Analisi materie prime: petrolio Brent in fuga verso 80 dollari al barile?

Ufficio Studi Money.it

15 Maggio 2018 - 10:05

Il report dell’Opec ha visto al rialzo le stime sulla domanda per il 2018

Analisi materie prime: petrolio Brent in fuga verso 80 dollari al barile?
Valori
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MM200 63,56
RSI 14 69,41
MACD 1,69
Performance
1 settimana +4,77%
1 mese +8,05%
3 mesi +21,90%

Le quotazioni del petrolio Brent sono in fuga verso gli 80 dollari al barile dopo che ieri i futures quotati a Londra hanno concluso la seduta in territorio positivo e sui massimi dal novembre 2014. Il mese più prolifico per i contratti sul petrolio del Mare del Nord è stato aprile, mese nel quale i prezzi del barile hanno superato la coriacea resistenza statica di lunghissimo periodo che in passato ha ostruito la ripresa del mercato una volta nel 2015 e ben due volte nel primo quarto di quest’anno.

Dal punto di vista fondamentale la spinta rialzista di queste ultime sedute ingloba altresì le tensioni che si respirano sui diversi fronti di geopolitica internazionale, soprattutto in Medio-oriente, che rischiano di mettere un freno alla produzione in quel quadrante di globo. Positive invece le proiezioni sulla domanda di oro nero. Il report dell’Opec pubblicato ieri ha infatti rivisto al rialzo le stime sulla domanda per il 2018.

Dal punto di vista tecnico questi elementi sono figli del movimento rialzista principale di lungo periodo che caratterizza la tendenza del mercato petrolifero da ormai due anni e mezzo. Lo sfogo verso gli 80 $ sul grafico del derivato sul Brent rappresenta l’estensione rialzista del triangolo in costruzione dal maggio del 2015 con bordo superiore costituito dalla trendline discendente che tocca i massimi relativi del 6 maggio 2015 e 3 gennaio 2017.

In questo momento, data la convergenza rialzista fra macro-trend principale e tendenza intermedia è lecito potersi aspettare una battuta d’arresto di breve periodo che potrebbe condurre le quotazioni ad un nuovo test della trendline di medio-lungo tracciata con i low del 21 giugno 2017 e 13 febbraio 2018. Dal punto di vista operativo è possibile operare sfruttando il fatto che il differenziale tra il petrolio del Mare del Nord (Brent) e quello di riferimento per gli Stati Uniti (WTI nel grafico) si è allargato fino a +7,3 dollari il barile, massimo degli ultimi tre anni.

In questo quadro chi volesse accodarsi al trend principale potrebbe dunque sfruttare le temporanee fasi di debolezza del WTI per entrare a 69,6-70 dollari e posizionando lo stop loss a 67,6 onde evitare di incappare in un movimento correttivo più ampio. Target di questa strategie potrebbero essere individuati a 71,5 e 75 dollari.

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# Brent

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