Tegola su ArcelorMittal: scatta il blitz della Guardia di Finanza

Tegola su ArcelorMittal: la Guardia di Finanza ha dato il via a un vero e proprio blitz.

Il tutto è avvenuto nell’ambito delle indagini avviate dopo l’esplosione del caso Ilva. Qualche giorno fa il colosso dell’acciaio ha comunicato la sua intenzione di ritirarsi dal dossier gettando così nuove ombre sul futuro dell’impianto di Taranto.

Da qui il ricorso presentato dai commissari straordinari, che ha portato oggi alle perquisizioni della Guardia di Finanza, le quali hanno interessato sia gli uffici di Milano che quelli pugliesi.

ArcelorMittal: il blitz della Finanza a Taranto

Negli uffici di Taranto la Guardia di Finanza ha sequestrato i documenti relativi alla compravendita di materie prime e prodotti finiti. Le accuse sono nello specifico sono:

• distruzione di mezzi di produzione
• appropriazione indebita

Stando a quanto fino ad ora trapelato, ArcelorMittal potrebbe aver messo in atto diversi escamotage volti ad incrementare le perdite iscritte in bilancio. Più nello specifico, il colosso avrebbe acquistato a prezzi maggiorati le materie prime e avrebbe poi rivenduto a prezzi bassissimi i prodotti finiti alle società del gruppo. Queste ultime, a loro volta, avrebbero poi rimesso tutto sul mercato a prezzi normali.

Secondo i più scettici, tali pratiche (ancora da accertare) sarebbero state poste in essere per arrivare poi alla chiusura definitiva della fabbrica tarantina.

La GdF anche a Milano

Come anticipato, il blitz contro ArcelorMittal non ha risparmiato gli uffici lombardi nei quali la Guardia di Finanza si è concentrata su alcune accuse specifiche tra cui:

• aggiotaggio informativo;
• distrazione di beni del fallimento.

Da non sottovalutare poi neanche l’indagine sull’omessa dichiarazione dei redditi di una società appartenente ad ArcelorMittal con sede in Lussemburgo.