L’unica portaerei russa sull’orlo del collasso

Ilena D’Errico

14 Luglio 2025 - 23:38

L’unica portaerei russa sull’orlo del collasso, ma il Cremlino prepara le alternative.

L’unica portaerei russa sull’orlo del collasso

Soltanto pochi Stati del mondo sono dotati di portaerei, tanto che la Russia, un’avanzata potenza militare, ne possiede soltanto una: l’Admiral Kuznetsov. Nulla di particolarmente problematico per Mosca, non fosse che la sola e unica portaerei russa è sull’orlo del collasso. L’Admiral Kuznetsov ha di fatto creato problemi continui alla flotta del Cremlino e oggi rimetterla in sesto appare sempre meno sostenibile, proprio con l’allargarsi del conflitto con l’Ucraina nel Mediterraneo. Come si può immaginare, non ci sono conferme ufficiali, secondo diverse fonti autorevoli indicano che il ministero della Difesa russo starebbe valutando la possibilità di demolire l’unità.

Lo conferma anche la testata filogovernativa Izvestia, alla quale sarebbero state rilasciate delle dichiarazioni anche dall’ex comandante della Flotta del Pacifico della Marina russa, Sergei Avakyants. Quest’ultimo ha spiegato la difficoltà delle riparazioni, evidenziando come l’unica alternativa sia la rottamazione della portaerei. Allo stesso tempo, Avakyants ha dato poco peso alla questione, liquidando ogni possibile segno di debolezza della difesa russa. “Le portaerei appartengono al passato” ha riferito, sottolineando la crescente importanza dei sistemi senza pilota.

Eppure la Federazione ha un ambizioso progetto di costruzione navale che pare suggerire il contrario, per quanto oggi ancora lontano. Intanto, Mosca deve puntare soprattutto a mezzi da sbarco e portaelicotteri, colmando peraltro ogni carenza con gli aiuti asiatici.

Un destino segnato per l’Admiral Kuznetsov

L’Admiral Kuznetsov è stato commissionato nel 1985 ed è diventato operativo 10 anni dopo, districandosi da subito tra incidenti e sciagure di ogni genere. Oggi la nave ha problemi gravi e risulta nel complesso obsoleta, ben lontana dai lavori di ammodernamento con cui la Russia tenta invano di rilanciarla da decenni. Secondo alcune stime, i lavori richiederebbero una spesa di almeno 100 miliardi di rubli, una sfida che impedisce anche qualsiasi ipotesi di vendita. La consorella dell’Admiral Kuznetsov, la Varjag oggi conosciuta come Liaoning, è stata trasferita all’Ucraina con lo scioglimento dell’Unione sovietica e poi venduta alla Cina.

Oggi è in servizio della Marina militare cinese dove rappresenta un mezzo d’eccellenza, ma dopo lunghi e complessi lavori di ammodernamento. Troppo tardi per replicare il passaggio con l’Admiral Kuznetsov, il vero tallone d’achille dell’industria bellica russa. Non si contano gli incendi scoppiati sulla portaerei, ma nemmeno i crolli, gli incidenti operativi e perfino quelli durante i lavori di riparazione. I danni si sono accumulati a dismisura, compromettendo un potenziale elemento di prestigio della fabbricazione sovietica.

Attualmente, difatti, Mosca non ha altro vantaggio dalla conservazione dell’Admiral Kuznetsov che non sia a livello di credibilità e immagine. La guerra in Ucraina, inoltre, ha richiesto la concentrazione degli sforzi bellici ed economici altrove, contribuendo al declino della portaerei che, danneggiata e senza equipaggio, potrebbe veder presto la fine.

L’unica portaerei collassa, ma la Russia ha tante alternative

Il declino dell’Admiral Kuznetsov non stupisce più di tanto vista la sua storia, ma colpisce più l’immagine della Marina russa più che la capacità bellica in sé. La Russia deve sicuramente rivedere i propri piani, ma può sopportarne l’impatto. Pare che la programmazione militare di Mosca prevedesse di dotare entrambe le Flotte (quella del Nord-Est e quella del Pacifico) di una portaerei entro il 2030. Bisognava quindi ripristinare l’Admiral Kuznetsov e costruire un nuovo mezzo, da subito più sicuro e all’avanguardia. Un obiettivo impossibile da raggiungere in 5 anni, anche senza considerare la guerra in Ucraina.

Il che porta il Cremlino ha rimandare ancora la scadenza, come ha fatto per l’Admiral Kuznetsov in tutti questi anni, almeno al 2050. Lo riferisce a Izvestia l’ex contrammiraglio Mikhail Chekmazov, secondo cui la questione è stata rivisitata nell’ultimo programma di sviluppo della Marina militare russa. Nel frattempo, Mosca può concentrarsi sul progetto Progetto 23900 (o anche “classe Ivan Rogov”). Una classe di classe di navi portaelicotteri da assalto anfibio, che si dice possano schierare 6 mezzi da sbarco per portare a terra circa 75 veicoli corazzati, 900 soldati e attrezzature di supporto durante un’unica operazione. L’entrata in servizio non è però prevista prima del 2026.

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