Tagli, tagli e ancora tagli: sembra essere questa la soluzione alla mancanza di copertura finanziaria per l’abolizione dell’IMU. Da mesi si discute dell’abolizione della tassa più odiata dagli italiani e l’unica cosa che frenava l’approvazione del decreto per la sua eliminazione era la mancanza di una copertura finanziaria adeguata.
Il Pdl ha fatto dell’abolizione dell’imposta sulla prima casa la sua bandiera elettorale e non sembrava disposto a mollare la presa, tenendo sotto scacco il Governo le cui sorti erano e sono, tutt’ora legate al partito di Silvio Berlusconi.
Quindi ok all’abolizione dell’IMU, ma a che prezzo? Circa 985,8 milioni di euro di tagli a vari ministeri tra cui sicurezza, trasporti e fondi per l’occupazione.
Abolizione IMU: ecco tutti i tagli
La copertura finanziaria necessaria all’abolizione dell’IMU è stata trovata grazie a notevoli tagli spalmati su diversi settori: dai fondi per il lavoro, a quelli per l’assunzione di poliziotti, dalla risorse per la lotta all’evasione fiscale alla manutenzione della rete ferroviaria. In sostanza: meno aiuti per i lavoratori in difficoltà, meno sicurezza e lotta all’evasione e scarsa manutenzione delle vie di comunicazione.
I tagli sono realizzati agendo sui consumi intermedi dei ministeri e sugli investimenti fissi lordi, ma la fetta più consistente interesserà 35 autorizzazioni di spesa di diversi ministeri. Il più colpito da queste sforbiciate è di certo quello della manutenzione della rete ferroviaria che da solo contribuisce al tesoretto per l’abolizione dell’IMU per 300 milioni di euro.
Tra le autorizzazioni di spesa interessate dai tagli compaiono anche le assunzioni per il comparto sicurezza dello Stato: vigili del fuoco e forze armate. A questo ministero saranno sottratti circa 50 milioni sui fondi stanziati dalla legge finanziaria del 2012. 55 milioni in meno anche per le assunzioni per il contrasto e la prevenzione al crimine e altri 20 milioni per le assunzioni di ispettori da impegnare nella lotta all’evasione fiscale.
Parti sociali ed esponenti politici
Parti sociali e Confindustria alzano la voce e sottolineano come quelle risorse potevano essere impiegate per il sostegno dei lavoratori in difficoltà e il rilancio del tessuto imprenditoriale italiano. Non si è fatta attendere la risposta del premier Letta:
Quei soldi non sarebbero stati utilizzati quest’anno. Sarebbero andati in economia, a causa delle misure sulla produttività non ancora implementate.
Anche Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato critica aspramente la scelta di tagliare quasi un miliardo di euro dalla sicurezza e dichiara:
In Parlamento dobbiamo cancellare assolutamente ogni tipo di riduzione alle spese per la sicurezza. Non è tollerabile questa ipotesi, semmai si deve fare il contrario. È una norma-vergogna che va fatta sparire insieme all’attacco ai risparmiatori attuato eliminando in pratica gli sgravi fiscali sulle polizze vita. Al Tesoro scherzano con il fuoco
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