€6 milioni dallo Stato per creare 3 musei su pizza, vino e olio

Laura Pellegrini

17 Novembre 2025 - 12:01

Tra gli emendamenti presentati alla Manovra 2026 spuntano anche nuovi musei dedicati alla pizza a Napoli, al vino a Verona e all’olio nel Gargano.

€6 milioni dallo Stato per creare 3 musei su pizza, vino e olio

Il presidente della commissione Finanze del Senato Massimo Garavaglia (Lega) ha firmato un emendamento che chiede di far nascere dei musei «iconici del patrimonio turistico e culturale nazionale» dedicati al vino, alla pizza e all’olio. Un modo per celebrare alcuni dei simboli e dei prodotti gastronomici che contraddistinguono l’Italia nel mondo.

Il costo complessivo stimato per la nascita di questi tre siti culturali è di 6 milioni di euro per il 2026. Altri 100.000 euro serviranno invece per l’allestimento del Museo didattico delle arti e delle tradizioni locali nella provincia di Forlì-Cesena.

Verso la nascita del museo della pizza, del vino e dell’olio

Sono stati presentati quasi sei mila emendamenti alla Legge di Bilancio 2026, tra i quali spiccano alcuni micro-finanziamenti a sostegno del territorio. La Lega, in particolare, ha proposto la realizzazione di nuovi musei tematici per valorizzare il patrimonio artistico, culturale e gastronomico italiano. Con una dotazione di 6 milioni di euro nascerebbero quindi il museo della pizza a Napoli, il museo del vino a Verona e il museo dell’olio nel Gargano.

Sempre secondo le stime della Lega, servirebbero poi cinque milioni di euro nel 2028 per l’anniversario del Teatro della Scala di Milano. Un altro milione all’anno sarebbe poi necessario per dare sostegno della Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli: a chiederlo sono la Lega e il Partito Democratico.

Fratelli d’Italia punta invece sul sostegno all’Umbria Jazz con 150mila euro per il 2026, e sulla fondazione Museo di fotografia contemporanea con un altro milione di euro.

Infine, sono stati presentati emendamenti per l’introduzione di fondi locali destinati al sostegno di eventi, archivi e oratori, con particolare attenzione a ricorrenze storiche e progetti per la memoria democratica.

Quanto vale il turismo enogastronomico in Italia

La proposta di introdurre dei musei tematici in Italia dedicati a delle eccellenze enogastronomiche nazionali non è stata fatta per caso. Infatti, ad attrarre i turisti stranieri nel nostro Paese sono i prodotti gastronomici del territorio ancora prima dei monumenti e dei siti culturali.

A fotografare la situazione è stata la nuova edizione del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano curato da Roberta Garibaldi, secondo il quale l’Italia viene principalmente associata al gusto e all’enogastronomia. Anche per questi motivi crescono le esperienze da vivere all’interno di frantoi, cantine, o agriturismi per riscoprire i sapori e le eccellenze locali.

Anche i dati diffusi dall’ENIT (Agenzia Nazionale per il Turismo) confermano questo nuovo asset strategico per l’Italia: con 2,4 milioni di presenze legate al turismo culinario e una spesa internazionale che tocca i 395,5 milioni di euro, l’Italia non è più soltanto una meta d’arte e cultura, ma anche una destinazione del gusto.

I principali flussi turistici verso l’Italia provengono da Regno Unito, Spagna, Germania e Stati Uniti: le persone iniziano a conoscere i prodotti italiani nei supermercati e, dopo essersi affezionati al gusto, vogliono scoprire le origini e le tradizioni del territorio. Per farlo, scelgono di soggiornare nel nostro Paese alla scoperta dei sapori locali.

Export agroalimentare in crescita nel 2025

Non a caso, esiste un legame tra la crescita di esportazione di prodotti alimentari e l’aumento del turismo culinario verso l’Italia. Secondo i dati sul commercio estero dell’Italia nei primi nove mesi del 2025, l’export continua la traiettoria positiva con un aumento del 3,5%. Nel dettaglio, l’incremento si registra sia verso i Paesi UE (+4,5%) sia verso i Paesi extra UE (+2,4%).

L’imposizione dei dazi americani, però, ha causato una brusca frenata sull’export dei prodotti agroalimentari verso gli Stati Uniti: secondo l’analisi dell’ufficio studi di Cia–Agricoltori Italiani, a settembre il settore registra il quarto mese consecutivo di calo delle esportazioni verso gli USA, con una flessione a doppia cifra di circa l’11%. I prodotti più colpiti sono quelli simbolo del Made in Italy: vino, formaggi Dop, olio extravergine d’oliva, pasta, salumi.

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