YouTube contro l’omofobia: niente introiti pubblicitari ai video con insulti

Marco Ciotola

9 Giugno 2019 - 10:43

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Il provvedimento tuttavia scontenta i molti che spingevano per un divieto di contenuti etichettabili come omofobi e razzisti. I dettagli

YouTube contro l’omofobia: niente introiti pubblicitari ai video con insulti

YouTube blocca gli introiti pubblicitari ai video che contengono insulti omofobi e razzisti. Una mossa annunciata dalla stessa piattaforma, che ha più tecnicamente parlato di “demonetizzazione” per alcuni contenuti simili, ovvero un blocco dei guadagni in arrivo dagli annunci.

Un provvedimento che tuttavia scontenta i molti che spingevano per un secco divieto di video etichettabili come offensivi e pregiudiziali.

In particolare, la circostanza è emersa con maggiore evidenza dopo che Carlos Maza, un giornalista, ha chiesto che venissero oscurati i video di Steven Crowder, presentatore di origini canadesi che Maza accusa di insulti a carattere omofobo e razzista a suo carico.

La società ha replicato annunciando una “demonetizzazione” di quei contenuti per “ripetute azioni eclatanti, che hanno danneggiato l’intera comunità”.

YouTube contro l’omofobia: niente introiti pubblicitari ai video di insulti

Carlos Maza, giornalista video omosessuale di origini cubane, ha denunciato pubblicamente abusi verbali nei suoi confronti contenuti all’interno dei video di Steven Crowder, presentatore, showman e comico di origini canadesi, secondo molti una delle voci principali dell’ultradestra conservatrice statunitense.

Maza è stato abbastanza chiaro nella sua segnalazione, specificando che “esempi così palesi di abuso devono essere necessariamente seguìti da un’azione”. In caso contrario - ha tuonato - le politiche di YouTube su bullismo e molestie “non sono reali”.

La piattaforma, dalla sua, ha commentato la circostanza tramite Twitter a inizio settimana, evidenziando la necessità di non chiudere definitivamente un canale comunicativo tanto cruciale per l’espressione delle opinioni:

“Come piattaforma aperta, è fondamentale per noi consentire a tutti, dai creativi ai giornalisti passando per ogni tipo di utente, di esprimere le proprie opinioni restando nell’ambito delle nostre politiche. Queste opinioni possono essere profondamente offensive, ma se non violano le nostre normative resteranno sul sito”.

Ma - precisano da YouTube - il fatto che un determinato video rimanga sulla piattaforma “non significa che approviamo o supportiamo quel punto di vista”.
La società di proprietà di Google prosegue quindi nella sua politica di “demonetizzazione” dei video controversi, che contestualmente non include come contenuti suggeriti, anche se non li rimuove mai del tutto.

Ma Maza resta molto polemico sul provvedimento, spiegando che il cosiddetto "demonetizing" non è abbastanza, visto che Crowder potrebbe ancora guadagnare “vendendo prodotti attraverso un link su YouTube”.

La compagnia ha spiegato - tramite dichiarazione rilasciata da un portavoce alla CNN - che i video in oggetto non infrangono la sua politica in fatto di molestie, perché Crowder “non ha spinto gli spettatori a importunare Maza” e l’obiettivo primario “non era quello di molestare o minacciare”, piuttosto di “rispondere a un’opinione”.

È stato poi il responsabile della comunicazione di YouTube, Chris Dale, a spiegare come si è arrivati alla decisione di bloccare gli introiti pubblicitari:

“Nei giorni successivi abbiamo constatato il danno causato alla community di YouTube per via dell’atteggiamento manifestato nei video. Abbiamo dato un’occhiata più approfondita e preso la decisione di sospendere la monetizzazione”.

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