Australia, allarme siccità: giù le previsioni di crescita. Taglio tassi RBA alle porte?

Luca Luongo

28/10/2015

28/10/2015 - 13:13

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L’economia australiana deve far fronte in questo periodo al caldo portato da El Nino. Ma in tutto questo chi ci rimette sono i produttori di materie prime.

Australia, allarme siccità: giù le previsioni di crescita. Taglio tassi RBA alle porte?

Il dibattito di politica monetaria in Australia, come il suo tempo, si sta scaldando sempre di più. Il continente più secco del mondo abitato si sta confrontando con temperature torride che Goldman Sachs pensa possano minacciare la crescita nel 2016, e questo potrebbe portare ad una pressione ulteriore sulla banca centrale australiana (RBA) affinché tagli i tassi di interesse. 

Il più forte El Nino da 18 anni a questa parte - così viene chiamato il fenomeno di surriscaldamento annuale in Australia - e le temperature oceaniche fredde in Indonesia, sono un ottimo miscuglio di ingredienti per produrre previsioni che inaridiscono fattorie e ranch in Australia. Il calo della produzione agricola potrebbe aggravare i problemi di un’economia già alle prese con il crollo dei prezzi delle materie prime e del settore privato.

Tim Toohey ha dichiarato:

"Una siccità in un periodo in cui la crescita economica non agricola è ben al di sotto delle previsioni e la pressione inflazionistica contenuta sono delle ragioni sufficienti per giustificare un ulteriore allentamento monetario."

Australia, siccità: gli effetti sul PIL

Toohey prevede che l’economia australiana si espanderà ad un ritmo inferiore del 2% nel 2016, e potrebbe peggiorare se gli effetti climatici venissero confermati. 

Un’espansione annuale inferiore all’1,7% potrebbe essere il dato più debole mai fatto registrare dal 1992. All’inizio di questo mese (dopo il terzo più secco settembre in questi ultimi anni) l’Australian Bureau of Meteorology stima che un 80% delle temperature nella metà meridionale del paese sarebbero al di sopra della media massima nel mese di ottobre. 

L’agenzia agricola del governo, nel frattempo, sta cercando di prevedere se la produzione agricola sarà costante nel prossimo periodo. Quest’anno El Nino (che non è nient’altro che un riscaldamento della temperatura superficiale dell’Oceano Pacifico) è il più forte dal 1997. I suoi effetti si fanno già sentire dal Vietnam (per i suoi coltivatori di caffè), passando per i produttori africani di cacao arrivando fino in Argentina per i produttori lattiero-caseari.

Durante l’ultima siccità nel 2006, la Reserve Bank of Australia aveva stimato che la produzione agricola sarebbe scesa del 20% andando a perdere circa lo 0,5% di crescita del prodotto interno lordo (PIL).

Ciò che rende questa siccità ancora più grave del previsto per l’economia è che la crescita si trova al di sotto della media dagli ultimi sette anni a questa parte. Durante le siccità del 1994-95, 2002-03 e 2006-07, la crescita del PIL non agricolo è stata rispettivamente del 4,6%, 4% e del 4,3%, mentre l’inflazione aveva già raggiunto il target della baca centrale australiana del 3%.

Ora, l’economia non agricola si sta espandendo ad un ritmo del 2,4% mentre l’inflazione è all’ 1,5%. La RBA (banca centrale australiana) dovrà aggiornare le sue previsioni per la crescita economica e l’inflazione durante il meeting del 6 novembre, tre giorni dopo annuncerà la sua decisione di politica monetaria mensile.

A seguito dei dati sull’inflazione, i trader si aspettano un taglio dei tassi di interesse già a novembre secondo Bloomberg. 

L’Australia rimane il più grande esportatore di lana del mondo e uno dei principali fornitori di carne di manzo, cotone, zucchero e grano. Le condizioni meteo derivanti da El Nino hanno ridotto il raccolto di grano del paese del 15% lo scorso mese. Il governo aveva dichiarato che la siccità, insieme a un aumento della domanda di carni bovine del paese, aveva incoraggiato gli allevatori ad aumentare i loro tassi di macellazione.

Toohey di Goldman si aspetta che la RBA abbassi le sue previsioni di crescita per il 2016 di 2/3 punti percentuali, ma questo non basterà purtroppo ad aspettare l’impatto che avrà la siccità prima di tagliare i tassi di interesse.

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