Utilizzo di due Ccnl diversi nella stessa azienda: si può fare?

Claudio Garau

23 Settembre 2022 - 12:40

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La possibile applicazione di due contratti collettivi allo stesso tempo in azienda è l’oggetto di un quesito per non pochi datori di lavoro. Come stanno realmente le cose?

Utilizzo di due Ccnl diversi nella stessa azienda: si può fare?

I numeri indicano in maniera molto chiara che la quantità di contratti collettivi depositati presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è davvero molto consistente: se ne contano oltre 800, ma a ben vedere il numero è anche superiore perché non tutti i contratti collettivi sono poi effettivamente depositati presso il CNEL.

Ebbene in uno scenario come questo un imprenditore che intende aprire un’azienda e dunque assumere persone, deve chiedersi a quale contratto collettivo dovrà affidarsi per regolare tutti i vari aspetti del rapporto di lavoro, in combinazione con quanto già previsto dalla legge. In questi casi, l’assistenza di un consulente del lavoro ben preparato è la miglior soluzione possibile ai propri legittimi dubbi.

Ma attenzione perché un’altra questione potrebbe emergere è la seguente: se ho un’attività in un certo settore, posso applicare un solo Ccnl, oppure anche più di uno in base alle caratteristiche della mia attività imprenditoriale? Visti gli evidenti riflessi pratici in gioco, la domanda merita una risposta chiara
e netta. Scopriamo assieme se davvero è possibile applicare contemporaneamente due contratti collettivi alla stessa azienda.

Cosa sono i Ccnl in breve

Prima di vedere da vicino la citata questione e risolverla una volta per tutte, è opportuno però ricordarti alcuni aspetti chiave dei Ccnl. Il contratto collettivo nazionale di lavoro consiste in un tipo di contratto di lavoro sottoscritto a livello nazionale tra le organizzazioni sindacali, che rappresentano i lavoratori, e le associazioni, che invece rappresentano i datori di lavoro.

Nel contratto collettivo si trova il regolamento dei rapporti di lavoro per tutti quegli aspetti, che il legislatore ha assegnato alla disciplina di questa specifica fonte. Vero è però nel Ccnl sono incluse anche disposizioni su aspetti dei rapporti di lavoro semplicemente non previsti dalle leggi. Un qualsiasi Ccnl si colloca - nella gerarchia delle fonti del diritto del lavoro - a metà strada tra la legge e il contratto individuale di lavoro, ovvero il contratto firmato al momento dell’assunzione da dipendente e azienda.

I contratti collettivi nazionali o Ccnl sono caratterizzati essenzialmente da due parti:

  • parte normativa, che fa riferimento alle tabelle retributive e alle regole chiave del rapporto di lavoro individuale (ad es. quelle sull’orario di lavoro) in un determinato settore piuttosto che un altro (industria chimica, commercio, telecomunicazioni ecc.);
  • parte obbligatoria o economica, che prevede invece le distinte disposizioni relative ai futuri rapporti tra le controparti collettive del contratto, ovvero i sindacati e le associazioni di imprenditori che lo hanno firmato.

In particolare, tra le regole tipiche indicate in un Ccnl trovano spazio i trattamenti economici e normativi minimi comuni per tutti i lavoratori subordinati di un certo settore. Ad essi per altro si devono conformare i contratti individuali di lavoro, sottoscritti con ciascun dipendente presente in azienda. Quanto abbiamo appena ricordato torna utile a meglio chiarire la domanda posta in apertura.

Diritti dei lavoratori assunti e classificazione del personale nel Ccnl

Chiedersi se è possibile usare due Ccnl nella stessa azienda ha certamente senso sotto diversi punti di vista. Pensiamo ad es. al fatto che tipicamente un contratto collettivo di lavoro include una scala di classificazione del personale suddivisa su livelli. E ciò sulla scorta di quanta autonomia e responsabilità è riconosciuta ai distinti profili professionali, con i quali può essere assunto un lavoratore subordinato.

Soprattutto ogni Ccnl dispone e garantisce una varietà di diritti a favore del personale in azienda, che non sono direttamente disciplinati dalla legge e che si sommano dunque a quanto già previsto da quest’ultima fonte. Tra i numerosi diritti che sono espressione della contrattazione collettiva abbiamo ad es. la tredicesima o la quattordicesima mensilità oppure i Rol.

Non dimenticare poi che le regole di cui al contratto collettivo nazionale di lavoro applicato dal datore di lavoro possono essere derogate dal contratto individuale di lavoro, esclusivamente in senso maggiormente favorevole per il lavoratore stesso.

Diritto o obbligo di applicare un Ccnl alla propria azienda?

Lo abbiamo accennato all’inizio: nelle fasi preliminari alla creazione di una nuova impresa, potresti porti la questione della possibile applicazione di due Ccnl invece che uno. Ebbene, anzitutto ti ricordiamo che applicare un singolo Ccnl è ,in ogni caso, consigliabile, perché facilita di molto la gestione dei vari rapporti di lavoro attivati con le assunzioni. Pensiamo ad aspetti come le ferie, i permessi, i congedi e tanto altro: applicando un certo Ccnl potrai avere sempre una unica fonte di riferimento precisa e a portata di mano.

Attenzione però: il Ccnl è obbligatorio soltanto in alcuni casi specifici. L’accordo collettivo, pur essendo efficace a livello nazionale, va infatti applicato soltanto se il datore di lavoro è iscritto a un’associazione di datori che ne è stata firmataria, pensiamo ad es. a Confcommercio. Insomma, il motivo è semplice: il datore di lavoro che si iscrive all’associazione, aderisce in via automatica e consequenziale al contratto collettivo, obbligandosi ad applicarlo integralmente ai suoi lavoratori. Nel caso invece in cui l’imprenditore non sia iscritto ad un’associazione, può scegliere in piena libertà di applicare o meno un CCNL.

Tuttavia un’azienda, al di là dell’effettiva applicazione di un contratto collettivo, dovrà applicare le basilari regole in materia di diritto del lavoro - pensiamo ad es. a quelle sulla sicurezza sanitaria - e soprattutto dovrà rispettare quelli che sono i minimi retributivi fissati dal contratto collettivo di settore. Si tratta infatti di doveri che scattano a prescindere dal Ccnl, siccome per Costituzione (art. 36) il lavoratore ha il diritto di ricevere una retribuzione sufficiente e proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro.

Si possono applicare due Ccnl diversi alla stessa azienda?

Da quanto abbiamo visto finora, un’azienda gode di un certo margine di libertà in materia di Ccnl, perciò non deve sorprendere che alla domanda sull’effettiva possibilità di applicare due distinti Ccnl alla stessa azienda, va data - in linea generale - risposta positiva. Vero è che un’azienda che svolge più di un’attività, può utilizzare ed applicare due distinti contratti collettivi nazionali ai propri dipendenti, appunto sulla scorta della varietà delle mansioni svolte. Ciò è possibile se l’azienda risulti iscritta alle associazioni sindacali di riferimento o se comunque aderisca a detti contratti collettivi nazionali.

In altre parole, se un’azienda include nella sua organizzazione distinti settori merceologici, avrà certamente diritto di applicare due (o anche più) contratti collettivi al personale. Tuttavia permane il criterio secondo cui il Ccnl da utilizzare deve essere quello della categoria effettiva alla quale l’attività si ricollega.

Mentre, se l’applicazione di due CCNL in azienda è meramente facoltativa, l’alternativa è quella di una possibile applicazione del contratto collettivo relativo all’attività prevalente, in particolare se le altre attività sono considerate comunque ausiliare o accessorie rispetto all’attività principale.

Ribadiamo infine che, in caso di incertezza sul contratto da applicare (o sui contratti), la miglior soluzione pratica è quella di rivolgersi ad un consulente del lavoro che, dopo essersi informato sul merito dell’attività aziendale, sulla sua struttura ed organizzazione ed aver visionato la documentazione fornita dall’imprenditore, potrà dare una risposta puntuale su quale Ccnl (o quali Ccnl) applicare in azienda.

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