Avvocati: le modifiche del CNF sull’introduzione del numero chiuso

Simone Micocci

06/04/2016

06/04/2016 - 16:14

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Diventare avvocato: è arrivato il parere del Consiglio Nazionale Forense sulla bozza di regolamento inviata dal Ministero della Giustizia in cui viene modificata la modalità di accesso alla pratica forense.

Avvocati: le modifiche del CNF sull’introduzione del numero chiuso

Diventare avvocato, presto potrebbe cambiare tutto.

Nei giorni scorsi il Ministero della Giustizia ha inviato al Consiglio Nazionale Forense la bozza relativa al cambio delle modalità con cui si accede alla pratica forense. Nel dettaglio, la proposta del Ministero della Giustizia prevede la chiusura dell’accesso alla pratica forense, tramite l’introduzione di corsi di formazione a numero chiuso per i praticanti avvocati.

A tal proposito si attendeva con ansia il parere del CNF sul nuovo regolamento riguardante le modalità di accesso alla pratica forense. E proprio in queste ultime ore il Consiglio Nazionale Forense, quasi a sorpresa, ha espresso il proprio parere positivo sul nuovo regolamento, pur proponendo alcune modifiche all’impianto normativo generale.

Vediamo nel dettaglio le modifiche apportate dal Consiglio Nazionale Forense e come potrebbero cambiare le modalità di accesso all’introduzione forense.

Diventare avvocato: il parere del CNF sul nuovo regolamento

Il CNF esprimendo il suo parere positivo sul nuovo regolamento per diventare avvocati, ha proposto una regolamentazione più dettagliata di alcuni aspetti.

Intanto, il CNF specifica che il corso deve essere uno step in più per la formazione dell’avvocato, e quindi bisogna evitare di ripetere quanto già espresso nelle lezioni universitarie.

Inoltre, il Consiglio ha dichiarato che la durata del corso dovrà essere di 160 ore, e andranno distribuite nei 18 mesi di tirocinio previsti per legge. Le lezioni del corso, però, dovranno essere organizzate in modo da non pregiudicare l’assistenza e la frequenza dello studio legale. Infine, il CNF propone una maggior collaborazione tra gli Istituti Forensi, così da migliorare l’offerta formativa.

Diventare avvocato: le modifiche del CNF sulle prove da sostenere

Durante il corso di formazione, il praticante avvocato dovrà sostenere alcune prove, come previsto dalla bozza inviata dal Ministero della Giustizia ha inviato al Consiglio Nazionale Forense.

Il CNF ha espresso parere positivo anche su questo punto, pur consigliando delle modifiche.

Infatti, il CNF propone di ridurre le tre prove che il praticante deve sostenere durante i 18 mesi, il cui mancato superamento impedirà il rilascio del certificato di compiuta pratica. Nel dettaglio, il CNF prevede che al termine dei primi due semestri ci siano due test a risposta multipla in cui ci saranno 30 quesiti inerenti al piano didattico del corso. Queste prove verranno superate solo rispondendo in maniera corretta ad almeno due terzi delle domande.

Inoltre il CNF ha specificato che affinché un praticante avvocato possa accedere alle prove, deve aver frequentato minimo l’80% delle lezioni.

Infine, i candidati dovranno sostenere una terza prova, strutturata come se fosse una simulazione dell’esame di abilitazione alla professione. Per il CNF, ogni componente della commissione di valutazione può attribuire un massimo di 10 punti per ogni materia oggetto del colloquio. In questo modo, l’esame si considera superato solo se il candidato ha superato la metà più uno dei punti disponibili.

Diventare avvocato: il CNF ha introdotto nuove materie di insegnamento

Nel parere del CNF viene eliminato Diritto tributario dell’Unione Europea dalle materie indicate dal Ministero della Giustizia come oggetto del corso di formazione.

Al suo posto, il CNF ha proposto di inserire le seguenti discipline:

  • organizzazione e amministrazione dello studio professionale;
  • profili contributivi e tributari della professione di avvocato;
  • ordinamento giudiziario.

Infatti, per il CNF è fondamentale che nel corso dei 18 mesi gli aspiranti avvocati acquisiscano le capacità professionali necessarie per la difesa dei propri diritti e per la gestione di uno studio.

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