10 regole per investire bene, secondo Bob Farrell

Gabriele Stentella

19 Marzo 2022 - 15:13

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Quali sono le 10 regole essenziali che ogni operatore dovrebbe tenere a mente prima di investire? Analizziamo insieme il decalogo dell’analista finanziario Bob Farrell.

10 regole per investire bene, secondo Bob Farrell

Quando si parla di investimenti non si può lasciare nulla al caso. Con queste parole si potrebbe riassumere il punto di vista di Bob Farrell, analista finanziario statunitense che per decenni operò per conto della banca d’investimenti Merrill Lynch.

Farrell assistette in prima persone ad alcuni degli eventi più significativi della storia finanziaria degli Usa: dall’espansione finanziaria di fine anni ’60 alla crisi del biennio 1973-1974, passando per l’euforia di metà anni ’80 e il lunedì nero del 1987.

Forte della sua quasi trentennale esperienza a Wall Street, Farrell ha lasciato in eredità un piccolo decalogo che ogni investitore dovrebbe prendere come punto di riferimento prima di aprire una posizione. Vediamo insieme quali sono le 10 regole per investire bene e quali sono gli errori dai quali è bene guardarsi.

1. I mercati trovano sempre il proprio equilibrio

Il decalogo di Farrell inizia proprio con una delle regole auree della finanza: i mercati trovano sempre il proprio equilibrio. Sebbene si tratti di un’affermazione che potrebbe suonare scontata, occorre tenere a mente che non tutti ne fanno tesoro. Molti si lasciano trasportare dall’estremo ottimismo o pessimismo, perdendo di vista il proprio piano. Per questo Farrell suggerisce, quindi, di tenere bene a mente i propri obiettivi e di non lasciarsi trasportare dai tumulti del mercato, dato che questi non sono destinati ad avere un impatto significativo e duraturo.

2. Gli eccessi portano sempre eccessi di natura opposta

Proprio in base a quanto enunciata dalla prima regola, gli eccessi di rialzo/ribasso sono sempre seguiti da movimenti contrari che determinano il ritorno all’equilibrio. Su questo punto Farrell fornisce un’informazione molto importante riguardo il concetto di correzione. L’analista infatti precisa che per definirsi tale, lo spostamento di prezzo di un determinato asset deve essere superiore al 10%. Per Farrell la consapevolezza di questo fattore è essenziale per gli investitori che vogliono salvaguardare il proprio capitale e conseguire profitti.

3. Nessun eccesso è mai permanente

Con la terza regola Bob Farrell invita anche gli investitori professionisti a non cadere nell’errore di reputare illimitate le possibilità di guadagni o perdite. Infatti non esistono correzioni di natura permanente, proprio perché i mercati sono sempre destinati a trovare un equilibrio. Ne segue che un investitore non dovrebbe mai adagiarsi sugli allori e reputare il suo capitale al sicuro.

4. Le correzioni sui mercati sono brusche

Più un mercato è reattivo, più tenderà a correggere bruscamente. La quarta regola è strettamente correlata alla regola numero 2 e Farrell consiglia caldamente di porre dei freni alle operazioni in determinate circostanze al fine di impedire che le emozioni prendano il sopravvento, determinando errori fatali. Farrell pone quindi l’accento sulla doppia utilità degli ordini stop, in quanto questi ultimi non solo limitano le perdite di capitale, ma aiutano anche l’investitore a conseguire un profitto quando i prezzi sono in preda a forti oscillazioni di segno contrario.

5. Il pubblico non comprende come si muove il mercato

«Acquistare più in alto e vendere più in basso». Infatti nella finanza può capitare che diversi investitori agiscano sulla base di previsioni ormai non più aggiornate, correndo il rischio di arrivare tardi rispetto ad altri operatori. Da qui appunto il rischio di acquistare un determinato titolo a un prezzo che si reputa molto conveniente, quanto invece non si è ancora conclusa la correzione verso il basso, o nel caso contrario, vendere prematuramente correndo il rischio di ottenere guadagni troppo modesti. Per impedire ciò, Farrell raccomanda di non farsi troppo influenzare dal pensiero collettivo e di seguire il proprio istinto e la propria strategia.

6. Le emozioni sono le più grandi nemiche di un investitore

Le emozioni sono nemiche degli investitori. Più nello specifico la paura e l’avidità sono le emozioni che possono minare la strategia di un trader. Per evitare inconvenienti, Bob Farrell consiglia di affinare il proprio autocontrollo e di avere diverse strategie per ogni eventualità ed evitare così di farsi prendere dal panico o dall’eccessivo entusiasmo.

7. Un mercato ampio è sempre da preferire

I mercati più ampi possono dare segnali più attendibili riguardo i futuri movimenti, anche in virtù del numero di operatori che vi agiscono. In conclusione, più ampio è l’indice di riferimento maggiori sono le possibilità di guadagno.

8. I mercati ribassisti seguono tre fasi

Stando al parere di Farrell esistono tre distinte fasi dei mercati ribassisti:

  • Fase 1: si verifica un imponente sell-off che porta i prezzi a scendere in misura pari o superiore al 20%. Questi cali sono riconducibili a rallentamenti di natura economica che coinvolgono uno e più settori e portano alla contrazione di interi indici;
  • Fase 2: questa fase è conosciuta anche con il termine «sucker’s rally» (gioco di parole inglese dal duplice significato, infatti può voler dire sia «raduno ventosa» che «raduno di babbei»). In pratica alcuni investitori si lasciano abbagliare da alcuni modesti rialzi e iniziano ad acquistare salvo poi essere travolti da nuovi ribassi più sostanziosi.
  • Fase 3: la terza fase è caratterizzata dal raggiungimento del livello più basso, al quale seguiranno nuovi rialzi che riporteranno in equilibrio il mercato;

Ogni buon investitore deve tenere in considerazione queste tre fasi e deve saperle riconoscere, soprattutto la seconda che è quella che può determinare le perdite maggiori.

9. Analizza il sentiment degli altri operatori e fai l’opposto

In base al punto di vista di Farrell è bene esaminare con molta attenzione il sentiment degli investitori prima di eseguire operazioni di vendita o acquisto. In altre parole, occorre essere sicuri che un determinato asset non susciti più l’interesse del mercato o al contrario continui a generarlo. Una volta fatto questo, Farell consiglia vivamente di comportarsi in maniera opposta. Questo consiglio può sembrare incoerente, ma può invece risparmiare spiacevoli situazioni nelle quali tutti gli operatori vendono e nessuno compra o viceversa. Infatti nel primo caso i prezzi crolleranno, mentre nel secondo aumenteranno eccessivamente. Eccessi di domanda e offerta minano le possibilità di guadagno.

10. I mercati rialzisti suscitano maggiore euforia

In conclusione, Farrell ci mostra per l’ennesima volta quanto un mercato interessato da forti rialzi possa rappresentare sia una fonte di gioie che di preoccupazioni per un determinato tipo di investitori. Infatti quanto un mercato è in rally sarà più facile farsi prendere dall’entusiasmo e dalle emozioni quali l’avidità, con il conseguente rischio di fare mosse azzardate.

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