Donald Trump sulla bocca di tutti al World Economic Forum 2017 a Davos. L’élite economica, fautrice della globalizzazione, teme il cambiamento.
A Davos, cittadina di montagna innevata tra le Alpi svizzere, Donald Trump continua ad essere l’argomento di discussione più condiviso dall’élite economica che partecipa al raduno annuale del World Economic Forum.
Il tema del 2017, guarda caso, riguarda la “leadership responsabile”, una scelta che subito il team del neo presidente ha letto come un attacco diretto alla persona di Donald Trump.
Se anche non fosse così e fosse dunque vero che l’organizzazione del WEF 2017 ha scelto l’argomento prima della vittoria di Trump alle elezioni USA, una domanda permane: ma l’élite dell’economica mondiale non ha altro di cui parlare oltre che dell’“imprevedibilità” di Trump?
È davvero possibile che il mondo di oggi non offra ulteriore spunto di confronto e crescita al fine di evidenziare le problematiche attuali dell’economia mondiale?
La battaglia tra protezionismo e globalizzazione, conservatori e populisti si prepara a toccare picchi inaspettati.
Trump sulla bocca dell’élite dell’economica riunita a Davos
La strada per Davos, a quanto pare, passa per la Trump Tower quest’anno.
Il presidente Donald Trump non parteciperà al World Economic Forum 2017, ma sicuramente è una delle presenze più forti quest’anno.
Intanto che i titani aziendali ed alti esponenti politici si riuniscono nella località innevata in Svizzera, la domanda del giorno è come relazionarsi con l’imprevedibilità del nuovo presidente degli Stati Uniti, che si è impegnato a riscrivere il sistema tributario americano, rivedere l’assistenza sanitaria e stracciare gli accordi commerciali già esistenti, secondo lui troppo svantaggiosi per il territorio statunitense.
Anche prima del suo insediamento, Trump ha già influito sui prezzi delle azioni e sui piani di investimento con tweet e dichiarazioni pubbliche, attaccando grandi società come Lockheed Martin, Toyota Motor, General Motors e l’intera industria farmaceutica. L’effetto può essere drammatico.
Le azioni di Toyota sono scese del 3 per cento dopo le parole di Trump del 5 gennaio, tanto da spingere il CEO della società ad impegnarsi a prendere in considerazione la view del magnate immobiliare nelle decisioni di investimento.
Anche se i mercati azionari hanno continuato a salire sulla scia dell’ottimismo degli investitori per il taglio alle tasse e per la deregolamentazione, l’ansia per i piani di Trump era impossibile da evitare martedì, il primo giorno del forum WEF 2017, che si concluderà venerdì 20 gennaio - lo stesso giorno dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca.
Gli effetti di Trump presidente sul business mondiale
Il messaggio generale è chiaro: l’imprevedibilità del nuovo inquilino della Casa bianca pone una sfida fondamentale per le grandi aziende. Ma conquistare il suo favore - o trovare il modo redditizio per attraversare il periodo di forti novità - promette grandi ricompense.
Ad esempio, ha promesso di tagliare le imposte sulle società, un’occasione che potrebbe rivelarsi una miniera d’oro per le aziende con miliardi in contanti parcheggiati all’estero. E i CEO che operano nel settore tecnologia potrebbero trovare molto più facile trovare personale piuttosto che all’estero.
Nonostante il suo progetto per la creazione di muro al confine messicano, Trump ha suggerito di voler semplificare l’immigrazione di professionisti qualificati - un problema che da tempo è in alto nella lista dei desideri della Silicon Valley.
Ma esistono anche degli aspetti negativi. Anche se Trump si è conquistato qualche amico nel settore sanitario da giurando di sostituire la firma del presidente Barack Obama all’Affordable Care Act, ha anche attaccato le case farmaceutiche. Alla conferenza stampa dell’11 gennaio, ha accusato l’industria di "farla franca per gli omicidi" causati dai prezzi dei farmaci troppo alti.
Per decenni, i partecipanti al meeting esclusivo a Davos hanno sostenuto l’integrazione economica, rendendo così il Forum di quest’anno distaccato come non mai dal resto del mondo. Uno dei pochi grandi politici presenti è stato il presidente cinese Xi Jinping, nella sua prima visita in assoluto a Davos, palesemente schierato contro la politica aggressiva e protezionistica di Trump durante il suo discorso odierno.
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