchio

6 Febbraio 2014 - 11:05

Il Consiglio Nazionale Forense ha approvato il nuovo codice deontologico per gli avvocati, che sarà presentato ufficialmente il 19 febbraio. Quali sono le novità?

Avvocati, nuovo codice deontologico 2014: le novità in 5 punti

Avvocati, si cambia. Lo scorso 31 gennaio il Consiglio Nazionale Forense ha approvato il nuovo codice deontologico, che verrà presentato ufficilamente il prossimo 19 febbraio. Verrà pubblicato anche sulla G.U., entrando in vigore dopo i consueti 60 giorni.

Il nuovo codice deontologico forense è stato predisposto dalla commissione deontologica coordinata da Stefano Borsacchi, che ha preso in considerazione le osservazioni giunte da ordini e associazioni in sede di consultazione, e si compone di 73 articoli raccolti in 7 titoli:

  • primo titolo (artt. 1-22): principi generali;
  • secondo titolo (artt. 23-37): rapporti con il cliente e la parte assistita;
  • terzo titolo (artt. 38-45): rapporti tra colleghi;
  • quarto titolo (artt. 46-62): doveri dell’avvocato nel processo;
  • quinto titolo (artt. 63-68): rapporti con terzi e controparti;
  • sesto titolo (artt. 69-72): rapporti con le Istituzioni forensi;
  • settimo titolo (art. 73): disposizione finale.

Nuovo codice deontologico forense

Cosa cambia nel nuovo codice deontologico forense 2014? Si segnala in prima battuta un impianto più moderno, che non tiene conto esclusivamente della giurisprudenza sviluppatasi in materia deontologica dal 1997, entrata in vigore del primo codice, ma anche di tutte quelle previsioni disciplinari sparse in diversi testi legislativi.

Riassumiamo le principali novità in punti:

  • tra i principi generali vengono citati una serie di caratteristiche che dovrebbero favorire l’obiettivo di tutelare l’affidamento della collettività, come l’autonomia, la leale concorrenza, la competenza, la diligenza, l’aggiornamento continuo, nonché il dovere di adempimento di ogni onere fiscale, previdenziale, assicurativo, contributivo;
  • nella sezione dedicata ai rapporti con la clientela viene posto l’accento sulla nascita del rapporto professionale e gli obblighi informativi che ne derivano (solo per citarne alcuni: eventuale preventivo scritto se richiesto, possibilità di avvalersi della mediazione). L’avvocato non deve in alcun modo consigliare azioni inutilmente gravose e deve rilasciare una documentazione fiscale ad ogni versamento ricevuto. Viene stabilito il divieto di accaparramento della clientela e il dovere di una corretta informazione circa la propria attività professionale. In tal senso è vietato un’informazione scorretta, che preveda informazioni equivoche, ingannevoli, denigratorie o che contengano riferimenti a incarichi o funzioni non inerenti l’attività professionale. L’informazione può avvenire con ogni mezzo, ma sul sito web non sono ammessi banner pubblicitari;
  • per quanto attiene ai rapporti con i colleghi l’avvocato dovrà assicurare ai praticanti l’effettività e la proficuità della pratica forense e, presupposto l’obbligo del rimborso delle spese, dovrà assicurargli, dopo i primi 6 mesi di di pratica, un compenso adeguato. Dovrà altresì assicurare la crescita formativa dei propri collaboratori, compensandone in maniera adeguata la collaborazione;
  • nella parte dedicata ai doveri dell’avvocato nel processo la nuova normativa prevede l’ascolto del minore per garantire la maggior correttezza in un ambito così delicato;
  • in relazione ai rapporti con le istituzioni forensi viene segnalato l’obbligo di collaborazione dell’avvocato iscritto e sanzionato in maniera pesante l’eventuale aiuto, teso a favorirli (dell’avvocato commissario d’esame soprattutto), dei candidati impegnati nell’esame di abilitazione.

Novità previdenziali

Novità anche sul fronte previdenziale, grazie al nuovo regolamento approvato dalla Cassa Forense per il versamento dei contributi obbligatori che interessa circa 80.000 avvocati tra vecchi e nuovi iscritti, con lo scopo di intervenire sulla posizione di circa 50.000 avvocati non ancora iscritti alla previdenza di categoria e 37.000 iscritti, ma che non raggiungono il reddito minimo. L’obiettivo è anche quello di ridurre il numero degli iscritti, favorendo coloro che davvero esercitano la professione in maniera costante ed esclusiva. Il testo del provvedimento dovrà passare ora ai Ministeri Vigilanti per la necessaria approvazione.

Tra le novità più eclatanti il versamento di 700 euro sia per i 50.000 avvocati obbligati ad iscriversi alla Cassa Forense, sia quelli al di sotto del reddito minimo (10.300 euro), in cambio verranno riconosciuti 6 mesi di anzianità contributiva.

Il nuovo regolamento divide. C’è chi lo trova una "speranza di un presente lavorativo e di un degno futuro previdenziale", come il presidente della Cassa Forense, Nunzio Luciano, e chi lo trova "preoccupante e deludente", come l’Anf, che spiega:

"Di fatto, introduce considerevoli disparità di trattamento tra avvocati che hanno il medesimo percorso professionale premiando chi, sinora è rimasto fuori dall’ente e punendo chi, anche a costo di grandi sacrifici, è entrato ed è rimasto. Sembrerebbe non esservi alcuna considerazione per i colleghi in difficoltà iscritti in Cassa da oltre 8 anni, e questo significa, senza dubbio, usare due pesi e due misure, soprattutto nei confronti di coloro che esercitano questa professione all’interno delle regole da tempo".

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