Vaiolo delle scimmie, sale il livello d’allarme: contagi in crescita, anche in Italia

Giorgia Bonamoneta

18/08/2022

19/08/2022 - 09:29

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Aumentano i casi di vaiolo delle scimmie. Nell’ultima settimana registrati +7.500 casi. Difficile l’individuazione per mancanza di sintomi. Gli ultimi aggiornamenti dell’Oms in Italia e nel mondo.

Vaiolo delle scimmie, sale il livello d’allarme: contagi in crescita, anche in Italia

Il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, ha comunicato un aumento significativo nei casi registrati di vaiolo delle scimmie. In 92 paesi sono circa 35.000 i casi di vaiolo delle scimmie e i decessi sono saliti a quota 12. Solo nella scorsa settimana sono stati registrati +7.500 nuovi casi, il +20% rispetto alla settimana precedente, che a sua volta aveva segnato un +20% rispetto a quella prima.

Perché questo avviene bisogna infatti avere chiaro il modo nel quale il vaiolo delle scimmie si diffonde: attraverso goccioline e lesioni. Una difficoltà aggiunta per il riconoscimento della malattia e il controllo della diffusione è l’assenza di sintomi in alcuni pazienti.

Accanto al livello di timore da parte degli esperti in merito alla capacità di diffusione, c’è anche un altro segnale da tenere in considerazione, ovvero l’iniquo accesso ai vaccini. Si ripete quanto già accaduto con la pandemia di Covid-19, quando i più poveri sono stati lasciati indietro - lo sono ancora oggi - rispetto alla vaccinazione, favorendo la diffusione del virus stesso. Così come la scorsa pandemia, i vaccini possono svolgere un ruolo importante nel controllo del vaiolo delle scimmie e in molti paesi, per utilizzare le parole del direttore generale dell’Oms, «c’è una forte domanda di vaccino da parte delle comunità colpite». Per il momento le forniture di vaccini sono limitate.

Vaiolo delle scimmie in crescita: aumentano i contagi

Nel corso della conferenza stampa a Ginevra il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, ha diffuso il bollettino aggiornato su i casi di vaiolo delle scimmie (monkeypox). Dall’ultimo bollettino è emerso un aumento del +20% dei casi rispetto alla settimana precedente, già in aumento del +20% rispetto a quella precedente. Questo si traduce con un aumento piuttosto rilevante dei casi, che nella scorsa settimana è salito di +7.500 casi.

In totale i casi registrati sono circa 35.000, in 92 paesi. Questi hanno fatto registrare il decesso di 12 persone. È però difficoltoso comprendere la vera diffusione del virus monkeypox, poiché in molti casi si presenta totalmente asintomatico. In Francia è stata condotta un’indagine su 200 persone, che svolgevano frequenti controlli per altre malattie infettive e 13 di queste sono risultate positive al vaiolo delle scimmie pur non manifestando alcun segno della malattia.

Si tratta di un’epidemia nascosta, che circola senza lasciare troppe tracce di sé e che mette in difficoltà gli esperti nel tentativo di contenere la diffusione attraverso, per esempio, la vaccinazione ad anello intorno al soggetto riscontrato positivo.

Vaiolo delle scimmie: la situazione in Italia

In Italia il numero di persone contagiate con il vaiolo delle scimmie è salito di 18 casi rispetto all’ultima rivelazione che risale al 12 agosto. In totale sono stati confermati 662 casi, con età media di 37 anni, in larga parte uomini (652 uomini e 10 donne). Questo dato è coerente con i numeri della diffusione nel resto del mondo, tanto che anche nel Regno Unito la maggior parte delle persone contagiate e vaccinati sono perlopiù uomini.

Sarebbe sbagliato, come accade in diversi ambienti e come è accaduto in passato, far risalire il vaiolo delle scimmie a un virus della comunità Lgbtqia+. L’ultima volta che un fatto simile è accaduto con il virus dell’Hiv la disinformazione ha portato alla malattia e alla morte di molte persone eterosessuali. Basti pensare che nel 2020 la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali non protetti da preservativo, che costituiscono l’88,1% di tutte le segnalazioni, di cui il 42,4% è da rapporto eterosessuale (dati dell’Istituto superiore di Sanità).

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