Account manager, come diventarlo: chi è, cosa fa e quanto guadagna

Claudio Garau

25 Febbraio 2022 - 17:33

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La professione di account manager costituisce un’attività chiave per il profitto di un’azienda, perciò impone il possesso di una serie di competenze e requisiti specifici.

Account manager, come diventarlo: chi è, cosa fa e quanto guadagna

L’attività lavorativa dell’account manager è certamente tra le più in voga negli ultimi anni, anche e soprattutto perché si tratta di una figura professionale di importanza strategica per il profitto di un’azienda. Come vedremo nel corso di questo articolo, l’account manager è utile nella prospettiva della fidelizzazione della clientela e dunque riveste un ruolo certamente non secondario all’interno di un luogo di lavoro.

Di seguito daremo tutte le informazioni essenziali sul profilo dell’account manager, sulle sue competenze e mansioni, sul percorso di formazione e altresì chiariremo quali sono i compensi previsti per coloro che svolgono l’attività in oggetto.

Account manager: il profilo e le mansioni

Lo abbiamo accennato: l’account manager è una figura chiave all’interno dell’organizzazione di un’azienda. Essa fa parte di coloro che lavorano costantemente a contatto diretto con clienti, fornitori e responsabili dei progetti. L’account manager si occupa sia dei rapporti interni tra le varie aree che compongono l’azienda, sia dei rapporti con l’esterno e perciò quotidianamente si avvale delle proprie capacità comunicative, di marketing e di immagine, nell’interesse del datore per cui lavora.

In altre parole, oltre ad avere importanza primaria nel coordinamento tra tutti coloro che lavorano nell’azienda, l’account manager rappresenta il ’ponte’ di collegamento tra azienda stessa e tutto ciò che dall’esterno si relaziona ad essa, ossia clientela e fornitori in primis, ma anche mass media come televisione e stampa. Egli ha il delicato ruolo di curare l’immagine dell’azienda in modo da attrarre il maggior numero di clienti ed in modo da accrescerne la popolarità.

Si tratta dunque di una vera e propria figura commerciale che però deve avere anche marcate capacità di management, e perciò di gestione legata ad una serie di progetti di marketing. Egli è solitamente impegnato presso PMI, grandi aziende, agenzie pubblicitarie e web agency e in tutte quelle realtà che abbiano bisogno di una figura professionale che si occupi espressamente dei rapporti con la clientela, onde contribuire a massimizzare il profitto.

L’account manager usa giornalmente le proprie competenze manageriali, di marketing e tecnologiche, in quanto non di rado si trova ad avere a che fare con strumenti digitali. Ciò si rivela di vitale importanza per le prospettive dell’azienda sul medio-lungo periodo.

Inoltre, un account manager capace è colui il quale nell’ambito del sul lavoro sa intercettare le nuove esigenze e richieste della clientela. Queste ultime infatti possono trasformarsi in nuove possibilità di business e profitto per l’azienda, con il lancio di nuovi prodotti. Ed anche in questo la figura professionale in oggetto si rivela strategica.

Account manager e agente di commercio: qual è la differenza?

Attenzione a non confondere i ruoli. L’account manager non è un agente di commercio, in quanto fra le due figure vi è una sostanziale differenza: il primo è un lavoratore subordinato messo sotto contratto dall’azienda che rappresenta, il secondo invece è a tutti gli effetti un libero professionista.

Non solo: l’agente di commercio è nella costante ricerca di nuovi clienti, invece l’account manager deve occuparsi soprattutto di quelli già acquisiti, onde fidelizzarli.

Nel dettaglio, a livello commerciale il rapporto fra clienti e aziende è sotto la piena responsabilità del account manager, che deve attivarsi il più possibile affinché gli utenti diano sempre un feedback positivo verso il marchio aziendale. Chiaro che se l’attività di account manager è svolta con efficacia, l’impresa ne trae un sicuro vantaggio: infatti un portafogli clienti ben gestito da questa figura è quello che nel corso del tempo consente all’azienda di accrescere il fatturato in modo costante e senza brutte sorprese.

Account manager: come diventarlo?

Il ruolo di account manager prevede lo svolgimento di mansioni ad alto grado di specializzazione, perciò per fare questo lavoro è necessario intraprendere un percorso formativo ad hoc. Rileva in primis il corso di laurea: scienze della comunicazione, marketing ed economia rappresentano i percorsi più adatti per chi intende fare l’account manager.

D’altronde, per una professione che ha nella clientela e nella ricerca del maggior profitto per l’azienda i suoi punti di riferimento, è piuttosto evidente che studi in ambito di gestione finanziaria, vendita, comunicazione e marketing siano certamente i più adatti ad una adeguata formazione.

Non solo. Ottenuto il titolo di studio triennale e specialistico, il futuro account manager deve poi arricchire ed aggiornare le proprie conoscenze, attraverso la partecipazione ad un master in marketing oppure in account management, scegliendo tra i tanti che vengono periodicamente organizzati in tutta Italia.

Occorre tuttavia puntualizzare che questa professione non ha soltanto bisogno di una solidissima preparazione a livello teorico, ma anche necessita - per essere svolta al meglio - di una formazione sul campo. Infatti, soltanto lavorando giornalmente per un’azienda, un account manager potrà fare esperienza in settori molto delicati come la comunicazione con clienti, media e fornitori.

Non deve dunque sorprendere il fatto che l’account manager senza esperienza sia definito una figura junior, e perciò solitamente affiancato ad un account manager senior. Quest’ultimo ha il compito di supportarlo, farlo crescere ed insegnargli tutti i trucchi pratici del mestiere, ossia quei segreti che non si imparano nelle aule universitarie o sui libri, ma soltanto nella pratica del lavoro quotidiano.

Account manager: la rilevanza delle soft skills

Essendo quello di account manager un ruolo in qualche modo ’trasversale’ e che prevede frequentissimi contatti con colleghi, clienti e fornitori, sarà opportuno possedere altresì le cd. competenze laterali o soft skills. Esse saranno molto utili a gestire al meglio la propria immagine ed ovviamente l’immagine del brand rappresentato all’esterno.

Tra le attitudini personali più rilevanti vi dovranno essere la positività, le capacità comunicative, l’orientamento alla clientela, la dialettica, il self control, il carisma, la leadership, la capacità di lavorare sotto stress, le capacità di problem solving e la predisposizione al lavoro in team.

Ma è anche vero che ad un buon account manager non debbono mancare doti di creatività, in quanto è preferibile saper studiare il mercato, onde realizzare strategie di marketing innovative, in modo tale da differenziare l’azienda dai competitor e contribuire all’ottenimento di un maggior profitto nel corso del tempo.

Account manager: quanto guadagna?

In considerazione del bagaglio di competenze e attitudini che deve possedere un account manager, non sorprende che lo stipendio di questa figura professionale sia di tutto rispetto. Anche questo è certamente un elemento che potrebbe spingere a scegliere questo percorso professionale.

Ebbene, dal punto di vista retributivo l’account manager segue le stesse regole delle altre figure di management interne ad un’azienda. Ciò vuol dire che un account manager junior, ossia con poca o nessuna esperienza, può cominciare da uno stipendio base di circa 15000 o 20000 euro al primo anno, nell’ambito del quale è anche inclusa la formazione. Ma progredendo con l’esperienza, si stima che l’account manager possa arrivare ad incassare una cifra intorno ai 30-40mila euro annui.

Non solo. Un account manager senior, ossia con diversi anni di esperienza lavorativa, potrà guadagnare cifre anche di molto superiori, in base ai traguardi ottenuti in carriera e ai bonus concessi dall’azienda. Si parla di 50mila o anche 60mila euro all’anno, ma gli account manager attivi presso aziende di rilievo internazionale possono guadagnare ancora di più. Certamente sono retribuzioni molto interessanti, e che ben si proporzionano al grado di responsabilità di questa figura professionale e al suo ruolo chiave per il profitto aziendale.

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