Si avvicina l’Ipo di Alibaba a Wall Street. Presentati i documenti alla Sec. Tutte le informazioni sull’azienda che potrebbe cambiare definitivamente l’assetto economico mondiale
Alibaba fa un altro passo verso Wall Street. Dopo settimane di voci e indiscrezioni il colosso dell’e-commerce cinese ha presentato alla Sec i documenti per il collocamento azionario più atteso di tutti i tempi.
Sale l’ansia nei pressi di Bowling Green Park, perché questa quotazione potrebbe definitivamente cambiare i rapporti di forza tra Cina e Stati Uniti, trasformando i colonizzati in colonizzatori.
In America non si parla d’altro. Non si conosce ancora il giorno del debutto, ma man mano che passano le ore la febbre asiatica contagia qualcuno e il New York Stock Exchange si prepara ad accogliere quella che potrebbe diventare la più grande IPO di tutti i tempi.
Alibaba e la Sec
Alibaba ha presentato ieri alla Sec, il corrispettivo della Consob italiana, i documenti relativi alla propria quotazione in borsa.
La multinazionale fondata 15 anni fa da Jack Ma sostiene di poter raccogliere circa un miliardo di dollari. Ma la cifra rimane solo indicativa. Perché secondo gli analisti l’Ipo supererà i 16 miliardi raggiunti da Facebook nel 2012 e potrebbe addirittura battere il record di Visa che nell’ormai lontano 2008, prima dello scoppio della più grande crisi finanziaria di tutti i tempi, aveva raccolto 20 miliardi di dollari.
Per il suo debutto, la società si è affidata alle più importanti banche del globo: Credit Suisse Deutsche Bank, Goldman Sachs, J.P Morgan Chase, Morgan Stanley e Citigroup.
I numeri di Alibaba
I numeri di Alibaba sono impressionanti. Secondo il Wall Street Journal la società varrebbe oggi più di 115 miliardi di dollari.
A fine dicembre impiegava 20.884 dipendenti. Nel 2013 i profitti netti sono stati pari a 1,39 miliardi (quasi il triplo di Facebook per intenderci), mentre le riserve in contanti ammontano a 7,88 miliardi.
L’80% del mercato online cinese è letteralmente dominato da questa azienda, che in pochissimi anni è riuscita a sbaragliare la concorrenza interna, ma anche quella dei ben più celebri colossi hi-tech americani.
Alibaba: nascita e sviluppo
Alibaba nasce nel 1999 a Hangzhou, città a est della Cina da un intuizione di Jack Ma. Nella mente del suo fondatore l’idea è quella di creare un portale destinato a fare da tramite tra consumatori e distributori stranieri da un lato e produttori cinesi dall’altro.
Il confronto con eBay arriva quasi subito, ma il padre dell’e-commerce cinese ha le idee chiare:
eBay può essere uno squalo nell’oceano, ma io sono un coccodrillo del fiume Yangtze. Se combattiamo nell’oceano perdiamo, ma se lo facciamo nel fiume, vinciamo".
Ha dichiarato all’inizio del suo percorso.
In pochissimo tempo Alibaba è divenuta l’incontrastata dominatrice di quel fiume, nuotando agilmente fra squali che via via hanno dovuto piegarsi di fronte al suo fluido stile libero.
Oggi è una società solida, con profitti da capogiro e in continua espansione. Ha tolto ai colossi hi-tech americani il controllo assoluto che avevano sull’e-commerce cinese grazie ad un progetto che ha saputo coinvolgere sia i grandi che i piccoli produttori asiatici.
Nel 2004 Alibaba ha lanciato Taobao, un sito dedicato alla vendita e all’acquisto di prodotti attraverso le inserzioni degli utenti che presenta una caratteristica fondamentale che lo differenzia da eBay: non ha mai richiesto alcuna commissione, favorendo la creazione di una vera e propria comunità.
L’idea è stata premiata da un successo stratosferico: nel 2012 il volume degli scambi ha toccato quota 163 miliardi di dollari, più del doppio rispetto a quelli di eBay e Amazon.
La quotazione a Wall Street
Quella di Alibaba non è un Ipo come tutte le altre e non solo per le esorbitanti attese sulla raccolta, ma anche perché potrebbe definitivamente mandare in pensione i tradizionali rapporti di forza tra Cina e Stati Uniti.
Per decenni gli americani hanno utilizzato Pechino per produrre i loro prodotti a costi bassissimi. Per certi versi, potrebbe dirsi che la fortuna della Silicon Valley è stata costruita proprio dentro la Grande Muraglia.
Per molto tempo i cinesi hanno guardato, imparato, copiato e creato su quelle basi le proprie aziende. E adesso che non ha più nulla da apprendere e da riprodurre Alibaba lancia la sfida che potrebbe modificare l’assetto finanziario che tutti conosciamo.
Quest’offerta pubblica iniziale non rappresenterà, con ogni probabilità solo un record per Wall Street, ma potrebbe diventare il fondamento per costruire una battaglia tecnologica globale in cui, per la prima volta, gli Stati Uniti potrebbero avere la peggio.
Basta guardare a ciò che è successo l’anno scorso per fare qualche previsione sul futuro. Nel 2013 infatti l’azienda cinese ha speso più di 5 miliardi di dollari per acquistare 20 start-up americane. E potrebbe essere solo l’inizio.
A spiegare cosa potrebbe succedere è Yan Anthea Zhang, professore alla Jesse H. Jones Graduate School of Business della Rice University sulle pagine del New York Times:
"Le compagnie tecnologiche americane e quelle cinesi stanno guardando i rispettivi mercati, ma sono molto scollegate le une dalle altre, ma ora si stanno preparando a combattere nei rispettivi territori".
Per concludere, rispondiamo ad un’ultima domanda. Perché Alibaba ha scelto New York e non Hong Kong?
Uno dei motivi è sicuramente legato a quel 24% posseduto da Yahoo!. In secondo luogo la borsa americana ha delle regole molto meno severe rispetto a quella cinese. In ultimo, la visibilità che quest’Ipo sta dando ad Alibaba, non sarebbe mai arrivata per una quotazione in madre patria.
Che dire? Non ci resta che attendere pochi giorni e vedere se le promesse verranno mantenute.
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