A rischio la convenienza di comprare su Shein e Temu, potrebbe arrivare a breve una tassa di 2 euro sugli ordini più piccoli non soggetti a dazi doganali.
L’UE tasserà miliardi di piccoli pacchi importanti principalmente della Cina: la tassa fissa di 2 euro colpirà gli articoli a basso costo dando un duro colpo a piattaforme come Shein e Temu da cui, quindi, acquistare potrebbe costare a breve sensibilmente di più. L’imposta andrebbe a colpire i piccoli pacchi, quelli di importi minori che attualmente sono esclusi dalle imposte doganali.
Tassa di 2 euro sui pacchi di Shein e Temu
L’indiscrezione, pubblicata dal Financial Times, potrebbe preoccupare chi abitualmente ordina da piattaforme a basso costo. La tassa fissa di 2 euro andrebbe a colpire circa un miliardo di piccoli ordini provenienti prevalentemente dalla Cina e anticiperebbe quelle che sono le previsioni di dazi doganali più severi.
4,6 miliardi di articoli importati ogni anno dai cittadini europei che utilizzano rivenditori online come Temu e Shein arrivano direttamente nelle case dei cittadini e proprio quelli sono i pacchi che si andrebbero a colpire.
L’annuncio della tassa fissa, per ora, altro non è che una bozza di proposta che Maroš Šefčovič, commissario europeo per il Commercio ha presentato al Parlamento europeo e che prevede la tassa di 2 euro per le vendite dirette, mentre per gli articoli inviati ai magazzini la tassa potrebbe essere di 0,50 euro.
Ovviamente il tutto comporterà dei controlli doganali aggiuntivi che, in parte, saranno coperti dal gettito derivante dal nuovo balzello; il resto dei ricavi, invece, dovrebbe essere destinato al bilancio Ue.
L’obiettivo dichiarato è quello di contrastate l’entrata in Europa di merci pericolose e prodotti non conformi, ma nasconde anche la lotta a quella che i rivenditori dell’Unione Europea considerano concorrenza sleale.
La tassa di 2 euro disincentiverebbe gli acquisti?
Quello che si deve considerare è che il risparmio che l’acquirente trova sulle piattaforme del fast fashion non è di pochi euro, e una tassa fissa sul pacchetto di 2 euro potrebbe anche avere l’effetto contrario: far fare ordini più corposi per ammortizzare il costo.
Quello che si deve considerare, infatti, è che un prodotto acquistato da questi colossi cinesi può avere un costo abbattuto anche del 75% rispetto ai prezzi che si trovano normalmente sul web. Per appurare la cosa abbiamo fatto una ricerca del costo di un paio di jeans: online i prezzi variano da un minimo di 25 euro a salire (ovviamente si parla di prodotti no brand). Su Temu e Shein i prezzi che vengono proposti partono da poco meno di 5 euro e si attesta su una media di 10/15 euro.
Questo è solo un esempio di un prodotto di abbigliamento di larghissimo uso, ma la differenza del costo dei prodotti ha una medesima proporzione per qualsiasi categoria (senza contare che c’è anche chi vende su Amazon gli stessi identici oggetti che si possono acquistare su Shein a meno della metà del prezzo): un sovrapprezzo di 2 euro da dover pagare sul pacchetto, quindi, non dovrebbe fare una grande differenza.
Tasse sui prodotti a basso costo già annunciate
I colossi cinesi più gettonati, in questi ultimi anni, sono AliExpress, Temu e Shein, siti di fast fashion dove è possibile acquistare prodotti di abbigliamento, calzature, articoli tecnologici, casalinghi, tessili a prezzi davvero stracciati.
Nel tempo si sono susseguite notizie per disincentivare all’acquisto da queste piattaforme che vanno dall’utilizzo di materiali dannosi per la realizzazione al trattamento incivile riservato ai lavoratori che li producono, ma a quanto pare il pericolo e l’etica non fermano i cittadini europei dall’effettuare ordini di prodotti a basso costo e, molto spesso, senza il bisogno di sostenere il costo delle spese di spedizione. Con poche decine di euro è possibile riempire armadi e cassetti di capi di abbigliamento nuovi (anche se di qualità abbastanza bassa) e questo fa una concorrenza spietata ai produttori e venditori europei.
Già a inizio anno era stato annunciata la volontà di inasprire le tasse da versare alla dogana per le importazioni dalla Cina.
La proposta di gennaio prevedeva di abbattere il limite del valore della spedizione per l’applicazione dei dazi doganali con l’eliminazione soprattutto per prodotti di abbigliamento e calzature.
Attualmente i dazi non si applicano alle spedizioni che hanno un valore fino a 150 euro. Con le misure di contrasto annunciare, però, colossi come Shein, AliExpress e Temu potrebbero vedere calare il loro volume di vendita poiché le tariffe applicate alla dogana potrebbero variare dal 5% al 17% (si tratta di un costo in più che l’acquirente dovrebbe considerare al momento dell’ordine).
I colossi cinesi, a inizio anno si erano detti disposti ad adeguarsi alle norme del mercato Ue pur di non vedersi applicare i dazi in questione. Come reagiranno all’annuncio della tassa fissa?
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