I vigili urbani di Roma non fanno multe per il green pass?

E. C.

23/07/2021

23/07/2021 - 21:36

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L’obbligo del green pass sta riscontrando anche dissensi e, in particolare, la protesta dei vigili urbani di Roma: non faranno multe per il green pass?

I vigili urbani di Roma non fanno multe per il green pass?

Col nuovo decreto, il Governo Draghi ha introdotto l’obbligo di green pass per molti luoghi in tutte le Regioni della penisola e anche per accedere a varie attività comuni, quali ristoranti al chiuso e altri luoghi di incontro sociale.

La novità e la linea restrittiva di Governo ha riscontrato qualche dissenso e, in particolare, quello di alcuni dei vigili urbani di Roma che hanno dichiarato che non faranno multe per il green pass. Vediamo nel dettaglio la vicenda che riguarda i vigili urbani della capitale.

I vigili urbani di Roma: il no alle multe e alla discriminazione da green pass

La questione sul dubbio inerente ai vigili urbani di Roma resta aperta: se si faranno multe o se si chiuderà un occhio in merito al possesso della certificazione verde per accedere ai servizi per i quali essa è imposta dal Governo Draghi, si verificherà solo nell’atto pratico.

Intanto, tra alcuni gruppi di WhatsApp dei vigili urbani, le proteste in merito si fanno sentire e l’obbligatorietà del green pass - non la certificazione in sé - viene paragonata a un atto nazista.

Ciò che gira sulle chat dei vigili di Roma è una scritta con una svastica nazista che riporta la dicitura: “green pass obbligatorio, lotta perché non accada”. Molti sono stati i dubbi negli ultimi giorni anche in merito a se il green pass obbligatorio sia o meno incostituzionale.

Tuttavia, la questione è impervia. Intanto, la provocazione arriva dal rappresentante dei vigili urbani, il quale ha dichiarato che probabilmente non ci saranno così tante adesioni al dover multare in merito all’obbligatorietà di mostrare la certificazione verde.

Le parole di Marco Milani della polizia locale

Sul Messaggero si citano le parole di Marco Milani, il segretario del Sulpl, ossia il sindacato unitario dei lavoratori della polizia locale, il quale ha dichiarato - sempre su internet, in una storia del suo account di WhatsApp - che il paragone con il nazismo non è così improponibile.

Infatti - sempre secondo le parole di Marco Milani - anche all’epoca dell’era nazista era la scienza della razza ariana a dettare legge e a obbligare a seguire ciò che veniva considerato giusto, a discapito, per esempio, degli omosessuali che dovevano indossare la stella gialla.

Marco Milani non si ferma qui: dichiara apertamente anche di non essere no vax e di essere pienamente vaccinato, ma che non vaccinerà mai i suoi figli. Farà di tutto, in qualità di vigile, per non essere destinato ai controlli sui green pass. Tuttavia, egli ricorda che il dpcm è un atto amministrativo e che quindi, non c’è obbligo di contravvenzione.

Intanto continuano le proteste sul green pass obbligatorio

A Roma, così come in molte altre città d’Italia, la protesta contro quella che è stata definita la “dittatura del green pass” continua e si organizza su Telegram, il canale social, dove i gruppi No al green pass e Basta dittatura si collocano di fianco a chi scende nelle piazze a protestare.

Intanto le proteste aumentano e insieme a queste, anche le manifestazioni e il dibattito rimane acceso. Dall’altro lato, anche la corsa alle prenotazioni per il vaccino è cresciuta esponenzialmente dopo l’annuncio del green pass obbligatorio, al punto che - per quanto riguarda il Lazio, proprio dove avviene la protesta dei vigili urbani di Roma - il sito per la prenotazione è andato in tilt durante la serata di giovedì scorso.

Si tratta di numeri interessanti: dall’annuncio del green pass obbligatorio fatto in diretta dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, le prenotazioni hanno superato la soglia delle 38 mila in un tempo decisamente rapido che vede imperterrita la continuazione della campagna vaccinale.

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