Amnistia e indulto: nuove e importanti dichiarazioni del Ministro della Giustizia

Simone Micocci

21 Luglio 2016 - 09:29

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Amnistia e indulto, novità: il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha analizzato lo stato in cui versano le carceri italiane, soffermandosi in particolare sulla riforma del processo penale.

Amnistia e indulto: nuove e importanti dichiarazioni del Ministro della Giustizia

Amnistia e indulto, ultime notizie: nuove e importanti dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Come abbiamo avuto modo di ribadire più volte, difficilmente ci saranno delle novità importanti sul fronte dell’amnistia e l’indulto durante questa legislatura. Il Governo Renzi, infatti, al momento ha altre priorità e per questo prima di discutere dei 4 ddl sull’amnistia e l’indulto fermi alla Commissione Giustizia del Senato ci vorrà ancora qualche mese.

Un ruolo di primo piano in tutta questa vicenda è ricoperto dal Ministro della Giustizia Orlando, colui che potrebbe dare il via ad una nuova discussione sui temi di amnistia e indulto. Per questo motivo ogni volta che Orlando rilascia qualche dichiarazione c’è molta curiosità di scoprire quali temi sono stati trattati.

Il Ministro della Giustizia nei giorni scorsi è stato prima protagonista di un question time al Senato, mentre ieri ha rilasciato un’intervista su Rai 1. Per Orlando è stata l’occasione per fare il punto della situazione sullo stato in cui si trovano le carceri italiane, ma ha toccato anche altri aspetti come ad esempio la riforma del processo penale, che potrebbe avere delle conseguenze anche su temi come l’amnistia e l’indulto.

Amnistia e indulto, Orlando al Senato: la situazione nelle carceri è stabile

La scorsa settimana il Ministro Orlando è stato protagonista di un question time tenuto presso l’aula del Senato della Repubblica. In particolare Orlando ha analizzato la situazione nelle carceri italiane, dichiarando che il problema del sovraffollamento sta per essere risolto. “Siamo vicini all’assestamento” ha annunciato il Ministro. Quindi le misure messe in atto dal Governo Renzi, decreto svuotacarceri, la legge sulle pene alternative, il decreto sulla depenalizzazione dei reati lievi e la riforma della custodia cautelare, stanno dando i risultati sperati.

Nel dettaglio, Orlando ha dichiarato che prima del Governo Renzi le carceri italiane erano molto più affollate. Adesso il numero dei detenuti è di circa 54 mila persone, mentre i posti detentivi totali sono 49 mila e 700. Quindi, stando ai dati forniti dal Ministro della Giustizia, bisognerà diminuire il numeri di detenuti di almeno 5 mila unità per poter risolvere il sovraffollamento.

Un ddl sull’amnistia e l’indulto potrebbe aiutare? Sì, ma difficilmente ci sarà un cambio di tendenza del Premier Renzi che non ha mai visto di buon grado la concessione dell’amnistia. Infatti, come spiegato da Orlando al Senato, al vaglio del Governo ci sono delle misure alternative, come l’introduzione di pene alternative in apposite comunità per i tossicodipendenti.

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Orlando su Rai 1: per la riforma del processo penale la soluzione è vicina

Nella giornata di ieri, Orlando è intervenuto su Rai 1 facendo il punto su molti aspetti legati alle carceri italiane, come ad esempio sulla riforma del processo penale.
A tal proposito, il Ministro della Giustizia ha dichiarato che con la riforma verranno introdotte molte novità importanti, come ad esempio:

  • deflazione dei tempi necessari per le udienze preliminari;
  • riduzione della possibilità di impugnazione di un processo;
  • aumento delle pene minime per i reati predatori e i furti negli appartamenti;
  • aumento delle pene per il reato di voto di scambio politico e mafioso.

Per l’approvazione definitiva della riforma bisognerà aspettare che vengano risolte le incongruenze sorte all’interno della maggioranza per quanto riguarda la prescrizione. A tal proposito Orlando ha dichiarato che il Governo sta lavorando per risolvere questa delicata questione, commentando: “con non poca fatica stiamo arrivando ad un punto di equilibrio che consenta di affrontare il tema del rischio che alcuni processi finiscano nel nulla”.

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