Lo Yen risulta essere la valuta più compromessa dalla situazione macro attuale. Vediamo cosa potrà succedere
Lo Yen risulta essere la valuta più compromessa dell’intero mercato valutario e subisce una pressione ribassista molto forte nei confronti del dollaro americano, senza contare il fatto che i numeri di finanza pubblica giapponesi sembrano assolutamente pericolosi per il lungo periodo.
Inoltre, i numeri dell’inflazione sembrano rientrati nei target e questa condizione potrebbe essere fondamentale per capire effettivamente se ci sarà un intervento diretto sul mercato da parte della Bank of Japan (BoJ). Intanto nella notte del 24 giugno usciranno i dati sull’inflazione prevista al ribasso a 2,3%
I numeri del Giappone e la Bank fo Japan
Quando si parla di Giappone, si ha a che fare con un’economia molto particolare. Osservando i numeri di finanza pubblica possiamo notare come il rapporto debito/Pil giapponese sia il più elevato in assoluto, considerando che al momento dell’articolo ci troviamo al livello di 266,2%.
Un’altra economia a livello globale sarebbe stata dichiarata in default ma come mai questo non succede in Giappone? Questa è una condizione, come dicevamo prima, molto particolare in quanto il 47% del debito giapponese è detenuto dalla Bank of Japan come frutto dell’Abenomics, una politica monetaria promossa qualche anno fa da Shinzo Abe per rilanciare l’economia e far decollare un’inflazione che è storicamente bassa nel Paese.
Questo ha portato ad un miglioramento indubbio nel Paese visto, che il tasso di disoccupazione è al 2,5% uno dei più bassi al mondo, e i numeri di finanza pubblica premiano questa politica. Tutto facile, quando a rimetterci è il rapporto debito/Pil e gli investitori esteri si guardano bene di investire in titoli di Stato a rendimento zero e con quei numeri. Questo modello operativo, utilizzato per far salire l’inflazione, è stato poi utilizzato sotto forma di Ltro in Europa dalla Bce, immettendo liquidità e comprando titoli di Stato come collateral di quest’ultima. Ovviamente, Europa e Giappone sono economie completamente diverse tra loro, pertanto il trattamento del mercato è assolutamente diverso per una e per l’altra.
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Inflazione e Yen
Il Giappone ha un tasso di inflazione pari al 2,5%, massimi già visti nel 2014 e nel 2015, mentre i tassi di interesse sono letteralmente bloccati a -0,10% e a livello 0% dal 2000 con qualche piccola variazione. In sostanza, il Giappone fa storia a sé e sembra non voler essere intaccato minimamente da quanto sta succedendo su scala globale.
Il dollaro americano ha visto un apprezzamento di oltre il 30% nei confronti dello Yen nel corso degli ultimi mesi, precisamente da febbraio 2021. Questo deprezzamento riduce di molto il livello di debito, ma allo stesso tempo costringe l’economia ad aumentare l’inflazione, altrimenti si potrebbe affrontare un periodo di crisi economica fortissimo. In sostanza, se il Giappone non interviene in modo determinante sul mercato, potrebbero vedersi gli effetti di questo rapporto debito/Pil oltre il 250%. La situazione è letteralmente critica.
La situazione tecnica
UsdJpy, un cambio comprato in modo massivo tra il 2015 e il 2021 senza esitazioni ribassiste di nota. Considerando il fatto che questo cambio nel 2012 quotava 76, a oggi abbiamo avuto un apprezzamento del dollaro di circa il 75%, in sostanza lo Yen sarebbe da considerarsi come carta straccia nei confronti del dollaro americano. Considerando il fatto che c’è un debito così elevato e l’economia si sta reggendo unicamente su queste politiche fortemente espansive sulla liquidità, è probabile che nel breve potremmo vedere un aggiustamento al ribasso di UsdJpy, ossia una diminuzione del valore del dollaro nei confronti dello Yen.
A livello tecnico abbiamo raggiunto i massimi a 136,50 e probabilmente questi dovrebbero essere quelli dai quali potremmo vedere un ritorno verso i 132 entro breve. Da qui potrebbe partire un nuovo impulso rialzista ma, inversioni sulle majors permettendo, UsdJpy potrebbe scendere rovinosamente verso livelli al di sotto dei 130, probabilmente verso i 128. Attenzione al dato in uscita nella notte del 24 giugno sull’inflazione che potrebbe essere determinante per un forte movimento sul cambio.
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