La commissione europea ordina ad Amazon di pagare 250 milioni di euro di multa per aver goduto di privilegi fiscali in accordo con il Lussemburgo. L’azienda di Bezos annuncia il ricorso.
Amazon è stato condannato dall’UE a pagare 250 milioni di euro al Lussemburgo per i privilegi fiscali illegali di cui ha goduto, senza una valida giustificazione, tra il 2006 e il 2014.
Per gli stati membri dell’Unione europea è illegale concedere privilegi fiscali alle multinazionali.
Nella dichiarazione di Margrethe Vestager, commissario europeo per la concorrenza, si legge che il Lussemburgo avrebbe concesso benefici ad Amazon, e come risultato i 3/4 dei profitti dei suoi profitti non sono stati tassati. In altre parole la società di Jeff Bezos ha potuto pagare le tasse per un importo 4 volte inferiore rispetto alle aziende locali soggette alla medesima legislazione fiscale nazionale ed internazionale.
L’accordo con il Lussemburgo
Da giugno 2014 Amazon ha modificato il modo in cui opera in Europa in modo da “essere fuori” dall’autorità della Commissione UE. L’accordo con il Lussemburgo ha consentito al colosso di e-commerce di spostare il grosso dei ricavi da un gruppo soggetto alla tassazione del paese (Amazon EU) a una società non soggetta a tassazione, Amazon Europe Holding Technologies, a cui è stata pagata la royalty dalla prima, appoggiata dal tax ruling. Questa holding non aveva dipendenti, uffici e attività commerciali. Per la Commissione questo sistema “non rifletteva la realtà economica del mercato”.
In un comunicato della società di Bezos si legge che “Amazon non ha ricevuto alcun trattamento speciale da parte del Lussemburgo, e ha pagato le tasse in modo conforme alla legislazione vigente”. L’e-commerce numero 1 al mondo non ci sta e dice che valuterà il ricorso in appello. “I nostri 50.000 dipendenti in tutta Europa rimangono focalizzati a offrire il miglior servizio ai nostri clienti e alle centinaia di migliaia di piccole imprese che lavorano con noi” ha dichiarato il gigante del retailing online.
Sentenza anti-Trump?
La Commissione europea ha avviato le indagini sugli accordi fiscali di Amazon e Lussemburgo nel 2014. Anche altre multinazionali estere sono finite nel mirino della Commissione europea, che l’anno scorso ha ordinato all’Irlanda di recuperare 13 miliardi di imposte da parte di Apple.
L’Europa ha promesso di esaminare nel dettaglio le disposizioni fiscali tra i grandi gruppi e gli Stati membri dell’Unione. Il caso Amazon potrebbe far crescere le tensioni tra Europa e Stati Uniti dopo la maxi-multa ad Apple, considerata da Tim Cook una questione politica e anti-americana.
La sentenza contro Amazon sarebbe anche una mossa contro la spinta di Trump di elaborare un piano di rimpatrio dei soldi delle società statunitensi con grandi flussi di denaro all’estero. La sentenza inoltre potrebbe essere imbarazzante per Jean-Claude Junker, presidente della Commissione europea ed ex primo ministro del Lussemburgo dal 1999 al 2013. All’apertura delle indagini molti politici europei avevano chiesto le dimissioni di Junker, che tuttavia aveva negato ogni coinvolgimento negli accordi, dicendo che il primo ministro non ha potere sul lavoro delle autorità fiscali.
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