Viaggiare in Perù è sicuro?

Giorgia Bonamoneta

30 Gennaio 2023 - 20:21

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Sono numerose le proteste in tutto il Paese e per questo viaggiare in Perù potrebbe non essere sicuro. Ecco perché e come comportarsi in caso di viaggio in Perù.

Viaggiare in Perù è sicuro?

Alla luce delle proteste in Perù, che ormai proseguono da dicembre, viaggiare nella regione potrebbe non essere più sicuro. Nell’ultima settimana si sono susseguiti diversi scontri tra manifestanti e polizia, non solo nella capitale e i mezzi di trasporto sono spesso bloccati dalle azioni di protesta e da quelle della polizia e dei militari locali. Al momento quindi è difficile non escludere un deterioramento della situazione e per questo i viaggi non solo non sono considerati sicuri, ma in alcuni casi del tutto sconsigliati.

Per chi sceglie di viaggiare in Perù viene raccomandato di mettersi in contatto prima e durante il viaggio con gli operatori turistici locali e la polizia peruviana del turismo (al numero +51 15 74 80 00). Soprattutto bisogna fare attenzione alle regioni visitate, perché in alcune di questi vige lo “stato di emergenza” e/o il coprifuoco. Queste misure vengono prese senza un periodo di preavviso, a seconda del rischio e la tensione giornaliera.

Viaggiare in Perù oggi vuol dire aggiornarsi quotidianamente attraverso i canali di informazione locali o italiani, come “Viaggiare Sicuri” del ministero degli Esteri. Secondo l’ultimo report datato 25 gennaio 2023 potrebbero non essere garantiti neanche i voli degli aeroporti principali come quello di Cuzco, Arequipa e Puno. Ecco perché ci sono moltissime cancellazioni sia da parte dei viaggiatori che delle agenzie di viaggio e perché viaggiare in Perù potrebbe non essere sicuro al momento.

Perù e sicurezza: voli cancellati e proteste

In tutto il Perù si stanno svolgendo numerose marce e proteste, anche violente o bloccate con la violenza dalle forze dell’ordine, che non rendono del tutto sicuro viaggiare nella Paese. Dal 14 gennaio 2023 il governo peruviano ha dichiarato lo stato di emergenza per 30 giorni in diverse regioni. In queste vi è il divieto di circolazione dalle 20 di sera alle 4 del mattino. Il coprifuoco potrebbe non essere un elemento di distrazione per un viaggio, ma lo sono sicuramente le chiusure degli aeroporti, di alcune linee ferroviarie e di località turistiche come Machu Picchu.

Per i motivi sopra elencati il ministero degli Esteri italiano ha invitato i viaggiatori ad annullare o posticipare il viaggio in Perù se possibile. Al contrario si richiede particolare attenzione, mantenendosi informati sui media locali e in contatto con le forze dell’ordine peruviane.

Viaggiare in Perù: chiusi i siti turistici di Machu Picchu e Caminos Inka

La regione più colpita dalle agitazioni delle proteste è quella di Cuzco. La zona è quindi particolarmente non sicura e per questo le autorità locali dal 21 gennaio hanno deciso di chiudere due delle attrazioni più famose del Perù: Caminos Inka e Machu Picchu.

Il Dipartimento della Cultura locale ha spiegato che la misura è stata adottata per tutelare il patrimonio storico e salvaguardare allo stesso tempo la sicurezza dei turisti. Inoltre è stato precisato che chi ha già comprato un biglietto potrà usufruirne non appena le località saranno aperte, oppure chiedere un rimborso completo.

La decisione è stata presa dopo i fatti accaduti la scorsa settimana, quando un gruppo di 430 turisti sono rimasti bloccati sopra la tratta ferroviaria che porta proprio a Machu Picchu. Le proteste però non fermano le prenotazioni dei prossimi mesi, non solo per il Perù ma in generale per tutte le regioni del Sud America. Le agenzie e gli enti locali del turismo si stanno attivando per rendere i viaggi più sicuri possibili.

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