Forex: valute asiatiche in calo anche nel 2016

Mariangela Celiberti

18 Dicembre 2015 - 15:48

Le previsioni di alcuni analisti vedono in calo le valute asiatiche anche nel 2016: la colpa sarebbe da attribuire all’indebolimento dell’economia cinese.

Forex: valute asiatiche in calo anche nel 2016

Tutte le 10 principali valute asiatiche continueranno il loro ribasso nei confronti del dollaro per il terzo anno consecutivo a causa della Cina. Questa almeno è l’opinione di molti analisti.
La rupia indonesiana, il won della Corea del Sud e il dollaro di Singapore dovrebbero scendere ancora di più nel 2016, la rupia indiana indiana dovrebbe invece riuscire a svalutarsi in maniera più contenuta.

Mentre la Federal Reserve degli Stati Uniti mercoledì ha dichiarato che potrebbero esserci altri quattro aumenti dei tassi di interessenel 2016, Taiwan ha tagliato ancora i suoi giovedì e gli economisti prevedono una riduzione anche in Cina, Corea del Sud, Thailandia, India e Indonesia in modo da stimolare la crescita.

Il rallentamento della Cina sta danneggiando le nazioni asiatiche con forti legami commerciali verso la seconda più grande economia del mondo; l’11 agosto la svalutazione dello yuan ha offuscato le prospettive future di una moneta che era stata fonte di stabilità in Asia durante le precedenti crisi.
Secondo Goldman Sachs Group Inc. e JPMorgan Chase & Co. la debolezza del renminbi cinese arriverà a pesare sui tassi di cambio del paese e in tutti i mercati emergenti.

"L’Asia ha una certa sensibilità nei confronti dello yuan, che rappresenta il fulcro della catena di produzione agli occhi del resto del mondo."

ha dichiarato Claudio Piron di Bank of America Merrill Lynch a Singapore.

Lo yuan si è indebolito del 2% questo mese nel mercato offshore di Hong Kong, la perdita più alta in Asia dopo quella del won sudcoreano, e quella dell’1,3 % a Shanghai dopo che la Banca Popolare cinese ha permesso il crollo contro il dollaro. Le restrizioni sulle negoziazioni sono state abolite dopo che il Fondo Monetario internazionale ha aggiunto questa valuta al suo paniere di riserva.

La quotazione dello yuan a 6,4814 contro il dollaro toccata venerdì è stata la più debole da giugno 2011. Le oscillazioni della valuta hanno raggiunto il suo punto più alto il 14 dicembre, sempre dal mese di agosto, dopo che la Banca Centrale ha presentato un nuovo indice di tasso dello yuan che lo mette a confronto contro 13 valute, sviluppo visto come base per un ulteriore deprezzamento.

Gli indici compilati dalla Bank for International Settlements mostrano che lo yuan è ancora la più forte tra le 24 valute dei mercati emergenti in termini ponderati, tenendo conto dell’inflazione, e questo fattore danneggia la competitività nelle esportazioni della Cina.

"La Cina sta in realtà guadagnando competitività su base ponderata con l’aiuto di un fixing più debole"

ha dichiarato Craig Chan della Nomura Holdings Inc.

"Con la stretta di questa settimana da parte della Fed già prezzata, le valute asiatiche saranno più sensibili ai movimenti del yuan"

ha concluso.

Lo yuan secondo Citigroup e Nomura

Citigroup Inc., il più grande foreign exchange trader del mondo, Bank of America e Nomura hanno raccomandato la vendita del won e dollaro di Taiwan contro il biglietto verde, dati i loro stretti legami economici con la Cina. Bank of America e Nomura hanno inoltre consigliato di vendere l’offshore yuan, che commercia liberamente a differenza delle valute onshore.

La più grande economia dell’Asia registra il 34,3% del totale degli scambi con la Corea del Sud, seguita dalle Filippine al 25% e Thailandia, Malesia e Taiwan al 22%. Circa il 19% del commercio dell’Indonesia è con la Cina, e un crollo dei prezzi mondiali delle materie prime pesa anche sulla moneta della nazione sud-est asiatico. Le esportazioni si sono ridotte per nove mesi quest’anno in Cina, undici mesi in Corea del Sud e dieci mesi in Taiwan.

Anche se lo yuan si indebolirà il prossimo anno, un forte deprezzamento da parte delle autorità cinesi è improbabile, secondo Nomura.

Crescita lenta dei mercati emergenti

"Hanno già imparato che le svalutazioni possano colpire dappertutto"

ha detto Joel Kim di BlackRock Inc., che sovrintende 4,500 miliardi di dollari.

"Il fatto che le esportazioni siano calate è problema di domanda globale, piuttosto che un problema di competitività solo in Cina. La Cina probabilmente favorirà la stabilità macroeconomica e la sua valuta ne è una parte".

Il FMI prevede che la crescita delle economie in via di sviluppo dell’Asia rallenterà del 6,4% l’anno prossimo, rispetto al 6,5% nel 2015, con una decelerazione dell’espansione della Cina al 6,3% dal 6,8%. Ciò significa che le banche centrali asiatiche dovranno tagliare ulteriormente i tassi di interesse, mentre la Fed procede gradualmente, con conseguenti deflussi e valute più deboli.

Secondo un’indagine realizzata da Bloomberg, 7 su 23 economisti si aspettano che la Banca di Corea riduca il suo tasso principale di almeno 25 punti base l’anno prossimo da un minimo record dell’1,5%. Un ulteriore allentamento è previsto anche in Indonesia, Thailandia e India.

"Questo imminente ciclo di misure da parte della Fed arriverà nonostante non ci sia una forte sincronizzazione di ripresa globale e un recupero da parte delle esportazioni"

ha dichiarato Piron della Bank of America.

"In genere questo sarebbe positivo per le valute asiatiche perché potrebbero aumentare le esportazioni. Stavolta però abbiamo il contrario."

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