“Il nostro turismo sta resistendo al caro-energia, ma si riprenderà solo nel 2024”: l’intervista a Roberta Garibaldi (Ocse)

Giacomo Andreoli

07/11/2022

07/11/2022 - 13:23

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Roberta Garibaldi, ceo di Enit, è stata da poco nominata vicepresidente del comitato turismo dell’Ocse. A Money.it spiega quali sono le prospettive per il settore in Europa nei prossimi mesi ed anni.

“Il nostro turismo sta resistendo al caro-energia, ma si riprenderà solo nel 2024”: l’intervista a Roberta Garibaldi (Ocse)

La situazione attuale è complessa e il turismo è influenzato dalle politiche economiche prese a livello internazionale e nazionale. Il caro-energia è certamente un tema importante: serve una risposta europea rapida”. Così Roberta Garibaldi, neo vice-presidente del comitato turismo dell’Ocse, commenta a Money.it l’andamento economico del turismo in Italia e in Europa.

Secondo Garibaldi, che è anche ceo di Enit, Agenzia nazionale del turismo, il sistema dell’accoglienza turistica nel nostro Paese si è ripreso in modo significativo dopo le fasi più dure della pandemia da Covid-19, con nuovi trend che si stanno diffondendo. Ma ora la sfida dell’inflazione e del caro-bollette spingono a nuovi interventi per non tarpare le ali a un settore chiave per l’economia italiana ed europea, a rischio recessione.

La sua nomina a vicepresidente dell’Ocse, nel comitato turismo, può avere un’importanza strategica per il nostro Paese? Come l’Ocse può aiutare l’Italia e l’Europa in questo contesto economico difficile?

È per me un grande onore essere stata nominata vicepresidente del comitato turismo dell’Ocse, ereditando il testimone di un mandato così cruciale in termini non solo consultivi ma anche di indirizzo per il comparto turistico. Con estrema dedizione porto avanti il percorso intrapreso dai miei predecessori. L’economia turistica mondiale vive un momento storico in cui appare fondamentale dare centralità a quegli organismi di condivisione strategica in grado di guidare il settore verso una maggiore sostenibilità, incisività e resilienza. L’Ocse svolge un lavoro fondamentale, poiché offre la possibilità ai Paesi membri di confrontarsi sulla propria politica turistica, discutere problematiche e sfide comuni e identificare le soluzioni idonee per supportare l’intero comparto ed accelerare la ripresa.

Cosa vuol dire che si porrà in continuità con l’operato del suo predecessore Armando Peres?

Durante il suo mandato, Armando Peres ha saputo guardare al futuro in modo lungimirante. Ciò che ha fatto merita di essere proseguito ed implementato alla luce del nuovo contesto, la sua eredità non deve essere vanificata. Da parte mia, metterò a disposizione il know-how e l’esperienza che ho avuto modo di acquisire nel corso degli anni in una varietà di ruoli nel settore del turismo.

In Italia il turismo quest’estate è ripartito e ha contribuito a una crescita importante del PIL. Possiamo dire di essere tornati ai livelli pre-Covid?

Il settore è certamente in ripresa: i dati elaborati dall’Istat per gennaio-agosto 2022 indicano un aumento del 74,7% delle presenze turistiche rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Si tratta di ottimi dati. Nonostante le numerose sfide che ci attendono, dall’inflazione alla crisi energetica. Dobbiamo essere capaci di dare risposte e prepararci per cogliere al meglio i cambiamenti in atto. Anche dal punto di vista del mercato. Nuovi trend stanno acquisendo una maggiore centralità, dall’outdoor al turismo di prossimità, passando per la sostenibilità e l’enogastronomia, che rappresenta uno degli asset del nostro Paese.

Cosa bisogna imparare dal passato per aiutare il settore turistico a fronteggiare nuove possibili emergenze come la pandemia?

Una lezione l’abbiamo già appresa: ristabilire la centralità del turismo con un ministero preposto a creare valore per l’intero settore. Si tratta di un fattore di grande importanza: avere un ministero del Turismo significa creare i presupposti affinché il comparto possa svilupparsi in modo armonioso negli anni futuri, ed affrontare le sfide a venire. Consente, inoltre, di instaurare un dialogo proficuo sia con tutti i ministeri - essendo il turismo un settore trasversale - che con tutti i portatori di interessi, creando così una visione comune.

Ora il caro-bollette e la crisi di approvvigionamento di gas rischiano però di mettere in difficoltà questo rilancio, rendendo più debole un asset fondamentale del nostro Paese? Quanto è urgente l’applicazione concreta delle decisioni politiche del Consiglio europeo sull’energia?

Certamente si tratta di un tema importante a cui è necessaria dare un rapida risposta, poiché ne va delle ripresa non solo del turismo, ma della stessa economia. Le strutture alberghiere sono ad esempio energivore. Le strutture vanno riscaldate anche in momenti di media occupazione.

Anche la generale inflazione rischia di essere un freno importante per il turismo, a partire dai prezzi degli aerei cresciuti a dismisura. Gli Stati occidentali come possono intervenire per produrre effetti positivi a cascata su tutto il settore dell’ospitalità?

Sono scelte determinate da organismi sovranazionali, con ricadute su ogni Stato e sui singoli. Sono fiduciosa che questo tema, insieme ad altri di grande urgenza, sarà affrontato al meglio. I dati sul turismo ci restituiscono comunque un settore solido che resiste e guarda avanti. I dati sulle prenotazioni aeroportuali internazionali verso l’Italia per il 2023 (gennaio – settembre) indicano una crescita ulteriore rispetto al 2022 del 126,4% nel complesso, lasciando indietro solo il mercato russo (-50,5%) e cinese. Le ultime previsioni per l’Europa prevedono che gli arrivi internazionali siano del 27% inferiori ai livelli del 2019 per il 2022. La guerra russo-ucraina in corso sta causando disparità negli arrivi nella regione, con l’Europa occidentale che dovrebbe essere del 21% inferiore ai livelli del 2019 quest’anno, mentre l’Europa orientale dovrebbe essere inferiore del 39%.

Nel frattempo le politiche monetarie della Bce, con una risoluzione della crisi energetica non ancora pervenuta, non stanno dando gli effetti desiderati per ridurre l’inflazione. Potrebbero paradossalmente danneggiare ulteriormente anche gli operatori turistici?

Sappiamo bene che il turismo, al pari degli altri settori economici, è influenzato dalle politiche economiche prese a livello internazionale e nazionale. La situazione attuale è complessa, ma anche in questo caso ribadisco la mia fiducia verso le decisioni che verranno prese dagli organi competenti, che certamente terranno in considerazione le esigenze del comparto del turismo. La ripresa a medio termine ai livelli del 2019 rimane invariata, con gli arrivi internazionali in Europa destinati a riprendersi entro il 2025. L’Europa occidentale si riprenderà un anno prima, mentre le destinazioni europee emergenti che dipendono maggiormente dai viaggi in uscita dalla Russia vedranno la ripresa in ritardo rispetto all’Occidente, riprendendosi entro il 2025.

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