Uscire dal proprio Comune, fase due: quando è possibile?

Antonio Cosenza

03/05/2020

07/05/2021 - 18:02

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Fase due, le FAQ confermano che non ci sono differenze tra spostamenti dentro e fuori Comune. L’importante è non uscire dalla Regione (salvo casi di assoluta urgenza).

Uscire dal proprio Comune, fase due: quando è possibile?

Uscire dal proprio Comune sarà più semplice con l’inizio della fase due. Lo avevamo sospettato già con la pubblicazione del testo del DPCM del 26 aprile scorso, tuttavia per esserne certi preferivamo aspettare la pubblicazione delle FAQ del Governo, utili per capire cosa effettivamente si potrà fare (e non fare) a partire dal 4 maggio 2020.

Ebbene, come espressamente chiarito nella FAQ non ci sono più differenze su spostamenti all’interno del proprio Comune e quelli in altri Comuni della stessa Regione.

Le condizioni che giustificano uno spostamento, nonché l’uscita di casa, sono gli stessi; la differenza c’è invece per quando si necessita di andare fuori Regione, poiché in questo caso ci sono delle regole molto più severe.

Uscire dal proprio Comune, quindi, sarà consentito anche per fare la spesa, così come per tutte le altre situazioni che giustificano l’uscita di casa (noi personalmente ne abbiamo contate dieci, qui un riassunto).

Ma vediamo nel dettaglio in quali casi ci si può muovere liberamente dentro la propria Regione, spostandosi da un Comune all’altro senza restrizione alcuna.

Fase 2: differenze tra spostamenti dentro e fuori Regione

Già il DPCM del 26 aprile ci dice che non c’è alcuna differenza tra spostamenti dentro e fuori il proprio Comune. Nell’articolo 1, comma 1, lettera a, del provvedimento, infatti, si legge che:

Sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie; in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Quindi, si può uscire di casa e spostarsi dentro i confini della propria Regione quando sussiste una delle seguenti motivazioni:

  • motivi di salute;
  • necessità di spostarsi per lavoro;
  • altri casi di necessità.

In quest’ultimo punto è racchiusa la differenza tra spostamenti dentro e fuori Regione. Si può uscire della Regione, infatti, sia per lavoro che per motivi di salute, ma non è sufficiente che ci siano altri casi di necessità, in quanto è specificato che devono sussistere condizioni di assoluta urgenza.

Fase due: quando si può uscire dal Comune (e restare dentro la Regione)

Visto quanto detto sopra, il DPCM del 26 aprile 2020 non pone alcuna distinzione tra le cause che legittimano gli spostamenti dentro il proprio Comune e quelli che invece riguardano le zone limitrofe, nonché tutti i Comuni della propria Regione.

Questo perché, come espressamente ribadito dalle FAQ, non esistono differenze.

Per questo motivo si può uscire dal Comune (e restare nei confini regionali) ogni volta che si deve andare a lavoro, per motivi di salute e in altri casi di necessità.

Ma cosa si intende per “altri casi di necessità”? Come noto la fase due ne introduce di nuovi, come ad esempio il far visita ai congiunti (nonché agli affetti stabili). Questo si aggiunge a quelli già noti, come ad esempio il dover fare la spesa, l’acquisto di un giornale dal proprio edicolante di fiducia, ma anche per acquistare cibo da asporto presso bar e ristoranti che a partire dal 4 maggio 2020 riaprono eccezionalmente per questo tipo di attività.

Ci si potrà spostare dal Comune - anche prendendo i mezzi pubblici - per svolgere attività sportiva o motoria all’aperto. L’importante è che l’attività sportiva venga fatta singolarmente, o in più di una persona ma mantenendo le distanze. Quindi, chi non abita vicino al mare potrà spostarsi per fare il bagno (salvo specifiche ordinanze comunali), o anche per andare al parco della città vicina per correre.

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# Fase 2

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