Oklahoma, varata la legge sull’aborto: perché è la più restrittiva negli Stati Uniti

Antonella Ciaccia

26 Maggio 2022 - 11:27

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Il governatore repubblicano dell’Oklahoma Kevin Stitt ha firmato la legge sull’aborto più restrittiva degli Usa. Vietata l’interruzione di gravidanza sin dalla fecondazione e chiunque può denunciare.

Oklahoma, varata la legge sull’aborto: perché è la più restrittiva negli Stati Uniti

Il governatore repubblicano dell’Oklahoma ha approvato uno dei disegni di legge sull’aborto più restrittivi degli Stati uniti, vietando le interruzioni di gravidanza a partire dalla fase di «fecondazione» e consentendo ai cittadini di citare in giudizio chiunque la pratica o la induce «consapevolmente».

L’Oklahoma è ad oggi il baluardo più conservatore degli States, lo Stato con le normative più restrittive in termini di interruzione volontaria della gravidanza. Uniche eccezioni: stupro e incesto, ma solo se sono stati denunciati. Come è accaduto in Texas, i cittadini potranno citare in giudizio donne, medici e tassisti. Multe fino a 10mila dollari.

Come riporta la la Cnn, in base al provvedimento, l’aborto è proibito in ogni fase della gravidanza, tranne che per emergenze mediche o quando è frutto di stupro, incesto e aggressione sessuale.

Dopo la firma della legge, il governatore ha spiegato: «Ho promesso agli abitanti dell’Oklahoma che da governatore avrei firmato ogni singolo documento legislativo pro-vita che sarebbe arrivato sulla mia scrivania e oggi sono felice di poter tener fede a quella promessa». La legge entra in vigore immediatamente.

Il progetto di legge sull’aborto più severo della nazione

Vietate dunque tutte le interruzioni di gravidanza a partire dalla fase di «fecondazione», vale a dire prima che l’ovulo si impianti nell’utero; non oltre le sei settimane quando molte donne non sono nemmeno in grado di rendersi conto di essere in stato interessante.

Nel testo si definisce la «fecondazione» come «la fusione di uno spermatozoo umano con un ovulo umano».

Nonostante si consideri una gravidanza che inizia alla fecondazione e non all’impianto, la legge non limita l’uso di forme di contraccezione che impediscono a un ovulo fecondato di impiantarsi in un utero.

La definizione di aborto, secondo il testo, non comprende infatti: «l’uso, la prescrizione, la somministrazione, l’acquisto o la vendita di Plan B, pillole del giorno dopo o qualsiasi altro tipo di contraccezione o contraccezione di emergenza».

Altra novità è che la nuova legge consente ai cittadini di citare in giudizio chiunque, ovunque, «aiuti o favorisca» una donna a interrompere la gravidanza, inclusi medici, infermieri, amici e perfino gli autisti di Uber che la accompagnano in clinica. Per i denunciati sono previste sanzioni fino a 10mila dollari e denunce per «sofferenza emotiva».

La legislazione è tra i disegni più severi della nazione sull’aborto ed è un chiaro rimprovero alle protezioni concesse nel caso storico della sentenza del 1973 “Roe v. Wade”, con i sostenitori dei diritti dell’aborto che giurano di lanciare una sfida legale mai vista in America.

Diritto di aborto negli Usa: cosa sta succedendo

Nessuno Stato finora aveva vietato l’aborto a partire dalla fecondazione. La legge dell’Oklahoma tenta di farlo impiegando una tattica legale ormai accettata e svincolata dai tribunali americani: usare la collaborazione attiva dei civili.

Ispirato a una legge approvata in Texas a settembre, questo testo, che entra in vigore in tutto lo Stato, apre le porte alle azioni legali avviate da cittadini comuni contro persone sospettate di aver abortito.

Il primo Stato a richiedere l’aiuto ad altri cittadini è stato difatti il Texas, che dopo una serie di ricorsi ha ricevuto il benestare delle corti inferiori per usare i propri residenti come informatori da ricompensare economicamente, a dimostrazione che vi sono ora più protezioni stratificate a difesa delle leggi anti-aborto mentre si attende la decisione della Corte suprema.

L’Oklahoma, dopo l’approvazione di un testo simile in Texas, Stato così vicino, ha accolto per diversi mesi migliaia di donne texane in cerca di aborto.

Corte Suprema e il caso “Roe v. Wade”

Oggi questa legge ferma tutto. È stata approvata dal legislatore dell’Oklahoma a metà maggio, anche tra le minacce al diritto all’aborto da parte della Corte Suprema. Ricordiamo che la firma di Kevin Stitt arriva quando gli stati guidati dai repubblicani hanno spinto misure rigorose sull’aborto in attesa che la Corte Suprema degli Stati Uniti rovesci la “Roe v. Wade” in un caso riguardante una legge sull’aborto del Mississippi.

All’inizio di questo mese, una bozza di parere trapelata e scritta dal giudice della Corte Suprema Samuel Alito, ha mostrato che il tribunale a maggioranza conservatrice era pronto ad annullare il possesso di un diritto costituzionale federale all’aborto.

La notizia è stata riportata dalla testata Politico.com, che sembrava aver ottenuto in anticipo una prima bozza del documento. Secondo quel parere, la Corte Suprema Americana sembra pronta a tornare indietro di 50 anni dalla sua storica decisione di proteggere l’aborto.

Gli attivisti che si battono per il diritto all’aborto si stanno preparando alla battaglia legale. Questa legge in realtà non difende nessuno, ma essenzialmente mette solo «sotto processo» le donne che abortiscono.

I difensori dei diritti dell’aborto avvertono che i divieti dell’Oklahoma eliminerebbero l’accesso all’aborto in tutto il sud e sarebbero devastanti non solo per gli abitanti dell’Oklahoma, ma anche per i texani che cercano cure per l’aborto nello stato.

«Stiamo assistendo all’inizio di un effetto domino che si diffonderà in tutto il sud e nel Midwest se Roe cade», ha dichiarato mercoledì sera Nancy Northup, presidente e Ceo del Center for Reproductive Rights.
«In questo momento, i pazienti in Oklahoma vengono gettati in uno stato di caos e paura. Quel caos si intensificherà solo quando anche gli stati circostanti interromperanno l’accesso. Non smetteremo di combattere per il popolo dell’Oklahoma e per tutti in tutto il paese», ha continuato.

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