PresaDiretta, quell’addio così difficile al fossile

Mario D’Angelo

07/01/2019

Dalle 21,15 su Rai 3 Riccardo Iacona racconta con il suo PresaDiretta il lungo e travagliato rapporto fra Italia e fossile

PresaDiretta, quell’addio così difficile al fossile

Nella giornata di nuove polemiche fra il Governo e il comitato No Triv, PresaDiretta prova a fare luce sul caso Trivelle e sul travagliato rapporto fra Italia e combustibili fossili.

Trivelle: colpa del precedente esecutivo?

"Anche in malafede, qualcuno fa confusione", ha detto ieri il ministro pentastellato Sergio Costa in merito alle autorizzazioni uscite dall’esecutivo in merito alle trivellazioni nel Mar Ionio.

Tutte le autorizzazioni, è la tesi dell’esecutivo gialloverde, sarebbero da ricondurre al precedente governo. Diverso è il parere di Enzo Di Salvatore, costituzionalista e fondatore del comitato No Triv, per il quale Luigi Di Maio e Costa avrebbero potuto fare qualcosa sul piano politico per impedire o rallentare i permessi.

“Dai Bollettini ufficiali degli idrocarburi pubblicati in questi otto mesi non c’è un solo atto di rigetto delle richieste: quando si rigettano le richieste deve esserne data pubblicazione. In questi otto mesi il ministero non si è espresso su niente, per gli scettici basta controllare direttamente sul sito del ministero”

afferma Di Salvatore.

Il servizio di Presa Diretta

S’intitola Fossile - Il lungo addio, l’inchiesta del 7 gennaio di PresaDiretta, il programma di Riccardo Iacona dalla 21,15 su Rai 3. Tema della puntata è la lunga e difficile transizione dalle energie fossili, gas, petrolio, carbone, all’energia pulita delle fonti rinnovabili.

Nella giornata delle polemiche politiche legate alla notizia delle nuove autorizzazioni alla ricerca di petrolio nel Mar Ionio, PresaDiretta con Raffaella Pusceddu vi racconterà a che punto siamo, a distanza di quattro anni dallo Sblocca Italia del governo Renzi.

Da anni il carbone - esordisce il servizio - è il nemico "numero uno" per tutti gli schieramenti politici, eppure ancora nel 2008 viene festeggiata la riconversione a carbone pulito della centrale a olio combustibile Enel di Torre Valdaliga nord a Civitavecchia.

La più grande centrale a carbone d’Italia è a Brindisi, diventata addirittura tappa del singolare Veleno Tour, visita guidata in autobus che tocca i siti più inquinanti della città pugliese.

Oggi l’81% del fabbisogno energetico italiano viene ancora soddisfatto da petrolio, gas e carbone. Ma è la stessa Strategia energetica nazionale ad affermare che dovremmo arrivare entro il 2025 a eliminare il carbone ed entro il 2050 a ridurre le emissioni di CO2 del 63% rispetto al 1990.

Rimangono ormai pochi anni per attuare un cambiamento epocale che coinvolge scienza, industria e modi di vita di un’intera società. La rivoluzione è possibile?

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