La guerra si fa sentire anche per gli oligarchi russi. Questi 5 hanno perso la loro fortuna con la guerra, subendo dure perdite.
Ormai è evidente come la guerra in Ucraina ha stravolto l’economia mondiale, ma spesso si dimentica che il conflitto sta deteriorando anche la Russia stessa. Aver iniziato il conflitto armato non rende il Paese immune alle conseguenze, che si fanno tanto più pesanti quanto più sono potenti gli interessati. Gli oligarchi russi che hanno perso la propria fortuna con la guerra sono tantissimi, l’altra faccia della medaglia rispetto alla popolazione comune, chiamata ad affrontare sfide economiche, sociali e di sicurezza sempre più complesse. Non che questo possa essere motivo di preoccupazione per la Russia, che resta tuttora determinata a proseguire il conflitto, nonostante stia deteriorando la propria economia e i rapporti diplomatici.
Così, la guerra va avanti e non c’è proprio nessuno che sembra trarne vantaggio. Anzi, sono proprio i più ricchi a farne le spese, senza avere più libertà degli altri. Non dimentichiamo infatti che quando si parla di oligarchi russi non ci si riferisce soltanto a persone ricche, ma a uomini con grande coinvolgimento politico. Queste persone hanno un’enorme influenza grazie al proprio potere economico e al proprio ruolo in settori strategici, ma proprio per questo motivo sono maggiormente soggetti al controllo. Accanto alla lista di oligarchi che hanno perso la fortuna con la guerra, difatti, c’è anche quella dei misteriosi suicidi.
Confinare il problema al conflitto con Kiev, tuttavia, sarebbe riduttivo. La Russia si è dimostrata da tempo una nazione capace di offrire denaro e successo oltre l’immaginabile e al contempo di sottrarre tutto questo, anche la libertà, per tutelare i propri interessi.
Cinque oligarchi russi che hanno perso la fortuna con la guerra
Già nei primi mesi dall’invasione dell’Ucraina gli oligarchi russi hanno dovuto fare i conti con perdite devastanti. Secondo le stime di Forbes tra il 2021 e il 2022 i magnati sovietici hanno perso almeno il 27% delle proprie ricchezze, con una media di 2 miliardi di dollari ciascuno. Da marzo 2021 a marzo 2022 i miliardari russi nella classifica mondiale sono diminuiti di ben 37 persone. A oggi la situazione è più stabile, ma ovviamente peggiora ancora, tra sanzioni internazionali, crollo del rublo e tagli di spesa. Per valutare le perdite degli oligarchi si può prendere in considerazione la percentuale, che offre uno sguardo più bilanciato, ma non sarebbe davvero funzionale nel caso degli uomini più ricchi di Mosca.
Guardando soltanto al primo mese di guerra, per esempio, Leonid Mikhelson (azionista del produttore di gas Novatek) ha perso circa 4,5 miliardi di dollari, che hanno rappresentato una perdita del 16,4%. Al secondo posto troviamo invece Vagit Alekperov, presidente della compagnia petrolifera Lukoil, che ha avuto un danno percentuale maggiore, -17,1%, ma quantificato in 4,3 miliardi di dollari.
Segue Alexey Mordashov, azionista di maggioranza gruppo dell’acciaio Severstal, con una perdita di denaro analoga ma rappresentante una percentuale del 14,4%. Al quarto posto troviamo invece Gennady Timchenko, fondatore e proprietario del gruppo di investimento privato, Volga Group, con una perdita di 4,2 miliardi di dollari, equivalenti al 18,1% del proprio patrimonio. Infine, il presidente di Nlmk Group, Vladimir Lisin, che ha registrato subito una perdita da 4,1 miliardi di dollari (ossia il 13,5%).
Non solo guerra, la minaccia agli oligarchi russi
Come anticipato, la guerra in Ucraina non è stato l’unico motivo di sfortuna per gli oligarchi russi. Anzi, chi se l’è cavata con un danno economico può perfino ritenersi fortunato rispetto ad altri magnati, che hanno perso tutto ben prima del conflitto. Mikhail Khodorkovsky, l’uomo più ricco della Russia alla fine degli anni ‘90 è in esilio a Londra dopo la detenzione, convinto critico del governo di Putin. La lista di potenti crollati improvvisamente contiene molti altri nomi noti, come Platon Lebedev, Vladimir Gusinsky, Georgi Bedzhamov e Oleg Tinkov.
Oppositori del Cremlino che hanno pagato duramente le proprie colpe, apparentemente con condanne più che legittime per i reati commessi. Accanto a questi casi di esilio, il numero di morti in circostanze sospette che continua a salire. Per esempio, tutti ricordano del decesso di Leonid Shulman, uno dei maggiori dirigenti di Gazprom, rinvenuto senza vita nella sua villa a gennaio 2022, dando il via a una lunga lista di suicidi inaspettati. Tra gli oligarchi, tuttavia, c’è anche chi continua ad avere successo - e ottimi rapporti con Putin - con attività proficue nonostante le sanzioni occidentali e coinvolti nell’economia europea più di quanto si immagina.
© RIPRODUZIONE RISERVATA