Obama va in soccorso dell’Argentina nel contenzioso con il fondo Nml Capital per i Tango Bond ristrutturati dopo l’ultimo default
A giugno la Corte Suprema Usa dovrà esprimersi definitivamente sul contenzioso tra il fondo americano Nml Capital e il governo argentino circa il pagamento di 1,33 miliardi di dollari di interessi sui Tango Bond ristrutturati con due offerte nel 2005 e nel 2010, ma che meno del 10% dei creditori ha accettato. Il fondo di investimento statunitense, controllato dalla Elliott Management, richiede sia il pagamento degli interessi sia l’accesso ai conti segreti del governo sudamericano in modo tale da potersi appropriare di tutte le risorse necessarie per il soddisfacimento dei propri diritti.
Il fondo Nml Capital acquistò i bond argentini dai creditori in disaccordo con le offerte dei Tango Bond ristrutturati, con l’obiettivo di ottenere una rivalsa completa sul governo guidato da Cristina Férnandez de Kirchner per ricevere il pagamento integrale dei bond e non parziale. Buenos Aires ha da tempo fatto sapere che, in caso di sentenza sfavorevole, è pronta ad annunciare un nuovo default sul debito estero provocando così seri problemi all’intero continente sudamericano e indirettamente anche agli Usa. L’Argentina è in una condizione economico-finanziaria molto precaria, complice il ritorno dell’iperinflazione e il crollo della valuta nazionale.
Il peso argentino si è svalutato quasi del 60% rispetto a un anno fa, con il cambio dollaro/peso che oggi vale poco più di 8 e che sul mercato nero viene scambiato su valori ancor più elevati a causa della scarsità di dollari in circolazione nel paese sudamericano (necessari per acquistare beni di prima necessità). Inoltre Buenos Aires ha quasi esaurito del tutto le sue riserve valutarie, per cui non sarebbe in grado di resistere a una nuova ondata di panico. Per scongiurare un nuovo default (oggi i bond argentini sono giudicati Caa1 da Moody’s) e una crisi su larga scala nelle Americhe, è sceso in campo il presidente americano Barack Obama che si è schierato al fianco della Kirchner nel contenzioso con il fondo Nml Capital.
Un primo segnale in tal senso è giunto da un improvviso dietrofront di ben 8 dei 9 giudici della Corte americana, che nell’udienza di ieri si sono dimostrati più inclini alla causa argentina quando invece fino a qualche tempo fa erano decisamente orientati a far valere le ragioni del fondo Usa. Anche il procuratore Edward Kneedler, che rappresenta il governo Usa, si è schierato con l’Argentina. A quanto pare, dietro questo brusco cambiamento di opinioni, ci sarebbe lo zampino di Obama che in cambio avrebbe chiesto alla Kirchner di ammorbidire notevolmente la sua condotta politica, dopo anni di attacchi ed espropriazioni forzate a danno di multinazionali straniere che stanno minando la fiducia degli investitori esteri nei confronti di Buenos Aires.
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