Wall Street: inflazione test chiave per la fine del bear market

Claudia Cervi

9 Agosto 2022 - 12:38

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Wall Street cauta in attesa dei dati sull’inflazione. L’appuntamento di mercoledì sarà un test chiave per la fine del bear market. I livelli da monitorare sullo S&P 500.

Wall Street: inflazione test chiave per la fine del bear market

A Wall Street gli indici si muovono con cautela in attesa di un test chiave in settimana. I dati sull’inflazione attesi per mercoledì daranno indicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve per contrastare la peggiore impennata dei prezzi degli ultimi quarant’anni.

Picco dell'inflazione Picco dell’inflazione Fonte Refinitiv Datastream elaborato da Reuters

Già la scorsa settimana il dato sulla disoccupazione negli Stati Uniti (sceso al 3,5% dal 3,6% precedente) ha rafforzato le aspettative di un possibile nuovo rialzo dei tassi. Al contrario, i risultati preliminari per il secondo trimestre del produttore di chip Nvidia segnalano agli investitori un rallentamento dell’economia statunitense.

I dati sui prezzi al consumo di mercoledì e le attese di inflazione dell’Università del Michigan di venerdì muoveranno l’ago della bilancia permettendo di valutare se la Fed allenterà leggermente la stretta monetaria e fornendo nuovi spunti per la crescita dell’economia, oppure no.

Inflazione tra crescita e recessione

L’inflazione continua a essere uno dei principali driver del mercato. La lettura di mercoledì dell’indice dei prezzi al consumo a luglio offrirà una misura concreta per capire quanto la Fed potrà essere aggressiva nell’aumentare i tassi senza frenare troppo l’economia. Il dato generale dell’inflazione è atteso in calo all’8,7% dal 9,1% come conseguenza del calo della benzina negli Stati Uniti. Preoccupa tuttavia il dato core, che misura l’inflazione al netto dei prezzi di energia e beni alimentari, atteso in crescita al 6,1% dl 5,9% di giugno. L’elevata domanda di servizi continuerà dunque a spingere l’inflazione al rialzo.

Secondo gli esperti di Mps Capital Services, “sarà importante verificare se la componente Shelter - relativa ai prezzi del comparto immobiliare - inizierà ad evidenziare segnali di rallentamento”.

Per convincere i mercati che la Fed possa rallentare il ritmo di crescita dei tassi di interesse saranno dunque necessari almeno due mesi consecutivi di ribasso dei prezzi. Dunque è ancora presto dire che il picco dell’inflazione è stato raggiunto.

Momento cruciale per l’S&P 500

In questo contesto è utile osservare l’andamento dell’indice benchmark S&P 500, prossimo a un livello cruciale che può discriminare tra la tendenza ribassista e quella rialzista. Le quotazioni hanno avvicinato dal basso la media mobile esponenziale a 200 giorni passante da 4.185 punti, raggiungendo i massimi di giugno a 4.177 punti.

La EMA 200 è un riferimento grafico molto seguito dal mercato e il suo superamento getterebbe le basi per un allungo fino a 4.330. Servirà tuttavia un attacco risolutivo alla trend line che scende dai record di inizio anno e in transito in questo punto per mettere fine al bear market degli ultimi mesi.

Indice S&P 500 Indice S&P 500 Grafico giornaliero - fonte TradingView

Altri due elementi testimoniano un possibile ulteriore rialzo: sono il rapporto tra put e call (put/call ratio) che è diminuito significativamente nell’ultimo mese e il VIX, crollato al di sotto della sua media mobile a 200 giorni, a 24 punti. Tesi confermata anche dalla struttura a termine dei future sul VIX, che mostrano una situazione «naturale» di contango.

Discese fino ai 4.000 punti non modificherebbero l’attuale impostazione al rialzo di breve termine, che necessita di una pausa corroborante dopo il rally. Sotto questo riferimento, rischio concreto di assistere a un peggioramento del quadro in direzione di quota 3.910. La violazione di questo limite farebbe poi emergere pericolosi segnali di debolezza capaci di affossare le quotazioni verso 3.796 punti per la chiusura del gap del 15 luglio.

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