Borse asiatiche ai minimi di 1 mese, pesano i dati deboli e la Fed

Mercati asiatici sui minimi mensili dopo i dati macro riguardati l’inflazione in Cina, con la pubblicazione dell’indice dei prezzi alla produzione e l’indice dei prezzi al consumo CPI.

Nel particolare, l’indice dei prezzi al consumo CPI è sceso più del previsto su base mensile registrando un calo dello 0,3% facendo peggio delle previsioni poste a -0,2%.

L’indice CPI su base annuale invece è salito anche se meno del previsto. Infatti, il CPI su base annuale è salito dell’1,3% non rispettando le attese poste all’1,5%. I prezzi della produzione su base annuale è calato al -5,9% facendo leggermente peggio della previsione posta a -5,8%.

Questi dati hanno gettato sconforto nelle borse asiatiche, con l’Hang Seng che ha chiuso a -1,89%, Shanghai a -0,48%, Taiwan -1,22% ed il Kospi coreano a -1,44%. Solo il Nikkei è riuscito a chiudere sopra la parità a +0,15% continuando i festeggiamenti per la rivalutazione del Dollaro sullo Yen.

Secondo gli analisti orientali, le borse asiatiche dopo aver recuperato terreno nell’ultimo mese, stanno cominciando a scontare il possibile rialzo dei tassi USA a Dicembre.

In Cina continua a far paura lo spauracchio del rallentamento dell’economia, che potrebbe essere gravata dal rialzo dei tassi USA a Dicembre. Tuttavia, dati in calo come quelli dell’economia cinesi, potrebbero far scattare misure più espansive da parte della PboC.

Ha chiuso in calo anche l’Australia, con l’ASX200 in calo del -0,4% appesantito sia dai dati cinesi che dal calo del business confidence, sceso a +2 dal +5 di Settembre.

Anche gli Stati Uniti ieri hanno chiuso in territorio negativo, cominciando a scontare il possibile rialzo dei tassi USA a Dicembre. Nel particolare, il Dow Jones ha perso l’1%, l’S&P500 ha chiuso a -0,98%, mentre il Nasdaq ha chiuso la seduta con un -1,01%.