Il titanio e le terre rare potrebbero trasformare l’Ucraina in un attore chiave nel mercato globale. Scopri le potenzialità, le sfide e le opportunità strategiche del Paese.
Titanio e altre terre rare potrebbero trovarsi nel sottosuolo ucraino.
A rivelarlo è stata la geologa Olena Remezova, direttrice del Dipartimento di Geologia dei giacimenti minerali presso l’Accademia nazionale delle scienze dell’Ucraina, in un’intervista rilasciata a RBC-Ucraina.
Secondo la studiosa, il Paese potrebbe detenere fino al 20% delle riserve mondiali di titanio, una quantità nettamente superiore rispetto alle stime precedenti, che oscillavano tra l’1% e il 10%.
Una cifra sorprendente, che ridefinisce il potenziale minerario dell’Ucraina e ne rilancia il ruolo in uno dei settori industriali più strategici del XXI secolo. Ma quali saranno le grandi sfide che Kiev dovrà affrontare per poter diventare un potenziale leader in alcune terre rare? Ecco tutto quello che serve sapere a riguardo.
Terre rare, Ucraina potenziale leader mondiale: ecco in quali metalli
Secondo Olena Remezova, i giacimenti ucraini non solo sono abbondanti, ma spesso qualitativamente superiori a quelli russi, oggi tra i principali fornitori mondiali. Le regioni di Zhytomyr e quelle lungo il fiume Dnepr ospitano ricchi depositi di titanio, ma non solo.
Il titanio, infatti, è un metallo fondamentale per numerosi ambiti: dall’aerospaziale alla difesa, dalla medicina all’energia. Le leghe di titanio, infatti, vengono utilizzate nella produzione di jet come gli F-16 e gli F-35, grazie alla loro resistenza e leggerezza. A questa risorsa si aggiunge la presenza di elementi rari come scandio, neodimio, disprosio e zirconio, fondamentali per l’elettronica moderna, la produzione di magneti e l’energia rinnovabile. Se confermate, queste ricchezze sotterranee potrebbero rendere l’Ucraina una potenza strategica nel mercato globale dei metalli critici, aprendo la strada a cooperazioni industriali, investimenti e sviluppo locale.
Il sito di Perzhanske, ad esempio, è noto per la presenza di gentelvite e altri 150 minerali, molti dei quali contenenti terre rare e berillio. Nella regione dell’Azov orientale si trovano invece i giacimenti di Masuria e Azov, ricchi di zirconio, lantanio e cerio. Il titanio ucraino è già utilizzato, seppure in misura limitata, in applicazioni di alto profilo. Tuttavia, le stime obsolete e i metodi di valutazione ancora basati su standard sovietici non hanno permesso al Paese di sfruttarne appieno il potenziale. Secondo le stime aggiornate, una revisione moderna dei dati geologici potrebbe cambiare radicalmente il panorama. I principali settori industriali richiedono titanio in quantità sempre maggiori, e le riserve ucraine, se confermate, potrebbero soddisfare una parte significativa della domanda globale.
Non va dimenticata, infine, la presenza di circa 300 cave attive nella regione di Zhytomyr che estraggono pietre decorative e materiali da costruzione. Queste attività potrebbero diventare ancor più strategiche nel contesto postbellico, dove si prevede una forte domanda per la ricostruzione delle infrastrutture nazionali. Insomma, l’Ucraina potrebbe passare dall’essere un semplice fornitore di materie prime a diventare un hub minerario e industriale integrato nella catena di approvvigionamento globale dei metalli strategici.
Ucraina e Terre rare: quali sono gli ostacoli e le sfide
Nonostante la grande ricchezza mineraria, l’Ucraina fatica ancora a tradurre il proprio potenziale in realtà economica. Uno dei principali problemi risiede nella mancanza di valutazioni moderne dei giacimenti: molte delle analisi ancora in uso si basano su metodologie sovietiche, oggi superate.
Questo non solo scoraggia gli investitori stranieri, ma impedisce anche lo sviluppo di tecnologie estrattive efficienti ed ecocompatibili. Inoltre, l’assenza di una normativa aggiornata, la carenza di tecnologie per la lavorazione e l’instabilità politica legata alla presenza di giacimenti in aree occupate o a rischio limitano fortemente le possibilità di sviluppo.
Eppure, il contesto sta cambiando. L’interesse da parte dei partner occidentali, in particolare Stati Uniti e Giappone, è in costante crescita. Recentemente, l’Ucraina ha firmato un accordo con Washington volto a promuovere la cooperazione geologica e tecnologica per l’esplorazione e la valorizzazione delle risorse minerarie. Secondo Remezova, questa collaborazione rappresenta non solo un’opportunità economica, ma anche un’opzione strategica per indebolire il monopolio cinese sui metalli delle terre rare, attualmente stimato tra il 60% e l’80% del mercato mondiale.
In questa prospettiva, l’Ucraina potrebbe contribuire a “diversificare la catena globale di approvvigionamento,” garantendo un’alternativa più sicura e ambientalmente sostenibile.
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