Truffa criptovalute in Italia: scandalo Nft, due soci arrestati a Dubai. Cosa è successo?

Flavia Provenzani

15/02/2023

15/02/2023 - 16:09

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Scandalo New Financial Technology (Nft): arrestati a Dubai due soci della società italiana accusata di schema Ponzi con i Bitcoin. Cosa è successo e cosa prevedeva la truffa in criptovalute?

Truffa criptovalute in Italia: scandalo Nft, due soci arrestati a Dubai. Cosa è successo?

Una nuova truffa nel mondo delle criptovalute imperversa nel settore e prosegue con l’arresto dei suoi (presunti) protagonisti, questa volta italiani. È lo scandalo della società Nft, la New Financial Technology. A Dubai sono stati arrestati Emanuele Giullini e Christian Visentin, due dei tre soci della società italiana nata a Silea, provincia di Treviso, il cui acronimo ricalca quello degli Nft, Non-Fungible Token. Lo hanno reso noto le forze dell’ordine degli Emirati Arabi Uniti e l’arresto risale allo scorso 9 febbraio. Di Mauro Rizzato, il terzo socio, invece, non vi è traccia.

Scandalo New Financial Technology (Nft): cosa è successo? Una truffa con criptovalute da €260 milioni

La truffa, questa volta tutta italiana, si muove nel territorio delle criptovalute e, come spesso accade in questi casi, ha a che fare con uno schema Ponzi. Quello della società trevigiana riguarderebbe 6.000 investitori, caduti nella trappola, per un valore totale che si aggira sui 260 milioni di euro. I malcapitati risultano essere per lo più investitori «locali», residenti in Veneto.

Nonostante la fondazione di Nft sia avvenuta in quel di Silea, Treviso, la sede societaria è a Londra. La truffa, presunta tale, sarebbe avvenuta tramite la promessa agli investitori di rendimenti mensili, pari al 10% dei Bitcoin depositati nelle casse della società. Già durante lo scorso anno si evidenziano le prime problematiche: a maggio 2022 Nft blocca il pagamento dei rendimenti ai suoi clienti e poco dopo rende impossibile prelevare i Bitcoin precedentemente depositati.

L’arresto dei soci di Nft a Dubai

Sarebbero stati gli stessi Emirati Arabi a disporre l’arresto di Giullini e Visentin. L’operazione è sì congiunta, ma la richiesta è partita direttamente dagli UAE. I due imprenditori in quel di Dubai avrebbero portato avanti, negli ultimi mesi, uno schema Ponzi legato alle criptovalute molto simile a quello messo in campo in Italia.

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